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Questi attivisti combattono le leggi omofobe russe facendosi arrestare

Con l'avvicinarsi delle olimpiadi invernali in Russia, la polemica contro le leggi anti-gay si fa sempre più pressante. C'è chi ha deciso di sconfiggerle facendosi direttamente arrestare.

L'attivista per i diritti LGBT Yaroslav Evtushenko protesta fuori dalla biblioteca di Arkhangelsk.

Si avvicinano le Olimpiadi Invernali di Sochi e le polemiche sulla Russia non accennano a diminuire. In particolare, quelle riguardo all'omofobia di stato che si cela sotto le spoglie di una legge federale che vieta la propaganda delle relazioni non tradizionali (cioè omosessuali) ai minori. Dov'è il problema, vi chiederete, dal momento che l'omosessualità in Russia è legale sin dal 1993? Il problema è che la legge anti-propaganda rappresenta di fatto una dichiarazione di guerra del governo all'omosessualità, e neanche così sottile.

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Di fatto, insegnando ai minorenni che essere omosessuali equivale ad avere una malattia che rende anormali, il disegno vieta le manifestazioni di omosessualità in tutte le sue forme. Mira a condannare la comunità LGBT russa a una vita di reclusione, dimenticata dall'opinione pubblica. Il risultato prevedibile è stato un aumento della violenza omofoba. Ad esempio, nella città industriale di Volgograd, un ventitreenne è stato sodomizzato con bottiglie di birra e torturato a morte da quelli che riteneva fossero i suoi amici quando questi hanno scoperto che era gay. Sono stati creati molti gruppi di vigilantes neo-nazi, alcuni dei quali vanno a caccia di gay online, attirano le vittime con la promessa di un appuntamento e poi caricano i video degli abusi sul loro canale YouTube. Ora che ai genitori e agli insegnanti è vietato supportarli, si è registrato anche un aumento dei suicidi fra gli adoloscenti omosessuali russi.

La legge, approvata a giugno, è il modo in cui Putin ha zittito la minoranza gay e soddisfatto l'enorme maggioranza ortodossa. Martedì scorso gli attivisti per i diritti dei gay Nicolai Alexeyev e Yaroslav Evtushenko sono stati condannati a causa di questa nuova legge, e stando al Moscow Times sono le prime persone a subire le sanzioni delle nuove norme nella loro forma federale. I due sono stati arrestati il 2 dicembre per aver protestato davanti alla biblioteca di Arkhangelsk, con cartelli che recitavano: "La propaganda gay non esiste, la gente non diventa gay, ci nasce," e "L'omosessualità è normale. Questo lo dovrebbero sapere sia i bambini che gli adulti." Dovranno pagare una multa di 4000 rubli ciasuno (circa 88 euro), ed entrambi faranno ricorso.

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Secondo Alexeyev, le conseguenze della sua condanna potrebbero essere enormi, in quanto porterebbe a una rivalutazione della legge anti-propaganda gay davanti alla Corte Europea Per i Diritti Dell'Uomo. Alexeyev, che è un attivista di lunga data, un avvocato, un giornalista, e l'organizzatore dell'ormai vietata Moscow Pride Parade, era stato già condannato quando la legge era ancora solo un regolamento comunale della città di San Pietroburgo.

Mi ha informata che la Russia deve già presentare un memorandum alla Corte Europea per i Diritti Umani entro il prossimo febbraio 2014, sulla base dei precedenti processi per accuse di propaganda gay risalenti a quando la legge era in vigore solo a livello comunale. La missione di Alexeyev è quella di presentarsi costantemente di fronte alle autorità. Lo fa cercando autorizzazioni per qualsiasi cosa, dalle piccole manifestazioni alle parate del Pride, compresa una a Sochi. Le sue richieste vengono sempre rifiutate, quindi lui e gli altri membri dell'esiguo ma dinamico gruppo di attivisti LGBT si sono adoperati per mettere su dei picchetti di singole persone—che sono legali, anche se non mancano multe e arresti.

Quando gli ho chiesto se teme di finire in prigione mi ha detto: "Non lo so. Dipende da quello che deciderà di fare la corte. Sarà interessante vedere cosa succederà. Una donna che è passata di fronte a me quando siamo arrestati lunedì mi ha chiesto, 'Perché state promuovendo questa cosa?' Le ho risposto 'Non stiamo facendo promozione, stiamo facendo informazione.' Lei ha letto di nuovo il cartello e ha detto 'Infatti, sono d'accordo con te. Conosco persone omosessuali e sono molto carine.' Lo ha detto di fronte ai poliziotti."

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Forse Alexeyev riuscirà a portare il caso di fronte alla Corte Europea, e la Russia verrà sanzionata per le sue leggi omofobe. Ma sembra più probabile che la Russia continuerà la sua crociata per affermarsi come "quella parte d'Europa che non è l'Occidente." E probabilmente è solo questione di tempo prima che gli attivisti per i diritti gay non vengano considerati delinquenti seriali tali da incorrere in pene detentive pesanti.

Questo scenario è probabile, perché al fine di mobilitare gli elettori e di rimanere al potere Putin ha bisogno di nemici, e la comunità gay è un bersaglio facile. Putin ha stretto le viti sulla società civile fin da quando è arrivato al potere per la prima volta ed è stato accolto da crescenti proteste internazionali. Detto ciò, il futuro è tetro per la comunità gay russa e per la società civile non ortodossa, perché Putin farà di tutto per mantenere la sua posizione di paladino (autodichiarato) di quelli che considera i veri valori familiari russi, nazionalisti e ortodossi.

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