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Cosa rende una persona inquietante?

Quando sono in tv li amiamo: basti pensare a Frank Underwood di House of Cards o Walter White. Eppure nella vita di tutti i giorni non siamo così ben disposti nei loro confronti. Adam Kotsko ci ha spiegato perché.

House of Cards, via YouTube

Quando sono in tv li amiamo. Prendete Frank Underwood di House of Cards—è un essere sinistro, inquietante e privo di rimorsi, eppure ci piace. E pensate a quanto abbiamo fatto fatica a celare la nostra ossessione per Walter White, l'antieroe di Breaking Bad.

Ma nella vita di tutti i giorni, stranamente, non siamo così ben disposti nei confronti delle persone inquietanti. Adam Kotsko, un professore dello Shimer College di Chicago, è un esperto del fascino perverso per i tratti caratteriali meno positivi. E in virtù di questa sua conoscenza ha coraggiosamente cercato di scoprire perché siamo così ossessionati da personaggi che, come recita la definizione stessa di "inquientante," dovrebbero causarci "una sensazione di inquietudine o turbamento." I risultati delle sue ricerche sono diventati parte del suo ultimo libro, che riprende un percorso già iniziato con i suoi due volumi precedenti, Awkwardness e Why We Love Sociopaths: A Guide to Late Capitalist Television.

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Ho chiamato Adam per chiedergli come mai, negli ultimi tempi, il piccolo schermo è stato invaso da personaggi strani e inquietanti. Abbiamo anche parlato di quali siano le caratteristiche fondamentali che rendono inquietante una persona, e di come "siamo sensibili ai comportamenti che ci fanno rabbrividire, poiché abbiamo sempre paura di adottarli"—un concetto che spiega molto bene nel suo libro, di cui potete leggere un estratto qui.

VICE: Ciao Adam. Quando hai iniziato a riflettere su questo argomento e come sei arrivato a scrivere un libro sul tema?
Adam Kotsko: All'inizio volevo concentrarmi sull'imbarazzo, ma poi ho deciso di scrivere una trilogia sui tratti caratteriali negativi. In realtà è iniziato tutto come un gioco—un collega stava per scrivere una trilogia, e io nutrivo forti dubbi nei suoi confronti. Così mi sono detto, "Se lo fa lui, allora posso farlo anch'io," e sono finito a scriverla. Ma non appena ho iniziato a riflettere sul concetto di imbarazzo ho capito che era inevitabile arrivare a parlare dell'inquietudine: perché la paura più grande di chi per natura si sente sempre in imbarazzo è di essere percepito come una persona inquietante.

Che approccio hai usato per trovare la definizione di "inquietante"?
La mia ricerca si è basata essenzialmente su conversazioni avvenute con persone di ogni tipo, in contesti di ogni tipo; in particolare, discutevamo della loro definizione di "inquietante" e di quali personaggi televisivi ritenessero più inquietanti. Come dico anche nel libro, la mascotte di Burger King è uno degli esempi su cui chiunque finisce per trovarsi d'accordo.

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Cos'è che lo rende inquietante?
A quanto pare, la capacità di riunire in sé un sacco di caratteristiche diverse. È invadente, irrompe nelle case altrui, è sempre lì che cerca di appiopparti qualcosa. Non ruba, vuole solo venderti un panino. Ma credo che la cosa più inquietante sia che guardandolo non sai cosa può volere o cosa ne tragga, perché ha sempre una maschera che gli nasconde il volto.

C'è anche l'elemento sessuale, immagino.
Certo, il desiderio sessuale tocca spazi che non ci aspetteremmo. La disposizione dei panini nelle pubblicità, per esempio, rimanda spesso alla pornografia. Anche se probabilmente non dovresti voler fare sesso con un panino.

Qual è un buon esempio nella tv di oggi?
In Girls, il personaggio di Lena Dunham è particolarmente inquietante, quantomeno all'inizio. Basta pensare al modo in cui viene presentata la sua nudità nel corso della serie: l'impressione è che venga quasi sbattuta in faccia allo spettatore, e a volte risulta eccessiva. Non è la classica serie della HBO dove la nudità è parte del contesto: è sinceramente fuori luogo. Lo stesso vale per la sua relazione con Adam, anch'egli vagamente inquietante. La loro relazione sessuale ha un che di strano e degradante, e diventa subito chiaro che lei cerchi di stimolare questo aspetto per usarlo come spunto nella scrittura.

E i personaggi di Peep Show?
Certo, Peep Show, come no. Sono entrambi particolarmente inquietanti—così come Super Hans. Prendiamo un episodio specifico, come quando Jeremy decide di donare lo sperma e deve masturbarsi ma non trova niente di pornografico. A quel punto tira fuori una banconota e comincia a masturbarsi sulla foto della Regina. C'è anche la prima scena del primo episodio: quando Mark è seduto sull'autobus, mette la mano sul sedile e Sophie ci si siede sopra. E Super Hans: ogni volta che appare sullo schermo ci rendiamo conto di quanto sia inquietante.

Come dici tu stesso, uno degli aspetti principali che rende un personaggio inquietante è quando non riesce a entrare nella "gerarchia sociale" e per questo trasgredisce certe norme. Come funziona in tv?
Credo ci sia uno schema generale, come quando per esempio un personaggio di sesso maschile è ossessionato da una donna fuori dalla sua portata. Se dopo un po' non lascia perdere, se persiste nel suo intento, diventa inquietante, perché sa già che non riuscirà a portarsela a letto; e allora cosa spera di ricavarne? Credo che il corteggiamento durato dieci anni fra Steve Urkel [personaggio di Otto sotto un tetto] e la sua vicina di casa sia l'esempio perfetto.

E allora perché gli sceneggiatori continuano a tornare su queste figure?
Normalmente le persone inquietanti diventano un capro espiatorio o comunque vengono punite, allontanate. Sullo schermo, invece, ci trovi anche personaggi che ottengono ciò che vogliono. Il loro desiderio, anche se è insolito o strano o sgradevole, viene rappresentato e messo in pratica, e credo che al pubblico piaccia. Trai piacere dal vedere qualcuno fare una cosa trasgressiva che tu non faresti. E poi trai piacere anche dal criticarli. Credo che i personaggi del genere stiano emergendo a mo' di valvola di sfogo nella società contemporanea.

Credi che in un certo senso proiettiamo le nostre tendenze più strane su questi personaggi?
Sì, c'è sempre una certa proiezione. Se pensi al ragazzo nevrotico che ha paura di avvicinare una ragazza, o che pensa 'quella preferisce gli stronzi' o 'non mi noterà mai', ecco, sta effettivamente proiettando il suo desiderio sessuale, il suo stesso desiderio che gli dà i brividi, sulla figura dello stronzo che conquista sempre le ragazze. C'è sempre il desiderio di dissociarti da un elemento di te stesso.

Segui Huw e Adam su Twitter: @HuwOliver, @AdamKotsko