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Cosa succede quando il tuo ragazzo ti tradisce con un'altra

Una volta quando mi credevo furba pensavo, "Guarda che scema la gente, hai l'uomo che ti tradisce e non te ne accorgi?" Poi ho scoperto che essere così scemi è possibile, e avviene secondo una serie di fasi piuttosto precise.

La gente si fa tradire continuamente. Lo dicono le statistiche, lo dicono i traditori al bar parlando con gli amici, lo dicono i libri. Una volta quando pensavo di essere invincibilmente furba me le godevo, "Guarda che scema la gente, hai l'uomo che ti tradisce e non te ne accorgi?" Poi ho scoperto che essere così scemi è possibile. Perché non sarai mai furba come uno dalla cui furbizia dipende il fatto di stare con due persone anziché con una. Ma soprattutto, perché non te ne vuoi davvero accorgere.

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Lo so perché mi è successo, e ho sperimentato appieno quel circolo di paranoia, quasi certezza, negazione e senso di colpa per aver anche solo pensato di avere le corna. E che si conclude inevitabilmente con la conferma che sì, le corna ce le hai. Non è certo un percorso così lineare: nella pratica somiglia più a un valzer, e una volta arrivato alla fase tre probabilmente torni a fare i conti con la prima. È quando arrivi alla quarta, però, che finisce la musica.

FASE 1: LA GELOSIA

La storia delle mie corna comincia con la gelosia. Sua. Gelosia da telenovelas, del passato, dell'inesistente, gelosia delle mie amicizie, gelosa delle mie attività che non comprendessero la sua presenza. Incluse cene io-mia madre o le giornate in ufficio. Lo schema è sempre lo stesso: alle scenate seguono le meta scenate del tipo "Vedi come reagisco, non sono adatto ad avere una relazione," e alla fine, dopo qualche ora in cui piangi tutte le tue lacrime e hai già scritto ad almeno cinque amiche, "È finita," arrivano i pentimenti per le scenate. Io pensavo che se faceva così era perché proiettava su di me quello che avrebbe fatto qualcun altro nella mia condizione. Sapete qualcun altro chi? Lui.

Vittima di questa gelosia inspiegata ma vagamente appagante, mi sono dimenticata di portare alle sue logiche conclusioni questo ragionamento tante volte. A volte questi ragionamenti, come fossero una questione di pura dialettica, si fanno pure, ma finché l'altro non risponde "È vero, ti tradisco," finiscono lì dove sono iniziati.

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Poi sono venute le richieste di spazi. Per due persone che vivono così a stretto contatto potrebbe sembrare una richiesta più che legittima. Io però ero entrata nella dinamica di chi non sta capendo cosa succede, perciò suppone un problema e trova la soluzione: è geloso di me perché abituato a essere vittima di situazioni morbose, perciò sta a me fargli capire che una relazione non deve per forza essere un delirio di controllo. Voleva andare a una festa da solo? Ci andasse. Solo che il mio rispetto diligente degli spazi altrui andava un po' più in là, nel dovermi convincere che vederlo stringere amicizia su Facebook con tutte le partecipanti di sesso femminile fosse assolutamente normale.

In generale, a posteriori ho capito che se la tua persona speciale fa un sacco di cose che non riesci a spiegarti e che lei non riesce a spiegarti senza l'uso di giri di parole o senza scocciarsi, di solito non è perché misterioso è il comportamento dell'innamorato, ma perché ci sono degli elementi che ti sfuggono. Quest'incognita con il nome e cognome di turno spiegherebbe l'equazione molto semplicemente.

FASE 2: LA NEGAZIONE

E non era solo lui a negare qualsiasi accusa, ero io che negavo per lui—e in queste situazioni la negazione diventa sempre più cocciuta mano a mano che diventa cosciente. Così finisci per insistere sulla sua innocenza davanti a chiunque. In pratica negavamo entrambi, perciò nessun tribunale al mondo avrebbe avuto un modo legale di dichiarare comunque sussistente il fatto, per quanto lampante fosse. A meno di prendere in considerazione la sindrome di Stoccolma, o un minimo di buon senso. Che ovviamente le persone che avevo intorno erano molto più propense di me ad applicare.

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Dicevo alle amiche che sì, avevo letto il messaggio in cui invitava una a uscire. Che sì, certo che quando l'avevo scoperto gli avevo fatto una scena madre al telefono. Che un eventuale perdono glielo avrei fatto sudare (salvo poi crollare di fronte alle sue giustificazioni, riassumibili nel grande inganno del"Ma no, volevo solo chiederle una roba di lavoro. Non te l'ho detto prima perché non avresti capito e l'avresti presa male.").

Qui la questione è subdola, perché l'altro instilla in te il dubbio che sia tu il motivo per cui lui deve mentire, tu che con la tua paranoia metti in dubbio la sua innocenza e lo costringi a mentire per non farti esplodere come la bomba di nervi e malfidenza che sei ("sei pazza"). Mi sento ancora mentre dico, "Alla fine una relazione si basa sulla fiducia, se io non faccio uno sforzo di fiducia nei suoi confronti possiamo anche chiuderla qui."

Si diventa più pazzi a vedere cose che non esistono o a chiedersi se le cose vere che si vedono siano in realtà frutto della tua fantasia?

FASE 3: IL RICATTO MORALE

Arriva, prima o poi, il momento in cui i tuoi sospetti da taciuti—quando lui chiede i suoi spazi—a negati—quando quasi lo sgami—diventano un'alzata sarcastica di sopracciglia ogni volta che si parla di una determinata ragazza con delle determinate tette, e si limitano a quello. Ovviamente, dentro di te ti dici che è comunque un gioco che fate, perché la speranza è l'ultima a morire.

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È allora che parte il ricatto morale, l'ultimo stadio in cui il fedifrago cerca di difendere se stesso con un'onestà esibita. È allora che ti vengono dati strumenti con cui potresti provare tutti i tuoi sospetti, ma sei davvero una persona così orribile da usare la sua password, come lui ti sta dicendo di fare? No. Non sei mica paranoica.

"Se vuoi leggere i messaggi, vai. Il telefono è lì."

Mi aveva fregato ancora. Certo che volevo, certo che se non ci fosse stato scritto niente di che me l'avrebbe declamato ad alta voce o anzi mi avrebbe costretto a leggerlo per discolparsi. Ma se avessi detto sì, avrebbe iniziato ad accusarmi di non fidarmi di lui e violare i suoi spazi. E comunque, davvero non volevo leggere.

FASE 4: LA CONFERMA

Poi però arriva il momento in cui lo scopri davvero. È un messaggio che gli arriva mentre lui non è lì per leggerlo, o la volta che li vedi insieme, il giorno in cui ti decidi a mettere insieme tutti i pezzi. Non serve nemmeno sforzarsi a fare un elenco perché sembrerà sempre finto. O, molto semplicemente, perché a volte arriva sotto forma di comunicazione semplice e diretta. "Mi sto vedendo con un'altra."

Nel mio caso, a quel momento ne è seguito un altro in cui credo di aver attraversato la quarta dimensione e visto le scie di luce che circondano le cose. In bagno, con lui sempre nella vasca, mi sono lasciata da sola, in quattro metri quadrati, tra il water e l'accappatoio. E non sono nemmeno sicura di essere riuscita a lasciarlo perché lui aveva tradito me, perché prima che riuscissi a sbattere la porta ha cambiato le carte: la questione non era il tradimento, la questione era che non mi amava più. (Che ripensandoci, vuol dire che mi tradiva anche quando mi amava? Forse vuol dire che non sapeva di cosa cazzo stava parlando?)

Nelle successive settimane di messaggi ha cercato di rimediare. Siamo durati ancora solo un litigio.

La storia non è proprio finita qui, ma lasciamo perdere. La cosa che a posteriori trovo più destabilizzante è questa, non sapere con chi ho dormito per due anni. Mentre scrivo questo post, sul tavolo davanti a me stanno sei biro colorate che mi ha regalato. Quello che voglio dire è che non è facile fare i conti con il fatto che uno come poteva regalarti sei penne colorate gel, nello stesso istante avrebbe benissimo potuto fare tutt'altro.

Thumbnail di Becky Lamming.