FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Murales, balletti, giradischi e canti in rima

È uscita la raccolta definitiva di Rap Violent in the Ghetto Street del Dr.Pira. BLAM!

È uscito il nuovo libro del Dr.Pira. Non è un romanzo fantasy con la copertina cartonata come gli ultimi suoi (editi da Grrržetic, li trovate qui), ma un mega-comic book (edito da The Milan Review, lo trovate qui) che raccoglie tutte le storie di quel fumetto intitolato Rap Violent in the Ghetto Street (da qui in poi: RVITGS). Probabilmente lo sapete già, visto che veniva pubblicato su VICE, ma faccio comunque un piccolo riassunto: parla di sparatorie, sagre, balletti e droga. E poi di 50 Cent, Afrika Bambaataa, Jay-Z, Tiger Woods, Francesco, Roberto, Piero e Marco.

Pubblicità

Viste tutte insieme una in fila all'altra, belle, a colori, queste storie dicono molto sul rapporto tra uno dei più grandi geni del fumetto italiano e l'ormai antica cultura hip-hop, ma siccome l'approfondimento culturale è parte della missione di una rivista come VICE, ho cercato di farmi spiegare ancora meglio dal Pira come va. Dico, il rapporto tra lui e l'hip-hop. Ecco qua:

VICE: Quali sono i tuoi primi ricordi legati all'hip-hop? 

Dr. Pira: In campagna, dove sono cresciuto, avevamo un'idea abbastanza particolare dell'hip-hop: facevamo i graffiti in posti che nessuno avrebbe visto perché così ci sembrava più illegale, e speravamo che un giorno qualche archeologo li trovasse e li studiasse. Abbiamo continuato a dipingere soprattutto perché avevamo letto su Aelle che così ci saremmo salvati dalla droga. Il più grosso riconoscimento è stato essere invitati a dipingere in tutte le sagre della provincia, che erano una figata. Qualche volta ci hanno chiamato anche in province vicine!

Ma più in generale, dimmi le prime cose hip-hop che ti vengono in mente, così.

Murales, balletti, giradischi, canti in rima e, come dice Afrika Bambaataa: "Comprensione".

Giusto, le quattro discipline eccetera. Però io avrei detto anche tipo, "wildstyle". Ti sembra giusto che i writer non lo facciano più?

Mi sembra un po' un peccato, poteva svilupparsi uno stile di scrittura interessante. Dopotutto, può darsi che il passaggio dalla scrittura cuneiforme a quella alfabetica in epoca romana sia andato proprio nella stessa maniera: l'alfabeto che abbiamo ora potrebbe aver prevalso solo perché era più stiloso. La scrittura che utilizziamo ora è troppo vecchia per la nostra epoca. Se facessimo più wildstyle un giorno potremmo avere le tastiere dei computer in wildstyle, scrivere gli sms in wildstyle, eccetera. Sarebbe opportuno.

Pubblicità

I graffitti che hai disegnato all'inizio e alla fine di RVITGS dicono un sacco di cose diverse: "Business", "Aston Martin", "Iron Maiden"… Ti sembra giusto che i writer scrivano sempre solo il loro nome?
In realtà sì. Dopotutto gran parte dei Pokémon sanno pronunciare solo il loro nome, e utilizzandolo con diverse intonazioni sanno esprimere un'ampia gamma di emozioni e significati.

Nella tua intervista a Vice Meets hai detto che vorresti vedere più documentari sui rapper. Ma quando li fanno davvero, non ce n'è mai uno decente. No?
In effetti non ne ho ancora visto uno ben fatto, a parte Kazaam - Il gigante Rap. Mi sembra che nei documentari rap si diano troppe cose per scontate. Perché quando si parla di salmoni ti spiegano perché risalgono la corrente del fiume al contrario ogni anno, mentre nessuno spiega perché i Kriss Kross indossavano i vestiti al contrario, per esempio?

Mi piacciono molto i finali di questi racconti. Particolarmente quello in cui Roberta dice a Federico: "La tua sincerità è eccezionale, andiamo a limonare nell'ambulanza." Qual è il tuo preferito?
In genere mi piacciono quelli che finiscono nell'Antica Grecia. Vorrei che tutte le storie (anche quelle fatte da altri) si concludessero così, ma mi rendo conto che alla lunga potrebbe risultare noioso.

In queste storie viene sempre fuori la magia. Alla fine sei tipo un autore urban fantasy. O del realismo magico. Comunque. Mi sembra di capire che se nei fumetti non succedono cose strane e fantastiche, non ti piacciono.
In un fumetto, con lo stesso budget puoi fare un normale dialogo in un bar, oppure far entrare un personaggio con la faccia gigante che all'improvviso esplode generando una popolazione di nani che distruggono l'intera provincia. In un film sarebbe molto più complicato. Quindi perché no? Nonostante questo, non so spiegarti perché faccio certe scelte nelle storie piuttosto che altre.

Pubblicità

Parliamo di stile. Credo che l'uso della prospettiva sia una delle cose più importanti in queste storie. Come ci sei arrivato? 
A un certo punto della vita ho deciso che bisognava prendere esempio dai popoli più pratici. Va bene il Rinascimento, ma chi l'ha detto che bisogna utilizzare quel tipo di prospettiva per qualsiasi cosa? Nell'antico Egitto, in Mesopotamia e nel Medioevo si tramandavano storie disegnandole  secondo canoni rappresentativi diversi, che tutto sommato avevano un sacco di vantaggi pratici. Gli assiri, i vichinghi: gente concreta, funzionale!

Fai delle bozze o degli storyboard prima di disegnare una storia?
Tempo fa ho acquistato una Moleskine per sembrare uno scrittore quando passavo del tempo nei bar. Da allora ho cominciato a scrivere dei soggetti, che sono di una riga, tipo (te ne leggo un paio): "Il cattivo è costretto ad accendere un mutuo quando perde", "Topo fa da babysitter a una scimmia". Dopo passo molto tempo meditabondo e se mi guardano male faccio dei disegni.

Il tuo amico Ratigher dice che tu hai una filosofia di vita fantastica, grazie alla quale riesci a far sì che la tua attività principale sia quella che ti porta via meno tempo. Mi spieghi come fai?
Il fatto è che disegnare non mi piace, quindi svolgo una serie di attività parallele che chiamo "ricerca e sviluppo", e che ufficialmente dovrebbero servire a darmi idee più originali, poi in realtà sono cose che pratico perché mi piacciono: cose come il campeggio in montagna, le spedizioni in cerca di manoscritti sconosciuti, la ricerca psichica e il minigolf. Sono occupazioni che richiedono molto tempo, e questo spiega perché devo sempre disegnare molto in fretta.

Segui Michele e il Dr. Pira su twitter: @micheleRserra //  @dr_pira

Puoi comprare RVITGS sul sito del Milan Review