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Música

I guerrieri dell'hard bass russa

La scena hard bass russa è passata da catalizzatore dell'esplosione ormonale di alcuni ragazzini a manifestazione politica.

Quella che è nata come una versione russa dell’hard house si è diffusa nel mondo tramite i social media ed è diventata una forma di protesta virale. Le crew hard bass organizzano flash mob chiamati “mass attacks” in cui gruppi di giovani incappucciati ballano con fare aggressivo per le strade mentre i passanti confusi aumentano il passo e fanno del loro meglio per evitare il contatto visivo. L’intero rituale viene filmato e caricato su YouTube, dove invece di morire sotto il fuoco di fila dell’odio dei guerrieri della tastiera, è riuscito a ispirare nuove crew hard bass che sono spuntate in tutto il continente, sempre più a ovest.

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Nata a San Pietroburgo nei primi anni 2000, l’hard bass è come ogni altro tipo di musica dance popolare tra i giovani europei che si vestono con abbigliamento sportivo a basso costo: tra i 150 e i 160 BPM, ritmo in 4/4 e dozzinali synth anni Novanta. È, in sostanza, donk russo. L’unica vera differenza è che invece di sentire lo sbiascicare di uno di Manchester, ogni tanto c’è un MC russo che sbraita in cirillico cose che ho avuto troppa paura per incollare in Google Translate.

Sostenuta da produttori locali come DJ Snat, Sonic Mine e XS Project, la Jutonish, etichetta discografica dedicata, soddisfaceva ogni bisogno degli appassionati di hard bass. A detta di tutti, l’hard bass non sarebbe decollata al di fuori di San Pietroburgo per i due anni successivi, e anche i moscoviti sembravano preferire l’ascolto del suono dei macchinari sovietici sul sound di San Pietroburgo, ma alla fine, l’hard bass sarebbe arrivata alle orecchie di tutto il mondo.

Il fatto che si potesse suonare un pezzo hard bass a una serata gabber in Olanda, o a un rave in Spagna, significava che c’era un processo di impollinazione incrociata tra le scene, i DJ europei suonavano alle feste hard bass in Russia e viceversa. È così che Dr. Poky, volto principale dell’etichetta Sound Makers, è emerso da un mare di facce smandibolanti per diventare il messia dell’hard bass, predicandone il vangelo attraverso una campagna di marketing su Facebook. Originario delle steppe dell’est della Russia, Dr. Poky si è dapprima trasferito a Madrid, dove si è fatto un nome nella scena locale, poi, definitivamente, in Francia. È stato durante un fatidico viaggio in Russia che ha incontrato per la prima volta i famigerati "pumping dancer" dell’hard bass.

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“Quando ero in Russia nel 2009 a fare il DJ, ho visto dei video su internet di due o tre ragazzi che ballavano hard bass in strada per scherzo,” mi ha detto su Skype Dr. Poky, “hanno messo il video in rete, su VKontakte.” Se non siete pratici delle piattaforme-clone dei social media, VKontakte è la risposta russa a Facebook, con 195 milioni di profili, per lo più in Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia e Kazakistan. L’hard bass ormai aveva un pubblico, e come abbiamo visto con "Gangnam Style" e Soulja Boy, con l'aiuto di facili risate e un video virale, anche voi potete lasciare la vostra impronta nei lombi globalmente connessi della moderna cultura popolare.

Nel 2010 hanno cominciato ad apparire filmati analoghi di proseliti in Bielorussia, Ucraina e in tutta la Russia. I pumping dancer ballavano nelle scuole, nei centri commerciali, sui mezzi pubblici, sui campi da calcio e anche sui gradini del Bolshoi di Minsk. I gruppi possono essere piccoli, di tre o quattro ragazzi (sono praticamente sempre ragazzi), o di diverse dozzine, ma l’obiettivo generale è far sì che balli più gente possibile in un luogo originale in cui nessuno l'ha mai fatto prima, o in un luogo in cui si causa il maggior disagio⎯e se non c’è il video… non è successo.

Nel caso abbiate difficoltà a visualizzare questo ballo, lasciate che ve lo spieghi⎯immaginate un gruppo di ragazzi ingobbiti che schiacciano dell’uva, con le braccia piegate all’altezza del gomito e le mani che fanno il gesto che vuol dire “rilassati” tra i tipi da spiaggia, mentre dimenano casualmente gli avambracci su e giù. Questa è la pump dance.

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Fin dall’inizio, hanno cominciato a emergere dei tratti comuni; i pumping dancer erano sempre bravi nel rappresentare il loro paese o la loro città, e la maggior parte dei video era ambientata in luoghi caratteristici che probabilmente appaiono nei depliant dell’ente regionale per il turismo, “Si tratta di mostrare la città in cui vivi, le attrazioni principali. Questa è la mia città e io la amo⎯balliamo l’hard bass anche qui,” rivela Dr. Poky.

Un’altra caratteristica comune era un diffuso senso di aggressività tutta virile, e l’abbigliamento sportivo a basso costo, tanto che gli "attacchi" sembrano scene di lotta tratte da film sugli hooligan tipo The Football Factory. In un video ucraino, due gruppi di giovani incappucciati si affrontano in un sottopassaggio; hanno le mani alzate sopra la testa e fanno cori da stadio. Dopo una breve pausa, caricano la controparte con una mossa che mi ricorda il wall of death che ho visto a un concerto degli Agnostic Front quando avevo 15 anni, prima di disperdersi all’impatto in un'esplosione di pump dancing. È come guardare un adattamento musicale delle rivolte che ci sono state nell’estate 2011 a Londra.

In tutta sincerità, questo non vale unicamente per l’hard bass; uno dei più importanti inni gabber è “Rotterdam Hooligan” del Rotterdam Terror Corps, che include una campionatura  dei cori dei tifosi del Feynoord. Considerando la duratura popolarità dell’hard bass tra i teppisti del calcio, spiega Dr. Poky, “È facile attirare gente e fare un video. È una pubblicità a basso costo per mostrare quando sono duri.” Sono piuttosto sicuro che il ballo non sia più stato usato per intimidire le persone da quando i Jet e gli Shark si sfidarono in West Side Story, ma va be’.

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A un certo punto, verso la fine del 2010, l’hard bass si è fatta strada su YouTube, arrivando all’attenzione globale. Nel corso del 2011, sono spuntate crew hard bass in Slovacchia, Serbia, Lituania e in Repubblica Ceca; a Belgrado un "attacco di massa" ha attirato circa 200 ragazzini a malapena pubescenti, altri hanno avuto luogo in posti lontani come la Francia, la Spagna e anche il Cile.

Gli attacchi di massa avevano luogo sempre più spesso fuori dai palazzi del governo e, a un occhio inesperto, devono sembrare proteste politiche espresse attraverso maldestri movimenti. Stavano cercando di dire qualcosa ai politici? Dr. Poky spiega: “Alcuni filmano perché adorano l’hard bass e vogliono condividere queste scene, ma altri usano i video per promuovere i loro fini. In Cile, gli studenti li hanno usati per protestare contro i tagli del governo all’istruzione, in Serbia alcuni hanno usato i video per protestare contro il Kosovo.”

La prima crew che ha utilizzato esplicitamente l’hard bass in forma politicizzata è stata la russa “Hard Bass School”, i cui componenti si consideravano i Minor Threat del blocco orientale. Come ha detto Dr. Poky: “Ci sono dei video su internet con un tipo che fuma, poi arriva un ragazzo che dice ‘Perché sprechi il tuo tempo e i tuoi soldi fumando o prendendo droghe? Dovresti mettere una maglietta dell’Hard Bass School e ballare hard bass!’” Sì, sballiamoci con le magliette!

In Belgio, Jeune Nation⎯la sezione giovanile in stile Gioventù Hitleriana del movimento nazionalista francese, Nation⎯usa l’hard bass nella sua battaglia contro l’Islam. Mentre i supermercati e le mense scolastiche si adeguando sempre più alla dieta Halal, sono scesi in strada lo scorso aprile indossando maschere da maiale e hanno messo in atto un attacco di massa in difesa del loro inalienabile diritto a consumare prodotti suini. I vantaggi politici sono stati limitati, ma non così il desiderio diffuso di altri attacchi di massa. In Repubblica Ceca, i gruppi hard bass antiautoritari sono convinti che la crisi economica segni l’inizio di una rivoluzione delle controculture, come spiega Mord: “La società sta vacillando sull’orlo del baratro. L’attuale crisi finanziaria non è soltanto un problema economico; è una crisi culturale. Pensiamo che ci sia all’orizzonte un grande cambiamento sociale, una rivoluzione. Vogliamo contribuirvi.”

Ok, ma ballare non è una maniera un po’ vaga per dichiarare un intento? Perché non fate degli striscioni e gridate slogan come fa chiunque altro? Mord, membro di una crew, risponde, “Quella è soltanto un’altra forma di comportamento approvata dal sistema. Come pensi di protestare contro il sistema se ne segui le regole? Come pensi di cambiarle se le segui? Prendi il movimento Occupy Wall Street. Dove sono ora? Che cosa hanno ottenuto?”

Ma in che modo la simulazione degli stadi iniziali del processo di vinificazione è una tattica rivoluzionaria migliore della disobbedienza civile? “Pensa al potere simbolico! Gruppi di gente mascherata che fa rumore e balla dove non dovrebbe farlo sono molto più oltraggiosi di una quantità dieci volte maggiore di persone che marciano con degli striscioni gridando slogan! Noi spingiamo la gente a pensare un po’ di più a quello che vede intorno a sé; le persone sono desensibilizzate alle folle che protestano, ma tutti reagiscono all’hard bass." Anche se Nenad, di una crew hard bass serba, ha aggiunto una risposta più sensata: “Per noi è una forma di socializzazione e di intrattenimento che ci permette di esprimere le nostre opinioni. Forse non cambieremo nulla, ma almeno possiamo esternare la nostra posizione.”

E immagino che sia questo il vero senso dell’hard bass⎯sono solo dei ragazzi che cercano di gestire le botte ormonali dell’adolescenza come meglio riescono, e ci mettono in mezza anche qualche sorta di scopo e di senso di appartenenza. Quando una crew hard bass di Praga si è ritrovata per andare a raccogliere spazzatura in un bosco, non credo che a molti di loro importasse qualcosa dell’ambiente, o che qualcuno di loro abbia mai sognato di combattere le baleniere giapponesi con la Sea Shepherd Conservation Society, probabilmente volevano solo passare un po’ di tempo con i loro amici. Perché, fondamentalmente, la pubertà fa schifo e non tutti possono diventare la reginetta del ballo della scuola, quindi perché non darsi all’hard bass?