Una Peroni dar bangla con Tunonna
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Musica

Una Peroni dar bangla con Tunonna

Abbiamo parlato con Tunonna di "Pagliaccio di Ghiaccio", del suo nuovo album e di molte altre cose.

Sono giorni in cui appena apri l'Ansa (detta amichevolmente Ansia) sembra un necrologio continuo: minacce di guerre nucleari, olocausti, crisi di tutti i tipi, assassini. Come ti giri le autorità chiudono locali, fanno come gli pare, ti sotterrano di rifiuti solidi, mandano in galera gli innocenti, ci tassano a cazzo di cane. Evidentemente vogliono farci sentire una merda e, diciamolo, ci riescono pure. Nonostante ciò, o forse per reazione, fra la gente c'è questo desiderio di tornare a ridere, a prendersi in giro, a esorcizzare i mali della contemporaneità dietro il lazzo. Ricordate il vecchio motto "una risata vi seppellirà"?

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Abbiamo deciso di approfondire l'argomento con Silvia Sicks aka Tunonna. Fenomeno esploso grazie a internet che in questo ultimo periodo sta definendo un modus operandi che rischia di fare proseliti: canzoni scritte giustamente senza alcuna ambizione, solo per puro divertimento, che narrano un sottobosco di personaggi strampalati che con le loro manie e le loro assurdità in qualche modo sono un antidoto ai mali della contemporaneità e ci fanno sperare in quella cosa imperfetta, e per questo buffa, chiamata umanità.

Ho incontrato Silvia una mattina, prestissimo, in un bar bangla di zona dopo che avevamo entrambi dormito due ore: lei è in fase di promozione del suo ultimo disco, intitolato Buono, uscito per ÙA, etichetta gestita da lei stessa. in questo stato di dormiveglia ne è nata un' intervista in cui l'umanità la fa , appunto, da padrona: col suo piglio da "core romanaccio" Silvia sembra una Gabriella Ferri che aggiorna gli stornelli in senso demenziale, anche se poi – come leggeremo- le sue influenze sono paradossali, un po' come i personaggi delle sue canzoni.

Noisey: Allora, cara Tunonna, mi vuoi raccontare le origini di questo progetto?
Tunonna: Le origini sono in cameretta, fondamentalmente. Ho sempre registrato tipo roba random soprattutto la mattina, perché so' fresca, come puoi sentire adesso dalla mia voce [ride]. E niente, in realtà ho sempre scritto canzoncine così, stupide, per cazzeggiare. Per un periodo m'hanno fatto pure suonare, il primo concerto l'ho fatto al Sinister Noise, pensa, nel 2007/2008 mi pare. E poi mi sono presa malissimo perché ho cominciato a dire "oddio, mo' tutti pensano che sia 'na deficiente"… cosa che pensano tuttora a dieci anni di distanza [ride]. Comunque dopo due o tre concerti e ho smesso di fare 'sta roba perché volevo fare roba più seria, tra virgolette.

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Ad esempio? Che facevi?
Stavo sempre in camera e registravo altre cose tipo solo strumentali… fatte malissimo. Ovviamente non le facevo sentire poi a nessuno.

Ma non avevi la band?
Sì, la band sono i [Godog], con Claudia Rae aka Cassandra del Dal Verme, ancora in attività. Altro gruppo SERISSIMO come già si intuisce dal nome [ride]. In realtà poi mi sono concentrata fondamentalmente solo su quella. Adesso ci siamo ancora, solo che proviamo una volta ogni due mesi e ogni volta che suoniamo dal vivo è come se fosse una reunion. Quindi all'inizio ho accannato la parte acustica, però in realtà le canzoni le ho sempre scritte per farle sentire agli amici da 'mbriaca perché così ci divertivamo. La svolta che mi ha fatto un po' ritornare voglia, il motivo per cui un po' mi hanno spinto e mi sono auto spinta a ricominciare a fare 'ste cose, è stata quando mi hanno fatto registrare la cover di "Pagliaccio di ghiaccio" di Metal Carter, che in realtà avevo già fatto nel 2007 un anno dopo che era uscita l'originale. Me l'hanno fatta registrare appunto uno o due anni fa, non mi ricordo, ma alla fine l'ho messa su YouTube. E proprio Noisey fece l'articoletto, da cui poi tra l'altro mi sono convinta pure a tenere il nome Tunonna.

Ah si? Quindi è un nome postdatato diciamo.
Praticamente sì, ho messo 'sta cover su YouTube così, registrata in studio, e il giorno dopo mi chiama Claudia e mi dice: "'A Si', ma hai visto che ce sta l'articolo su Noisey su 'Pagliaccio di ghiaccio'?" E io: "Ma che cazzo stai a di'?".

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E da lì nacque la popolarità.
La cosa che mi ha fatto più ridere è stata appunto che nell'articolo si riferivano a me con lo username che ho su YouTube, tunonna appunto. Praticamente quando mi sono andata a iscrivere su Youtube prima ho messo Sicks, che è il nome con cui firmo le cose che faccio di solito, e mi diceva "già preso". Qualche stronzo l'aveva già usato, quindi ne ho provati altri, ora non ricordo quali, ma mi diceva sempre preso, preso, preso… a un certo punto ho sbroccato e ho scritto TUNONNA, cioè proprio la prima cosa che m'è venuta in mente, e me l'ha accettato! E quindi su Noisey hanno scritto: "non sappiamo chi sia Tunonna, però ha fatto questa cover…" e sta cosa m'ha fatto un sacco ride', e ho detto vabbè, sai che c'è? Teniamocelo sto nome, funziona.

Una storia un po' alla Residents, diciamo. Ma invece con la ragione sociale di Silvia Sicks tu fai tutt'altro no? Volantini, illustrazioni… fai un po' di tutto da quel punto di vista.
Sì, questa è una cosa che faccio da un botto di tempo. Fondamentalmente flyer di concerti punk e non, diciamo della scena, passami la parola, copertine di dischi… insomma, tutta roba legata fondamentalmente al mondo della musica, del punk, della musica underground. Diciamo che quella sarebbe la mia attività principale, poi non ci campo come ben sai, frequentando spesso il bar dove lavoro visto che ci fai le interviste, stavolta per fortuna sto dall'altra parte [ride].

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Ma perché dicevi che pensavi di apparire stupida? Non credi che quello che fai sia nel filone del punk demenziale vecchio stile, quindi rispettabilissimo?
No no, non credo di fare quel tipo di roba là. Io fondamentalmente sono una persona… depressa.

Ahahah ma dai!
Sì! [ride] Però in tutte le cose che faccio cerco di non accollarmi, cioè nel senso quelle cose megadepresse… oddio che palle! Mi rompo il cazzo a sentire gli altri, figurati me stessa. E quindi ho sempre cercato di fare queste cose che siano un po' na via di mezzo tra l'ironico e il malinconico, però diciamo che la parte ironica nelle mie cose pure coi Godog è abbastanza preponderante. Per cui all'inizio di questa faccenda acustica, essendo da sola, non lo so… avrò avuto 'sta paura di sembrare troppo scema.

E però, almeno nel modo di porti, ci saranno dei punti di riferimento, seppur minimi, presi dal demenziale no? Dico musicalmente almeno. C'è anche una cover dei Prophilax nel disco, quindi…
Ma in realtà musicalmente io credo che la vena amara esca fuori, però edulcorata da tutta questa ironia che c'è di fondo… Appunto, che ne so, una delle canzoni più vecchie che stanno nel disco che già facevo all'epoca, per dire, è "Marco Jeans", una canzone che parla appunto di un feticista di jeans e peraltro è una storia vera! Cioè quindi cerco di evocare queste situazioni, questi personaggi un po' tra il grottesco e il malinconico, però all'epoca avevo pure 21/22 anni.

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Quindi diciamo che sei un po' una cosa più vicina allo spirito, chessò, di Jannacci, famoso per i suoi personaggi presi dal bar.
Sì sì, non mi rifaccio a musica totalmente demenziale, anzi. Mi piace molto il trash, però mi piace anche mischiarlo a cose un po' diverse. Ad esempio il mio punto di riferimento assoluto, un picco che ovviamente non toccherò mai nella vita perché non sono capace, è Lucio Dalla. Sono una megafan di Lucio Dalla. Mi piace perché faceva questi abbozzi un po' ironici un po' che fanno ridere perché è vero. Quella è la cosa.

Tu canti in italiano, che per fare roba del genere è fondamentale: perché facciano sorridere, i testi devono essere capiti, forse molto più delle cose serie.
Certo, anche se poi come punto di riferimento ho anche tutta quella musica anni Novanta, tipo i Nirvana se vogliamo… allegria! [ride] Perché io sono rimasta ferma proprio ai sedici anni, quindici anni, proprio non mi sono mai spostata. E quindi ho cercato di fare un mischione fra cover trash, Lucio Dalla, musica anni Novanta, Nirvana, anche un po' di emo se vuoi. Emo anni Novanta sempre, rigorosamente [ride]. Tipo ad esempio la canzone "Gelardo" si rifà un botto a quelle cose, testo che parla di un ragazzo grasso, un pezzo triste… pure lì è ironico, ma la musica si rifà un botto all'emo anni Novanta.

Quindi sei in un certo senso l'anti-Gomma, no?
Boh, ho sentito solo un pezzo. Ho più che altro letto delle polemiche su di loro.

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Polemiche basate sul fatto che di base copiano Tunonna? Cioè Tunonna fa quello perché lo fa, loro probabilmente fanno la stessa cosa, non lo sanno e vengono presi sul serio.
No, in realtà forse più che imitatori sono rettiliani [ride]. Ho letto parecchie cose complottiste su di loro, ma lasciamo stare… 'sti gossip mi fanno impazzire, mi fanno tajà.

E poi il trash. Tu intendi thrash metal o trash nel senso nazionalpopolare del termine?
No no, io intendo trash in quanto trash, non thrash metal (anche se mi piace anche quello). Diciamo che sono sempre stata una fan accanita di tutto ciò che fa ridere, però la cosa che mi piace dei pezzi trash è che dietro c'è sempre una vena di alto disagio: per dire, ai live faccio la cover della sigla di Fantozzi.

Ah beh, capolavoro! Fra gli autori c'era Fabio Frizzi.
È una cosa malinconica per antonomasia, basta rifarla solo chitarra e voce che… lì per lì fa ridere, ma è anche una bella presa a male… mi piace questo effetto.

Beh, Villaggio è sempre stato di una cattiveria unica. Non direi che si tratti propriamente di trash, quindi, basandoci su questo, per te fondamentalmente il trash non esiste. Cioè lo citi ma alla fine è solo una sigla dietro alla quale si nasconde semplicemente l'aspetto straniante, che quando è ok è ok, fine delle discussioni..
Io vedo sempre il lato umano del trash, come quando vedi i video su YouTube di sta gente che fa cose assurde o che fanno ridere perché sono brutti o ridicoli… io rido però in realtà un po' mi commuovo pure.

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Quindi la tua depressione la curi così?
Alla fine sì. Perché è tutto serio, tutto è una presa a male, e farlo diventare troppo serio pure nella musica alla fine s'accolla, e a me non me piace accollamme e tantomeno la gente che s'accolla.

Con questo progetto stai girando parecchio, c'è poco da deprimersi.
Sì, e non capisco per quale motivo tra l'altro [ride]. In realtà sta andando bene, mi stanno chiamando parecchio per suonare in giro per l'Italia. Solo ad aprile ho suonato praticamente tutti i fine settimana, sto diventando stupida… infatti ora voglio già scrivere pezzi nuovi perché mi sono rotta le palle di sentire i pezzi vecchi [ride].

E invece che mi dici del disco nuovo?
Buono è uscito a inizio anno, l'ho presentato al cinema Palazzo di Roma il 7 gennaio. Tra l'altro la fortuna ha voluto che lo presentassi con Giancane, perché siamo amici di vecchissima data. Tra l'altro pensa, il primo concerto che lui fece al Sinister Noise fu quella volta che suonò con me, io gli chiesi se voleva accompagnarmi alla chitarra, non era ancora Giancane. Quindi dopo dieci anni ci siamo ritrovati a suonare insieme e ho rischiato l'infarto perché c'erano un miliardo di persone… per lui ovviamente, non per me! [ride] Ho rischiato di svenire perché ero abituata a suonare davanti a quindici persone. Forse pure quello mi ha un po' aiutata a far girare l'album.

Il disco è uscito per la tua etichetta personale, no? Parlamene un po', sono curioso.
Anche qui sono stato un po' fortunata nella serie di eventi che m'hanno portata a fare uscire il disco. In pratica abbiamo fondato questa etichetta che si chiama "ÙA!", dischi e fumetti—si pronuncia con l'accento sulla U, tutti dicono UÀ—insieme a Pietro, Lorenzo, Diego, Federico e Alessandro. Siamo in sei in totale. L'idea era quella di unire dischi a fumetti, cioè fare degli split fra un gruppo e un fumettista e fargli fare il lavoro, tra virgolette, insieme. Quindi ogni uscita che noi facciamo è abbinata a un fumettista: non è l'idea del secolo ma ci sembrava una cosa fica. Per ora ne abbiamo fatte uscire tre, presto ne usciranno un altro paio.

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Stando io dentro l'etichetta, ed essendo Lorenzo anche un fonico, mi ha registrato lui il disco allo studio Cinque Quarti di Roma—e poi sono stata fortunata pure perché il fumetto me l'ha fatto Zerocalcare che è un amico, e si è prestato a fare questa cosa. Quindi la gestazione del disco è stata molto più tranquilla rispetto a dovermi pagare uno studio. In quel caso avrei dovuto farlo in un giorno, perché non mi sarei potuta permettere di fare altrimenti. Invece grazie a Lorenzo me la sono potuta prendere più comoda, ho potuto mettere in mezzo altra gente che mi ha aiutato a suonare, eccetera.

E poi a distanza di poco è uscita anche la cassetta su Amor Proprio Records, no? Sei prolifica, diciamo.
Sì, fa ridere perché in realtà è uscita prima la cassetta. È andata così: mentre registravo il disco, Gaetano di Amor Proprio ha deciso di fare questi split in cassetta chiedendomi delle B side. Quindi è uscita prima la cassetta con le B side e poi il disco, di solito è il contrario! È uno split con Mascia T. Praticamente gli ho mollato delle registrazioni casalinghe e la cassetta era pronta. Infatti ho suonato anche al festival dell'etichetta, l'Amor Proprio fest, ho fatto un live [nel negozio di dischi] Radiation recentemente, è stata una kermesse di quattro giorni.

Beh da Radiation in effetti si presta il live intimo, acustico. Ma perché suoni in acustico? C'è un'estetica dietro o è un fatto di necessità?
Innanzitutto è per una faccenda di facilità. Come ti ho detto queste cose le suonavo così, da sola, in cameretta. E poi non è che sia una grande musicista, non so usare i pedali o, meglio, li so usare ma m'impiccio facile—quindi mi piace la roba il più semplice possibile. E infatti, ho voluto mantenere questa cosa pure nel disco. Ci sono delle aggiunte, ma i suoni sono parecchio scarni, proprio perché non volevo che poi vedendomi dal vivo la gente dicesse: "Ma che è sta cosa?" "Ma come, nel disco ci stanno i droni e poi live questa suona la chitarrina così, accordata normale?" Mi piace proprio la faccenda acustica, ma in realtà all'inizio suonavo con la chitarra elettrica, la chitarra acustica manco ce l'avevo [ride].

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Infatti, mi ricordavo questa cosa.
Avevo solo una chitarra classica mezza sfondata, con quella ci ho scritto i pezzi. Poi live non la usavo perché era impossibile, quindi usavo la chitarra elettrica. Poi invece per il compleanno mi hanno regalato la chitarra acustica… insomma, so' 'na poveraccia! [ride]

Pensi che la tua estetica sia più hi-fi o lo-fi? Il lo-fi è ovviamente storia di intimismo, se vogliamo di isolamento…
Sicuramente mi sento più lo-fi, anzi, in studio è stato difficilissimo perché è un attimo farsi prendere la mano, puoi fare veramente qualsiasi cosa, ed è fico sentire i tuoi pezzi che diventano sempre più "alti", pure a livello di qualità. Però lì sono dovuta stare molto attenta perché appunto volevo mantenere quella dimensione un po' in bassa fedeltà, da cameretta appunto. Nel prossimo disco però sicuramente metterò la Filarmonica di Vienna [ride].

Rispetto invece ai personaggi femminili, alle cantautrici un po' storte, scoppiate, improbabili, tipo, chessò, Maria Sole… Quali sono le tue eroine, rispetto a queste cose che fai?
Oddio, in realtà io sono rimasta parecchio indietro, non saprei. Ma non perché non m'interessi quello che fanno gli altri, proprio perché gli ascolti che faccio io non sono in realtà propriamente simili a quello che poi faccio effettivamente. Io mi sento il punk, vado a vedere i concerti punk.

Attitudine che nella scrittura dei tuoi pezzi c'è tanto.
Sì. Ti posso dire le figure femminili che mi piacciono parecchio, ad esempio Maria Violenza. Ho suonato a Carpi a un festival che si chiamava Girl in a Band, solo gruppi femminili, e in effetti ci sono parecchie cose da scoprire rispetto a questo mondo.

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E rispetto al disagio come ti rapporti?
Beh, mi ha un po' rotto i coglioni [ride]. Cioè, che cos'è il disagio? Siamo tutti disagiati alla fine. L'abuso di questa parola mi ha un po' rotto le palle, un po' come l'abuso della parola benessere.

Ti faccio questa domanda perché Tunonna, forse, piace cosi tanto perché ci mette in fronte al nostro disagio—ridendo, sì, ma sempre disagio è.
In un certo senso mi piace che il disagio ce l'abbiamo tutti. Ma se dobbiamo farlo vedere ridiamoci anche su. Già la vita è tanto amara, compramose 'na chitara! [ride]

È questo il messaggio che vuoi dare ai giovani lettori di Noisey che magari stanno impicciati? O gli vuoi dire qualcos'altro?
E che voglio dire? Innanzitutto che è mattina presto, sia io che Demented non siamo in formissima, quindi insomma, secondo me nelle interviste dovrebbero mettere l'orario in cui sono state fatte, così le figure di merda sono giustificate. [ride] In realtà la mattinata è iniziata abbastanza bene perché mi hanno fatto riempire dei moduli della Siae, e io amo l'odore dei moduli al mattino.

Cosa?
Sì, sto in fissa. Il mio immaginario si rifà molto all'INPS, alla modulistica. La burocrazia la odio, però in fondo la amo anche, come i vecchi che si lamentano della fila però alla fine un po' gli piace quella situazione. Per cui, per questioni di vita, in qualche maniera mi ritrovo ad averci a che fare continuamente. Che ne so, dal rifare la carta d'identità a fare l'esenzione per il ticket, alla motorizzazione, alla posta, l'indennità di disoccupazione… non so perché la mia vita è perennemente costellata da 'ste cose, ma ho imparato ad amarle. Ecco, quello è il disagio vero [ride].

Ma i tuoi testi contengono dei riferimenti a 'sta cosa della modulistica?
Sì, anche. Certo, un pezzo proprio solo sulla modulistica ancora non l'ho scritto, però sì: l'INPS ogni tanto appare [ride]. Vabbè, ma è quell'immaginario fantozziano che a me piace un sacco perché, appunto, è vero.

E qual è il tuo scrittore preferito vista questa strana passione? Kafka?
Guarda, ti confesso: io mi vergogno sempre un po' di 'sta cosa, ma io non leggo tantissimi libri. Io leggo un botto di fumetti, perché sono ignorante [ride].

Ottimo. Quindi per forza di cose la tua musica è una specie di bozzetto fumettistico, sei una comic-cantautrice.
Beh, sì, mi rifaccio ai fumetti in ogni mia cosa, dalle locandine alla musica. Perché io in realtà non so leggere, guardo le figure [ride].

E quando mi diventerai come i Gorillaz? Tipo che diventi un fumetto in video?
Guarda, ho pensato di fare un video in 8 bit, anche se non è un'ideona secondo me può venire fico. Tipo il video di "A caccia di Peroni", fatto tipo Supermario, che lui arriva a fine livello e invece della principessa c'è ogni volta la birra sbagliata: la Nastro Azzurro, la Menabrea, ma alla fine lui arriva a prendere la principessa, la Peroni. Insomma un video giocabile.

Nel tuo immaginario la Peroni è importantissima, no?
Sì, perché in realtà io ho fatto tutto questo cercando di farmi sponsorizzare dalla Peroni, prima o poi. Gli ho pure mandato il pezzo sulla pagina ufficiale della Peroni, perché questo pezzo, appunto "A caccia di Peroni", parla della Peroni come araldo della birra. La Peroni del bangla da 66 cl poi in particolare, a un euro e venti, a volte a un euro e dieci. Per me è importantissima perché è proprio l'immaginario de uscì, annà dal bangla e piàsse la Peroni che è proprio "la serata". Tra l'altro la sorella del mio coinquilino lavora alla Peroni, l'hanno assunta da un annetto e lei ha fatto sentire il pezzo alle sfere alte della Peroni che ovviamente non se lo sono proprio inculato [ride], anzi adesso probabilmente mi faranno una diffida [ride].

Beh però potrebbe andare invece a finire bene, com'è successo a Vasco con la Coca Cola.
T'immagini? Fornitura a vita! Una volta i veri artisti e musicisti morivano d'overdose, oggi di Peroni del bangla. Questo è proprio il sintomo della crisi!

Buono, il primo album di Tunonna, è uscito a inizio 2017 per ÙA dischi insieme a un fumetto di Zerocalcare. Ascoltalo in streaming e acquistalo su Bandcamp.

Demented è su Twitter: @DementedThement.

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