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Tecnologia

Probabilmente gli alieni sono degli artisti

La fantascienza ha sempre immaginato le abilità tecnologiche degli alieni—perché non quelle artistiche?

Considerate praticamente ogni racconto di fantascienza e vedrete che gli alieni vengono descritti come una civiltà tecnologicamente molto avanzata, di solito con armi laser, comunicazione telepatica e navicelle che viaggiano alla velocità della luce. Ma l'arte dov'è?

Se esistono delle civiltà aliene, probabilmente sono costituite in gran parte da artisti; o almeno, questo è ciò che sostiene David Grinspoon, ricercatore di astrobiologia della Library of Congress. Perché quindi non immaginare come sarebbe uno scenario del genere?

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È questo il motivo che ha spinto Grinspoon e Ka Chan Yu, curatore presso il Museum of Nature and Science di Denver, a formare la House Band of the Universe—in parte per immaginarsi come potrebbe essere la musica aliena, ma anche per mostrare a un pubblico decisamente umano che l'universo oltre la terra probabilmente non è solo astrofisica, reazioni chimiche e rocce spaziali.

La band si è esibita in due show questo weekend a Washington. È un mix di jazz funky, di dialoghi sull'astrobiologia e riflessioni filosofiche, e di viaggi visivi attraverso il sistema solare (stile Sun Ra forse?) ma il punto fondamentale di questo progetto è la riflessione sulla domanda: gli alieni fanno arte?

“Esiste la bellezza non solo sulla terra ma anche altrove, in posti in cui gli umani non sono mai andati. Mi sono sempre chiesto se gli extraterrestri possiedano un concetto di bellezza e ne apprezzino le forme,” mi ha detto Grinspoon. “Io credo di sì. Ciò che davvero mi interessa di questa domanda è il fatto che ci porti all'esplorazione di alcuni aspetti di noi stessi. E se l'arte fosse una reazione all'essere consci abitatori dell'universo? Gli alieni reagirebbero in questo stesso modo?”

Ha senso, se ci pensate. Le foto che la NASA ha fatto con il telescopio Hubble Space e con tutte le altre missioni mostrano l'incredibile macchia rossa su Giove, gli anelli di Saturno, il territorio, a volte così simile alla terra, di Marte, i vortici e le spirali delle galassie: se gli artisti umani vengono ispirati dalle entità galattiche, perché non dovrebbero fare lo stesso altri esseri consapevoli su altri pianeti?

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Ma poi si dà uno sguardo alla fantascienza e lì è tutto fisica avanzata, matematica e tecnologie futuristiche che gli umani sperano di raggiungere un giorno. Manca l'arte (non sempre—ma quasi). Grinspoon afferma che questo è un problema eminentemente umano.

“Le persone che riflettono sulla civilizzazione aliena e scrivono su questo argomento, sono tecnologi e scienziati che si chiedono che tipo di tecnologia e di scienza potrebbero avere gli extraterrestri,” ha affermato. “Abbiamo sempre avuto questo sogno per cui tutte le informazioni che impareremo dagli alieni saranno del campo della tecnologia e della scienza. Beh, magari sarà musica invece.”

Anche tra i membri del SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) l'argomento è controverso. Nel 2010 a una conferenza del SETI molti partecipanti hanno suggerito che gli alieni potrebbero essere interessati alla nostra arte e alla nostra religione, ma probabilmente non potremmo offrire loro niente di rilevante nel campo della scienza e della matematica. Questo orientamento di pensiero per lo meno propone che gli alieni sarebbero interessati nell'arte umana, ma non afferma apertamente che se ne potrebbero fare qualcosa.

Tuttavia Seth Shostak, esperto del SETI, ha affermato che la questione sul fatto se gli alieni potrebbero avere dell'arte o meno potrebbe essere la più rilevante per istituire qualche tipo di connessione tra la nostra civiltà e un'ipotetica popolazione aliena:

“Se potessimo fare loro soltanto una domanda, penso che la migliore non sarebbe 'avete qualche forma di religione'” ma 'avete la musica?,'” ha affermato Shostak.

Shostak e Grinspoon non sono fuori di testa. Grinspoon aiuta la NASA a sviluppare le proprie strategie di esplorazione dello spazio, ha lavorato con l'Agenzia Spaziale Europea alla progettazione di un veicolo spaziale per l'esplorazione dei pianeti, e sta ora collaborando con la prima iniziativa della Library of Congress per lo studio dei cicli vitali dei diversi pianeti—nello specifico quelli i cui abitanti aiutano a formare la geologia del pianeta (il che significa considerare l'umanità come soltanto uno tra i tanti eventi planetari).

E se noi tutti siamo soltanto un evento planetario, allora forse la terra è soltanto un evento in uno dei sistemi solari che si trovano in un numero sconosciuto di galassie. Se possiamo fare musica qui, perché non considerare che possa succedere anche altrove, nell'immenso ignoto?