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Tecnologia

Le mappe della violenza nel mondo sono piuttosto inquietanti

Che si tratti di conflitti nel mondo o di monitorare gli omicidi, le data visualization sono il futuro dell'informazione.

Gli anni passano, i secoli scorrono come fossero secondi e la tecnologia progredisce, ma una rassicurante costante nel nostro modo di capire le cose non cambia mai: le mappe—che però non dimenticano di fare pasticci, di tanto in tanto.

Dall'invenzione della cartografia, le mappe sono uno dei metodi più efficaci non solo per localizzare fisicamente un'entità o un luogo, ma anche per permettere alle nostre povere menti di geolocalizzare in maniera rapida e corretta eventi o fenomeni. Siamo nel 2015, e la moda del momento sembra essere fortunatamente molto utile.

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Con la crescita dell'uso e delle possibilità fornite dalla disciplina statistica, incrociare mappe e liste infinite di dati era l'unica conclusione possibile. In un'era in cui determinati fenomeni sensibili vengono inquinati da pressioni mediatiche e manipolazioni politiche, poter aver nero su bianco dei dati oggettivi visualizzati su delle mappe interattive sembra semplicemente fantascienza.

Per esempio, se ti chiedessi di abbozzarmi un quadro dei conflitti in corso nel mondo? Medio Oriente, ISIS, qualche testa mozzata con le FARC. Sicuramente deve star succedendo qualcosa anche in Cina. Altrove? Sud America, Centr'Africa. Se riesci ad andare più nello specifico complimenti, altrimenti non ti preoccupare. Motherboard è qui per aiutarti: Global Conflict Tracker è il sito che fa per te.

Screenhot via Global Conflict Tracker

In Italia nel 2012 si sono consumati 530 omicidi, circa 0.9 ogni 100,000 abitanti.

Il planisfero di Google Maps, degli eloquenti puntini colorati e le ultime notizie sui conflitti di tutto il mondo. "Il sito vuole fare luce sulle guerre e sui conflitti armati sparsi nel globo," recita la sezione informazioni. "Speriamo di rendere più semplice la diffusione di informazioni sui conflitti nel mondo: dove si stanno consumando, chi è coinvolto, cosa sta succedendo in questo momento; specie per quanto riguarda i conflitti più piccoli, spesso non adeguatamente coperti dai media."

Ogni conflitto viene classificato per intensità degli scontri e tam-tam su media—"se un conflitto ha una media di due articoli a riguardo negli ultimi tre giorni lo consideriamo 'violento'". Sul sito è presente anche la legenda illustrata.

Se però preferisci la cronaca nera, Motherboard è qui anche per te. Homicide Monitor svolge lo stesso ruolo di Global Conflict Tracker, ma lo fa in maniera più interattiva e trattando omicidi anziché conflitti armati. Attingendo al Global Study on Homicide del 2013 redatto dall'UNODC, l'Igarapé Institute ha imbastito un data visualization magistrale che mostra dove e quanti morti ammazzati ci siano nel mondo.

Per esempio, sapevi che nel 2012 nel mondo ci sono stati circa 437,000 omicidi? Significa 6(.2) morti ogni 100.000 abitanti della Terra. Il 78% di questi morti era uomo, e il 48% degli omicidi sono stati eseguiti con un'arma da fuoco; inoltre se vuoi stare tranquillo meglio tenerti lontano da posti come l'Honduras (85.5 morti ogni 100.000), il Venezuela (53.7) o le Isole Vergini Americane (52.6). In Italia nel 2012 si sono consumati 530 omicidi, circa 0.9 ogni 100,000 abitanti. Se nel primo caso, quello di Global Conflict Tracker, stiamo parlando di un vero e proprio strumento per informarsi, visto che di fatto si tratta di un aggregatore di notizie munito di mappa, Homicide Monitor è un bellissimo esempio di come, oggi, si possano sfruttare montagne di dati difficilmente comunicabili.