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Tecnologia

Enel Guerrieri, episodio 2: Quasi Vivo

SQPR è una fabbrica in miniatura per tessuti biologici e ricrea ambienti simili al nostro organismo. Così da sperimentare farmaci in modo più etico.

Al giorno d'oggi la ricerca scientifica in Italia non sembra passarsela molto bene. Quando si sente parlare del tema è di solito per notizie su tagli ai fondi, fuga di cervelli, ostacoli burocratici e controversie varie.

Per questo abbiamo deciso di realizzare una serie di video in collaborazione con Enel che si concentrasse sul lato opposto, ovvero su quei progetti e quei personaggi che sono riusciti a raggiungere risultati stupefacenti.

Nel secondo episodio parliamo di bioreattori, ovvero quelle "fabbriche in miniatura" per tessuti biologici che servono a ricreare ambienti simili al nostro organismo sui quali poter sperimentare. Di solito sono dispositivi molto complessi, ma le eccezioni esistono anche in questo campo. Come il caso di SQPR (SQueeze PRessure), il sistema a cui sta lavorando Serena Giusti, bioingegnere presso i laboratori "E. Piaggio" dell'Università di Pisa.

Sebbene imitare un organo sia un'impresa piuttosto complessa, il bioreattore SQPR riesce a farlo in modo semplice e con ottimi risultati, che potrebbero rendere molto più facile il lavoro dei ricercatori. Il sistema può essere anche collegato ad altri tipi di bioreattore per svolgere test farmacologici. Un approccio che permetterebbe di ridurre in maniera sostanziale l'utilizzo della sperimentazione animale.

Nonostante l'alto grado di innovazione, convincere gli scienziati a testare sistemi più semplici è ancora un'impresa. Serena ci racconta quali sono le motivazioni che hanno spinto lei e il suo gruppo a rischiare. E a fondare una startup.