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Tecnologia

La musica può cambiare la percezione del gusto?

Una nuova ricerca ci svela il legame profondo tra le esperienze apparentemente disparate di sapori e suoni―e che non è necessario essere un sinesteta per “assaporare” la musica.
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Immagine composta da Beckett Mufson, via , via

È la differenza che intercorre tra il violinista che suona nel vostro ristorante di lusso preferito e la radio che suona nella pizzeria dietro casa―il rapporto tra buon cibo e la buona musica è sempre stato questione di gusto. Questo è il motivo per cui alcuni ristoranti hanno un jukebox e altri i quartetti d’archi. Ma cosa accadrebbe se il sapore del cibo dipendesse dalla musica che si ascolta mentre si mangia? Una nuova ricerca dello psicologo Charles Spence e alcuni ricercatori del Crossmodal Research Laboratory dell’Università di Oxford suggerisce che ci sia un legame più profondo tra le esperienze apparentemente disparate di sapori e suoni―e che non è necessario essere un sinesteta per “assaporare” la musica.

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Secondo "The Sound (And Taste) Of Music”, un articolo dello Scientific American, “ci possono essere associazioni implicite tra gusto e toni. I suoni acuti sono principalmente collegati ai cibi agrodolci, mentre le note basse sono più comunemente associate ai gusti amari.” Per il particolare esperimento, Spence e il suo team hanno invitato i partecipanti ad assaggiare due campioni apparentemente diversi di caramella mou, uno durante l’ascolto di suoni acuti e l’altro durante l’ascolto di frequenze più basse. Anche se i campioni avevano lo stesso gusto, i soggetti in prova “hanno trovato più dolce la caramella mou gustata durante l'ascolto di note più acute e più amara se accompagnata da passaggi più bassi.” Per i partecipanti di un altro studio la musica del pianoforte era più adatta ai sapori simili alla menta piperita, mentre gli strumenti in ottone sembravano più conformi a sapori aspri, ai fiori d’arancio e al caffè.”

Un diagramma tratto dallo studio di Anne-Sylvie Crisinel e Charles Spance, As bitter as a trombone: Synesthetic correspondences in nonsynesthetes between tastes/flavors and musical notes."

In passato lo chef Heston Blumenthal aveva scoperto che i suoni del mare esaltavano il gusto delle ostriche del 30% in più rispetto alla degustazione dei molluschi con un sottofondo di suoni tratti da una fattoria. La ricerca suggerisce che non solo il sapore del cibo cambia a seconda di quello che si ascolta, ma che il gusto può proprio variare a seconda di uno stimolo uditivo, e di molto. Come indicato nel nuovo libro di Charles Spence e Betina Piqueras-Fiszman, The Perfect Meal - The Multisensory Science Of Food And Dining, anche “l'acquisto di un vino può essere molto influenzato (più di quanto potremo mai capire) dalla musica che si sente provenire dal retro del negozio in cui ci troviamo.”

Le implicazioni di questa teoria vanno dal miglioramento del sapore del cibo servito sugli aerei grazie ad abbinamenti musicali, fino alla percezione di un'alimentazione più sana con una buona musica di sottofondo. “Nel caso della cucina etnica, indiana, scozzese, francese, se si ascolta la musica di una fisarmonica francese per il vino francese, il suono del sitar indiano mentre si mangia cibo indiano, si aumenterà l’autenticità percepita del tipo di cibo che si sta mangiando,” afferma Spence. Questa ricerca ha sicuramente bisogno di molti altri sviluppi, ma noi siamo già un po' contenti sapendo che forse, e dico forse, cantando la canzone “Tanti auguri” abbastanza forte è possibile che i nostri biscotti bruciati diventino in qualche modo commestibili.