Tutto quello che c'è da sapere sugli oroscopi, spiegato da un astrologo

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Tutto quello che c'è da sapere sugli oroscopi, spiegato da un astrologo

Intervista a Marco Pesatori, uno dei più grandi astrologi italiani.

Quando sono venuta a lavorare da VICE, una delle cose che più mi piaceva era l'Oroscopo di Maurizio Milani sul magazine. Ma non sono sicura sia un buon modo per introdurre l'intervista a uno dei più prolifici e noti astrologi italiani, che non è Maurizio Milani ma Marco Pesatori. Da trent'anni Pesatori accompagna le lettrici di Vogue, da 14 quelle di D Repubblica e prima ancora è stato la penna di Astra e la voce di Minima Astrologica, programma da lui ideato e condotto storicamente su Rai Radio 2 e oggi in onda su Radio Popolare. Eppure è dalla considerazione che l'oroscopo, nelle sue varie declinazioni, è da sempre parte della mia vita che nasce l'idea di questa intervista.

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Ho sempre avuto un atteggiamento bifido nei confronti dell'astrologia: una certa esasperazione verso le persone fissate con il segno dei fidanzati, e una certa volontà di tenermi lontano da cose che mi spingano a riflettere ulteriormente. Ecco, per questo ho cercato Pesatori: quello che mi attrae e spaventa dei suoi oroscopi è il fatto che alle volte potrebbe averli scritti la mia analista. Ma, al di là di qualunque opinione, ho provato a sospendere l'incredulità e cercare di capire come lavora uno dei guru dell'astrologia italiana.

VICE: Secondo lei da cosa deriva questo interesse per l'oroscopo—perché la gente lo legge?
Marco Pesatori: Be', anzitutto perché è scritto bene, perché è uno spazio ricco e vivo. Poi perché la gente ha bisogno di vedere che si parla di loro, del loro io. L'oroscopo ha sempre una funzione.

Adorno, in Stelle su misura, diceva che gli oroscopi americani degli anni Quaranta e Cinquanta non facevano altro che riprodurre il pensiero dominante: la funzione dell'oroscopo era di anestetizzare i lettori e fare in modo che non pensassero. Personalmente, cerco di ribaltare questo, a me piace un oroscopo che non fa star comodi i lettori, che li obbliga a pensare e riflettere.

Quindi l'oroscopo di oggi è più un conosci te stesso che una serie di previsioni sul futuro?
Be', tenga conto che oggi abbiamo ribaltato l'astrologia vecchia di quarant'anni, quella degli anni Settanta e Ottanta, deterministica, onnipotente, che pretendeva di possedere il futuro. Quello che la gente cerca leggendo un oroscopo, oggi, è un frammento di tempo dove si possa riflettere; più che cercare una risposta, il lettore intelligente dell'oroscopo vi ritrova le sue domande quadruplicate. Perché in fin dei conti è questo il compito della nostra coscienza.

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Lei come si è avvicinato all'astrologia?
L'astrologia era una cosa che per gioco negli anni Settanta imparavo con i miei amici;  a vent'anni a Urbino e Urbania abbiamo allenato la facoltà di osservazione, giocando a indovinare i segni. Se passava una capricorno sembrava che arrivasse per il corso un cubetto di porfido della Parigi Roubaix, se era una leonessa sembrava che venisse giù la dea Minerva in persona. In base a queste osservazioni abbiamo affinato l'occhio, poi abbiamo studiato seriamente l'astrologia. Infine nel 1985 ho scritto un libro di alchimia astrologica applicata al calcio, che ebbe molto successo. Fu allora che mi accorsi che il panorama astrologico italiano era spaventosamente arretrato.

Però ho letto che lei è allergico al termine astrologo.
Diciamo che è allergica la nostra società occidentale, che tratta la parola astrologo in una maniera di fondamentale disprezzo: la differenza tra un chirurgo e un astrologo, nell'immaginario collettivo è la stessa differenza che passa tra una persona seria e un cialtrone. Cosa che non succede in Oriente o in Africa.

Invece un vero astrologo una conoscenza importante tra le altre ce l'ha, conosce benissimo se stesso—che poi, se uno non è laureato in se stesso, come fa a vivere? Minimo minimo gli viene una colite, o qualche blocco. Cioè, siamo obbligati a laurearci in noi stessi, e solo da lì possiamo scoprire che non c'è differenza tra noi stessi e quello che c'è fuori, noi siamo quello che c'è fuori e quello che c'è fuori siamo noi.

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Ma quali sono stati i suoi maestri—o, più in generale, a chi si rivolge chi voglia studiare l'astrologia? Ho letto che lei è stato allievo della Morpurgo…
Su quell'enciclopedia di frottole che è Wikipedia c'è scritto che sono stato allievo della Morpurgo, ma non è vero: da lei ho preso soprattutto lo schema dei domicili e delle esaltazioni planetarie, che è una questione tecnica sicuramente importante, ma francamente nient'altro. I miei maestri sono stati il mio maestro zen anzitutto—perché lo zen è lo studio del sé—il dottor Frigoli, che è un misto tra un maestro taoista e un grandissimo psicanalista, e un artista del gruppo Fluxus.

A proposito di psicanalisi, sull'homepage del suo sito leggo che per lei l'astrologia è "non solo impeccabile conoscenza tecnica, ma […] anche diretta relazione con il sapere psicanalitico." La psicanalisi si basa su un'analisi individuale del paziente, mentre l'astrologia è una disciplina che talora generalizza—come mette insieme le due cose?
Diciamo che fondamentalmente per me l'astrologia è una disciplina ben superiore alla psicanalisi. Il fatto è che in Italia non esiste la professione di astrologo: chi fino a ieri aveva un'officina di Seicento e Multiple scassate il giorno dopo può fare l'astrologo. Il nostro problema è che la preparazione astrologica è molto superficiale, non c'è una scuola.

Perciò almeno è fondamentale unire questi tre grandi pilastri, per fare astrologia: uno, la tecnica, ovvero sapere di cosa si parla, conoscere bene la materia prima, che è il tempo con la T maiuscola; due, la cultura—dove metto psicologia, scienze umanistiche, conoscenza del sé; e tre, l'etica.

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Quando lei dice che l'astrologia è la scienza del tempo, che vuol dire?
L'astronomia è lo studio della relazione che c'è tra il tempo e la vita. La vita è tempo, tutto ciò che esiste è inserito in un tempo. Il grande mistero e fascino dell'astrologia è che c'è una corrispondenza, un  entanglement direbbero i fisici quantistici, una sincronia tra tempo e vita. Per cui
gli astrologi leggendo il tempo leggono la vita. Il tema natale non è altro che il disegno di un tempo preciso, di un momento. In base a quello il cosiddetto astrologo, se esiste questo termine, può leggere le varie manifestazioni del vivente.

Però gli oroscopi sono spesso molto più leggeri di così, sbaglio?
Ma è ovvio! L'astrologia non va confusa con gli oroscopi. Gli oroscopi sono un gioco ingenuo e simpatico, un po' magico e un po' poetico. L'astrologia vera è tutta un'altra cosa, è una disciplina di straordinaria importanza. Fu il cuore stesso del Rinascimento, che si basava sul sapere astrologico—medicina inclusa: l'esame più importante di medicina nelle Università Italiane tra il 1200 e il 1600 era l'esame di astrologia.

L'oroscopo è molto meno rigoroso, in contesti liberi può diventare qualunque cosa. Su Repubblica ho avuto periodi di libertà totale, per esempio ho potuto fare degli oroscopi dadaisti. Mi ricordo uno scorpione che era scritto così:  gniek metek culek etc per otto righe. La gente apprezzava molto, mentre negli ultimi cinque-sei anni ci siamo molto ristretti da un punto di vista culturale, siamo spaventati—stanno tutti, con rispetto parlando, direbbe Oscar Wilde, col tappo al culo, cioè hanno una paura spaventosa di far cultura.

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Senta, e gli altri che fanno gli oroscopi oggi in Italia… Com'è oggi il panorama dell'astrologia nel nostro Paese?
Be', l'astrologia sta cambiando dal punto di vista culturale—conti oltretutto che sono trent'anni che io formo altri allievi: oggi nessuno, soprattutto tra i giovani, fa astrologia senza avere una profonda confidenza almeno con la psicanalisi. Poi chiaramente se uno ha seguito dei percorsi molto più rigorosi, specialmente sotto il profilo religioso-spirituale, che è un modo per amplificare l'intelligenza, aprire la mente… Senta, ma Elena, lei che giorno è nata?

Il 17 luglio.
Brava, una cancrina, brava—delle lupe, pazienti e combattive, delle guerriere solitarie.

Be', anche lei è del Cancro, o sbaglio?
Sì, anche io, però io ho l'ascendente Gemelli che è un ascendente che mi dà una buona dose di scemenza.

So che lei è stato uno dei primi a occuparsi dei pianeti lenti, Plutone, Urano e Nettuno.
Questi tre pianeti simboleggiano proprio i processi trasformativi dell'inconscio, e quindi da un punto di vista psichico sono fondamentali. Sia nel tema natale, cioè nel nostro DNA astrologico, sia soprattutto come transiti. Ovvero, quando arriva uno di questi pianeti sul nostro tema natale, su un punto importante, sull'ascendente, sul sole, avvengono dei grandi cambiamenti e delle grandi rivoluzioni.

Plutone è il pianeta del desiderio del corpo. Nettuno è la mente. Urano è l'azione pratica, per cui se mente e corpo sono ben coordinati la pratica sarà felice e vincente. Ad esempio la terza decade del cancro in questo momento sta avendo a che fare con l'opposizione di Urano, quindi è un momento molto importante, in cui l'equilibrio di questi pianeti risulta particolarmente fondamentale, bisogna capire bene dove vogliamo andare, che cosa abbiamo costruito e vogliamo costruire, dobbiamo stare più calmi se non riusciamo a sfondare sul piano pratico, se non sfondiamo sul piano esteriore dobbiamo lavorare sulla parte interna che poi cambia il mondo esteriore.

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Grazie! A proposito di consulenze, sul suo sito c'è una sezione apposita, mi spiega un po' cosa le chiedono le persone che si rivolgono a lei? 
Prima mi preme fare un disclaimer: in questo sono abbastanza in sintonia con Michel Onfray e il suo centro filosofico di Parigi, e il mio oroscopo base costa 25 euro più IVA. È una premessa importante, c'è anche un lavoro etico barra sociale, a fronte di chi in Italia fa oroscopi a 200-300 euro.

Quello che chiede la gente è di conoscere se stessa, capire certi suoi meccanismi, procedimenti, modi d'essere, e poi soprattutto vogliono conoscere la parte sentimentale e affettiva. Diciamo, in sintesi, che la gente vuole capire il perché delle proprie sofferenze.

Mi pare ci sia anche un'altra differenza tra il suo oroscopo e molti altri che popolano il web: se molto spesso, ultimamente, leggendo Astra pare che così sarà il destino e tu non potrai farci niente, il suo oroscopo lascia un fattore di probabilità diversa.
Tenga conto che l'astrologia generica, quella basata sui 12 segni, è molto vaga e approssimativa, lascia il tempo che trova, non andrebbe mai presa come oro colato. E a me piacerebbe che i signori televisivi questo almeno lo dicessero qualche volta. Però anche nell'astrologia personalizzata il determinismo e la previsione sono le cose più stupide che esistano.

L'astrologia è segnale, non segno; l'astrologia lavora per simboli, e il simbolo è qualcosa di ricco, di ricchissimo. E soprattutto, la parola finale ce l'ha la coscienza. Ovviamente è più facile quando i transiti sono belli, ma soprattutto quando sono difficili il lavoro può diventare più importante, più impegnativo, ma proprio per questo più prezioso.

Leggi l'oroscopo di Pesatori qui o qui, e seguilo in radio. 

Grafica di Andrea Cacace. Segui Elena su Twitter.