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Stando a un rapporto stilato dall'Osservatorio contro i fascismi basatosi su fatti di cronaca e testimonianze dirette, da quando è nata la sezione locale del gruppo, nel 2013, ci sarebbero tuttavia state almeno 15 aggressioni ai danni di militanti antifascisti o presunti tali. Sebbene nella maggior parte dei casi CasaPound abbia negato l'accaduto, le testimonianze dirette così come i procedimenti giudiziari raccontano una realtà diversa.Altrettanto importante è però notare la scarsa presa che il movimento ha avuto sulla cittadinanza, limitando la propria attività politica in città, oltre che ai soliti eventi di approfondimento ventennio-nostalgici, ad azioni più che altro simboliche come striscioni e volantinaggio anti-immigrazione e anti-degrado, e rivendicazioni a gran voce di qualsiasi-cosa-ma-prima gli italiani.Per muoverci meglio in questa giungla fatta di racconti mediatici, allarmismi e rivendicazioni sociali, ci siamo anche appellati ai numeri, così da avere un quadro empirico della situazione trentina. Per farlo abbiamo incontrato Andrea Di Nicola, Professore di criminologia all'Università degli Studi di Trento, che dal 2011 coordina eCrime, gruppo di ricerca finanziato dall'UE che indaga i legami tra studio della criminalità e tecnologia.
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