FYI.

This story is over 5 years old.

Roma

Come vivere a Roma quando sei giovane e senza un soldo

Abbiamo chiesto ai giovani della capitale qualche consiglio pratico su come condurre una vita dignitosa spendendo lo stretto necessario.

I primi tempi in cui avevo lasciato casa dei miei genitori mi sentivo libera e potente nel mio nuovo stato di cose, soprattutto perché ero approdata a Roma, una città enorme e piena di stimoli. Non ci è voluto molto tempo prima che l'entusiasmo cominciasse a scemare, lasciandomi da sola con un senso di impotenza e frustrazione che non avevo tenuto minimamente in conto nei piani di vita futura che mi si prospettavano. Cosa era successo? Avevo finito i soldi. Io, abituata a uno stile di vita piuttosto agiato da normale liceale borghese di provincia, tutto a un tratto mi ritrovavo a fare letteralmente i conti con la realtà di una città che mi appariva spietata.

Pubblicità

Dopo il primo traumatico anno a Roma, tuttavia, ho imparato a sopravviverci ma anche a viverci con una certa dignità. Come hanno fatto i miei compagni di vita fuorisede a Milano, dall'analisi approfondita dei supermercati alle tecniche di risparmio sui mezzi, ho raccolto testimonianze di giovani ex-borghesi e ora nuovi-studenti e lavoratori che come me hanno preso in faccia il treno della realtà che passa attraverso un bonifico dei genitori all'inizio del mese—nel migliore dei casi.

Via Flickr.

CIBO

Partendo dalla base, spesso sottovalutata, mi sembra il caso di concedere un certo spazio alla categoria più elementare della sopravvivenza. L'errore più grave che si commette ai primi tentativi di nutrizione è quello di affidarsi esclusivamente ai pizzettari romani, che abbondano a ogni angolo della città. Come mi conferma G. (26 anni), non sono l'unica ad essere uscita dal tunnel della pizza nella pausa pranzo, a merenda, a cena: "Praticamente ero finito a mangiare pizza in qualsiasi momento della giornata; oltre a essere ingrassato di circa 10 kg in un anno mi sono accorto che spendevo un centinaio di euro a settimana solo in cibo." La pizza è una tentazione fortissima perché ti dà l'illusione di spendere poco e mangiare tanto: non è vero, spendi molto più di quello che sembra e, a meno che tu non abbia il metabolismo di un atleta professionista, finisci sovrappeso.

A Roma come ovunque, dunque, è importante conoscere bene i posti dove comprare il cibo e tendenzialmente, anche se può sembrare un'affermazione blasfema, imparare un minimo a cucinare. "Il trucco per spendere poco è diversificare la spesa: devi individuare quale supermercato offre la cosa migliore al prezzo più basso e poi mettere tutto assieme," mi suggerisce F. (24 anni), alludendo a un concetto di spesa composita che sappia districarsi tra tutte le offerte possibili del GROS. Non è particolarmente consigliabile la spesa ai mercati rionali, invece, che per quanto nel loro aspetto possano sembrare molto più popolari e abbordabili hanno prezzi da gioielleria. Solo nei film di Woody Allen gli studenti a Roma vanno in giro per Trastevere con le verdure nel cestino di vimini.

Pubblicità

Un'altra sorprendente soluzione è la mensa, nel caso si fosse ancora all'università, considerato che a meno di 5 euro ti consente di poter ottimizzare un pasto ricavandone due. Inoltre lì nessuno ti riprenderà per aver infilato una fetta di pizza e una mela nella borsa.

Via Flickr.

VESTITI

Ritrovandosi a tirare la corda, purtroppo, bisogna accettare anche il fatto che il proprio stile possa risentirne. Fortunatamente siamo in un momento storico che ci consente di spacciare per boho chic qualsiasi schifezza comprata all'usato con ancora addosso le pulci del precedente possessore e rivendicare il suo stato di vintage. "A Roma ci sono alcuni mercati dove puoi trovare un sacco di cose vintage anche firmate a prezzi molto bassi," mi spiega M. (22 anni), "Porta Portese è il più famoso, ma ci sono anche altre zone dove mettono bancarelle piene di vestiti che nei negozi di vintage ti rivendono al quadruplo del prezzo nonostante puzzino ancora di muffa."

L'alternativa al vintage sono gli enormi centri commerciali pieni di negozi che durante gli sconti vendono quintali di vestiti di pessima qualità a ottimi prezzi. "Compro tutto in una volta sola con gli sconti invernali ed estivi, ma per uscire viva da un centro commerciale romano in tempi di saldi devi essere fisicamente preparata a una giornata infernale, oltre che mentalmente pronta ad indossare vestiti palesemente di un'altra taglia rispetto alla tua," racconta N. (27 anni) con la stessa enfasi di chi ha visto il Vietnam, o che si è trovata in un bus navetta per Porta di Roma il primo giorno di saldi.

Pubblicità

"Io compro o scambio un sacco di cose sui gruppi Facebook fatti apposta per Roma," mi dice sempre N., la quale sostiene che su Facebook sia pieno di gruppi dove ragazze con sindromi da shopping compulsivo si riuniscono per scambiarsi e/o comprare vestiti. "È pieno di roba nuova che la gente rivende a pochissimo, magari perché nel frattempo è ingrassata o perché l'ha comprata online ed è stata troppo generosa con la taglia."

Via Flickr.

MEZZI DI TRASPORTO

Chiunque abbia messo piede a Roma avrà avuto modo di approcciarsi al male più grande di questa città: l'Atac. E benché Virginia Raggi provi in tutti i modi a distrarci dall'agonia quotidiana dei mezzi pubblici romani con inaugurazioni di graziose stazioni metro inattive, spostarsi nella capitale è davvero arduo, sia perché la città è oggettivamente enorme sia perché l'Atac è oggettivamente un'azienda pessima. "Inutile che provi a viverti Roma senza un mezzo privato: devi comprarti un motorino o passerai la vita ad una fermata del tram," mi spiega V., il quale ha investito tutti i suoi risparmi in uno scooter che, mi spiega, ha migliorato molto la sua vita a Roma. "Non è stata una spesa così grossa in fondo, se riesci a mettere qualcosa da parte trovi scooter usati a ottimi prezzi," aggiunge.

Nel caso in cui non vi sentiste pronti ad affrontare gli incroci di Porta Maggiore, che è una preoccupazione assolutamente condivisibile, e non voleste fare come F., che gira con "una tessera dei mezzi scaduta due anni fa," per i più impavidi esiste la bicicletta: "Sono anni che uso la bici e a parte diverse situazioni in cui ho rischiato la vita devo ammettere che la cellulite è sparita," mi spiega M., che alla bicicletta deve molto, compresa una causa ancora in corso per uno sportello in faccia.

Pubblicità

Non è invece da contemplare la soluzione di car sharing se si punta al risparmio, considerato che le tariffe vanno a tempo ed è davvero difficile spostarsi con la macchina senza incontrare un paio di ingorghi: "senti l'angoscia della tariffa che sale mentre sei bloccato sul raccordo e non hai nessuna via d'uscita," mi dice M., che ha buttato i suoi sudati risparmi in coda sul GRA.

INTRATTENIMENTO

È giusto che anche il divertimento abbia la sua parte, visto che ci si trasferisce in una città come Roma non solo per la sua offerta didattico-lavorativa ma anche e soprattutto per quella ludica, comunque si voglia intendere questo termine.

La prima cosa da fare una volta approdati a Roma è una tessera Arci. Questo più che un consiglio è un obbligo. La percentuale di locali che la richiede è sbalorditiva: "Ci sono zone di Roma come il Pigneto piene di circoli Arci dove fanno un sacco di concerti ogni settimana, se hai la tessera entri pagando un contributo minimo," mi dice N., "una volta dentro poi non è nemmeno così tanto costoso bere, i prezzi generalmente non sono altissimi."

Se però nemmeno i prezzi democratici dei circoli Arci romani sono abbastanza abbordabili, si possono sempre adottare soluzioni più scaltre, come mi racconta V.: "Ho comprato un paio di fiaschette e le riempio di alcolici del discount; non è il massimo per quanto riguarda l'hangover ma risparmi davvero un sacco di soldi e le infili facilmente nelle tasche senza che nessuno le noti."

Pubblicità

Via Flickr.

AFFITTO

La cosa bella di vivere a Roma è che per fortuna ogni suo quartiere, anche il più remoto, ha una propria personalità, dunque cercare una casa lontana dalle zone nevralgiche può essere un'idea da tenere in considerazione. Il lato meno accattivante di questa opzione è che probabilmente passerete anni a Roma senza conoscere nulla al di fuori della vostra area di appartenenza, e vedere il Colosseo sembrerà un miraggio.

Ma in fondo, cosa ce ne facciamo del Colosseo quando possiamo avere Torpignattara? "Io ho sempre vissuto in case con affitti in nero, i proprietari ti ricattano dicendoti che se vuoi il contratto devi pagare di più," mi dice F., confermando una realtà nota a moltissimi studenti fuorisede o giovani lavoratori che vivono a Roma. "Se vuoi avere una casa decente a un prezzo non eccessivo e non doverla condividere con altre dieci matricole conviene non tenere nemmeno in considerazione alcune zone della città, come piazza Bologna o San Lorenzo," spiega G., tirando fuori un dilemma fondamentale per chi vive a Roma: Roma nord o Roma sud?

La scelta della longitudine può determinare molti aspetti della propria vita nella Capitale, e non solo di natura economica, per questo consiglierei tendenzialmente a chi volesse risparmiare senza per forza dover andare oltre al raccordo di optare per una sistemazione nelle zone più meridionali di Roma. "Se hai degli amici con cui cercare casa è meglio, così si può anche pensare a una doppia o a un bilocale da dividere," suggerisce M., "ma i prezzi di Roma sono comunque altissimi, poco più bassi di Milano." C'è chi in uno stato di disperata frustrazione ha tenuto persino in conto di andare a vivere in paesi vicino a Roma: "Stavo seriamente pensando di trasferirmi ad Acilia ad un certo punto," racconta G.

Pubblicità

LAVORETTI

Vivere a Roma mi ha insegnato a coltivare tante virtù, una su tutte la pazienza. Quando mi sono ritrovata a dare ripetizioni di latino ad adolescenti insolenti che usavano lo smartphone mentre io mi facevo in quattro per spiegare la perifrastica passiva nel modo più semplice possibile, ho capito il valore dei ceffoni in faccia. Fantasie su metodi non-pedagogici a parte, dare ripetizioni può effettivamente farti guadagnare in modo non troppo faticoso, ma di sicuro snervante. L'unico problema sta nel trovare gli allievi: "Ho appiccicato annunci per le ripetizioni su tutte le bacheche di tutti i licei che ho potuto raggiungere; è stata un'operazione molto lunga, ma un ragazzo alla fine mi ha chiamato," testimonia l'esperienza di G. "C'è l'opzione fattorino: investi in uno scooter e fai le consegne," mi racconta V., grande sostenitore della sharing economy e delle pizzerie. "Se lavori in una pizzeria e i proprietari sono gentili, torni a casa con pizza sufficiente a nutrirti per tre giorni," aggiunge, risolvendo due problemi con una sola mossa.

Se infine si è così disperati da scendere a compromessi con la propria dignità, si può anche tenere in considerazione di indossare una pettorina di qualche organizzazione umanitaria e chiedere alle persone per strada di donare qualcosa per la causa del giorno: "Ho fatto il comunicatore per strada per qualche mese; dovevo essere simpatico ma non invadente, e accettare che moltissime persone in una giornata mi mandassero a fanculo, però se sei bravo guadagni," mi spiega F., che ha venduto la sua anima a Greenpeace.

Thumbnail via Flickr.

Segui Alice su Twitter.