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Tecnologia

Che cos'è il mal di testa da gelato?

Abbiamo parlato con un neurologo per capire come funziona questo strano fenomeno.

Non mi si è mai ghiacciato il cervello mangiando un gelato. Questo fenomeno simbolo della irruenza infantile estiva non mi ha mai riguardata. Non ho idea di che cosa si provi o del perché venga alle persone, per me è un mistero totale da sempre.

Così, un giorno d'estate, mi sono decisa a capire l'origine della mia immunità all'emicrania da gelato. Ho deciso di indagare su come funziona il fenomeno e di cercare, una volta per tutte, di auto-indurmi il dolore con un esperimento qui da VICE.

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Non sono sola; l'emicrania da gelato resta un mistero persino per quella manciata di scienziati che ha studiato il fenomeno a fondo, come Jorge Serrador, un professore di fisiologia e farmacologia alla Rutgers University. In uno studio, pubblicato nel 2012, Serrador ha constatato come l'emicrania da gelato sia legata al fluire del sangue al cervello e al momento sta preparando una ricerca approfondita sulla cosa.

"L'emicrania da gelato non è stata molto studiata, quindi il meccanismo è ancora sconosciuto," ha spiegato via mail Serrador, aggiungendo però che ci sono un paio di teorie sul fenomeno.

Strumenti per una ricerca decisamente poco scientifica. Immagini dell'autrice

Nello studio di Serrador, 13 persone si sono procurate un'emicrania bevendo acqua ghiacciata molto rapidamente con una cannuccia. Il suo team di ricerca ha scoperto che, appena prima che i pazienti avvertissero il dolore, si era verificato un aumento del flusso sanguigno verso l'arteria cerebrale anteriore, quella che rifornisce di sangue la parte di cervello subito dietro la fronte. Proprio il punto in cui i partecipanti hanno dichiarato di aver sentito dolore.

Secondo Serrador l'acqua ghiacciata ha fatto sì che le arterie nel cervello si espandessero, aumentando il flusso di sangue caldo, che a sua volta ha aumentato la pressione nel cervello. Questa pressione ha poi azionato i ricettori cerebrali esterni che hanno interpretato la sensazione come dolore.

Questa teoria ha però qualche falla: come fa dell'acqua ghiacciata nella bocca a far dilatare dei vasi sanguigni posizionati nelle profondità del cervello? È ciò che Serrador spera di capire con la sua prossima ricerca.

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"Ciò che faremo è intorpidire alcuni nervi e altre cose per vedere se possiamo fermare l'aumento del flusso sanguigno," ha detto, "una volta che riusciamo ad arrestarlo, le persone non avranno più le emicranie da gelato?"

Adrianne Jeffries, Managing Editor, colpita da un'emicrania da gelato.

Serrador ritiene che il nervo trigemino, che corre lungo il palato, riceva uno stimolo dall'improvvisa ondata di freddo. Va di conseguenza in tilt, e porta le arterie a dilatarsi nel cervello. Ma potrebbero esserci altre spiegazioni, ha detto, ed è necessario condurre altre ricerche per arrivare ad una risposta certa.

Quando gli ho rivelato di non aver mai provato un'emicrania da gelato, Serrador è rimasto perplesso.

"Il fenomeno si presenta sicuramente in modo diverso da persona a persona," mi ha detto al telefono. "Ma non ho idea del perché certe persone non ne soffrano proprio. Potrebbe avere a che fare con la reattività dei nervi. Potrebbe essere una questione di posizionamento anatomico. Ci sono moltissime possibilità."

Considerato ciò che sappiamo di come funziona il fenomeno, ho stipulato qualche ipotesi. Forse mangio e bevo cose fredde troppo lentamente, e la mia lingua ha il tempo di riscaldarle prima che tocchino il mio palato. O forse sono programmata in modo diverso e il mio cervello non registra il flusso sanguigno in aumento in modo tale da scatenare una reazione dolorosa. O forse non c'è nessun aumento del flusso sanguigno nel mio cervello.

Volevo lo stesso vedere se potevo indurre un'emicrania da gelato dopo aver capito un paio di cose a riguardo. Per prima cosa, ho provato il metodo discusso nello studio di Serrador: Mi sono scolata una tazza di acqua ghiacciata con una cannuccia, dirigendo il liquido verso il mio palato. Niente. Cioè, la mia bocca era gelata e la cosa non era piacevole, ma niente mal di testa.

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I miei colleghi sostenevano che l'acqua non fosse il miglior alimento per congelarsi il cervello e che sarebbe stato meglio il gelato, così abbiamo lanciato un sondaggio su Twitter per ottenere qualche suggerimento. Per maggioranza popolare ha vinto lo Slurpee, di cui, a quel punto, abbiamo fatto rifornimento.

Ho preso uno slurpee alla ciliegia medio e mi sono messa al lavoro. C'è persino scritto "Brainfreeze Drink" a lato sul bicchiere. Come potevo fallire? L'ho bevuto, in fretta. Mi sono impegnata e ho alternato grosse e piccole sorsate. Ho provato a tratternerlo in bocca e a deglutirlo in fretta. Ho provato a spingerlo in fondo alla gola e contro al palato. Ho provato a rinunciare alla cannuccia e a tracannare lo slurpee direttamente dal bicchiere. Nonostante gli infiniti suggerimenti e incoraggiamenti, alla fine avevo solo i denti iper sensibili e un dolore al petto, mentre lo zucchero ghiacciato rotolava giù per il mio esofago a velocità impossibili. Niente mal di testa. Niente pressione. Niente cervello ghiacciato.

Per capire se c'era qualche problema con il metodo o i materiali, ho ingaggiato i miei colleghi per bere slurpee. Hanno avvertito alcuni dei sintomi che ho avvertito io (la gola e il petto freddi) ma ognuno di loro, dopo pochissimo, ha avvertito anche una fitta di dolore alle tempie o nella parte posteriore del cranio. Esattamente la sensazione che io non avevo: il segno rivelatore di un'emicrania da gelato.

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Derek Mead, Editor-in-Chief, prova a riscardarsi il cervello manualmente.

Il verdetto del gruppo di paragone è stato cruciale: le cannucce non erano difettose, lo ero io. Mentre le persone in ufficio e su Twitter scherzavano dicendo che sono un super-essere umano, io mi sentivo difettosa. Magari è un bene che il corpo invii qualche tipo di segnale al nostro cervello quando buttiamo fluidi congelati giù per la gola, invece che condonare allegramente uno comportamento tanto sconsiderato.

Anche altra gente su Twitter, su Yahoo Answers e su Reddit ha detto di non aver mai fatto esperienza dell'emicrania da gelato, se non altro, so di non essere sola. Eppure, non posso fare a meno di chiedermi quali altri segnali non arrivino al mio cervello. E se prendessi fuoco? Il mio cervello se ne accorgerebbe? Magari ho dei chiodi arrugginiti infilati sotto i piedi in questo momento e non lo so. Sono un fantasma?

Gli esperimenti di Serrador hanno un obiettivo ben più nobile del mio: spera che la comprensione delle emicranie da gelato faccia luce su altri tipi di mal di testa, molto più debilitanti.

"Non puoi mettere gente in un laboratorio e aspettare che arrivi un mal di testa o un'emicrania a qualcuno di loro, quindi la ricerca avviene di base tutta dopo che qualcuno ha sviluppato un mal di testa," ha detto Serrador. "Voglio sapere cosa succede prima che il dolore si scateni. Potrebbe darci più informazioni sul meccanismo in sé."

Non ho mai avuto un'emicrania e soffro poco di mal di testa, forse la cosa è collegata alle mie strane caratteristiche. Forse se i ricercatori studiassero il modo in cui il mio cervello evita l'emicrania da gelato, potrebbero ottenere le risposte su come alleviare i mal di testa delle altre persone. Mi sono generosamente offerta per la sperimentazione, ma Serrador si è messo a ridere.

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"Beh, vivi a New York, almeno saresti vicina." ha detto.

Felice di aiutare, ragazzi. Ditemi solo dov'è il gelato.

"Well, you're in New York, so it'd be close at least," he said.

Happy to help, guys. Just point me to the ice cream.