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Attualità

L'Italia è diventata la terra promessa dell'alt-right

Tra post, meme e video su YouTube, il governo giallo-verde sta riscuotendo parecchi consensi nell'estrema destra d'Oltreoceano.

Nel momento più duro dello scontro istituzionale fra il Quirinale e il non-ancora-nato governo Lega-M5S, quando Di Maio ventilava la possibilità di impeachment per Mattarella e invitava gli elettori ad appendere al balcone una bandiera tricolore, molti “patrioti” hanno deciso di seguire il suggerimento aggiungendo un tricolore anche al proprio nome su Twitter, per segnalarsi immediatamente come sostenitori del “governo del cambiamento.”

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In quei giorni anche Richard Spencer, uno degli esponenti più in vista dell’alt-right statunitense nonché l’inventore del termine, ha iniziato a sfoggiare l’emoji della bandierina italiana—e lo fa tuttora, nonostante il pericolo di un “golpe tecnocratico” orchestrato da Mattarella e dalle oscure forze dei mercati finanziari sia passato da un pezzo.

In realtà la luna di miele tra l’alt-right e i populisti italiani risale a molto più indietro, ed è iniziata come una forma di ammirazione unilaterale—quella di Salvini per Donald Trump—per trasformarsi in un amore sempre più corrisposto. Ad aprile 2016 Breitbart News, il sito di riferimento dell’estrema destra complottista, guidato all’epoca da Stephen Bannon in piena campagna elettorale per Trump, dava notizia dell’incontro tra il segretario della Lega e il futuro presidente degli Stati Uniti mettendo in risalto il loro “accordo totale” in materia di migrazioni.

Trump in seguito avrebbe negato che quell’incontro fosse mai avvenuto, ma da allora l’avvicinamento tra la Lega sovranista e la galassia dell’alt-right è stato continuo, come dimostra il crescente interesse di Breitbart per la parabola ascendente di Salvini nel corso del 2017.

Salvini si è accreditato nell’asse delle destre xenofobe europee imitando lo stile di comunicazione trumpiano nei minimi dettagli—dalle scelte grafiche all’arte di spararne una dopo l’altra—e incarnando così il ruolo di leader populista ideale teorizzato da Bannon. Non a caso, l’ex chief-strategist di Trump era a Roma il 4 marzo per “osservare” e “imparare” dalle elezioni italiane, incontrando segretamente Salvini a Milano l’8 marzo e poi di nuovo a fine maggio.

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Pochi giorni dopo si sarebbe vantato di aver “parlato per ore con Salvini e altri esponenti della Lega per spingerli a formare un’alleanza con il Movimento 5 Stelle,” come passo in avanti verso la “sollevazione populista” europea a cui si sta dedicando a tempo pieno da quando è stato estromesso dalla Casa Bianca.

Non stupisce quindi che la nascita del governo Conte sia stata salutata con grande giubilo dai propagandisti vicini all’alt-right o alla destra alternativa americana, che si sono premurati di spiegare al pubblico americano quale GRANDIOSA rivoluzione fosse appena avvenuta nel Belpaese.

Il 4 giugno lo youtuber e editor di InfoWars Paul Joseph Watson ha pubblicato sul suo canale—che conta 1,2 milioni di iscritti—un video intitolato “The Truth About Italy”, seguendo il suo solito format (la verità su qualsiasi cosa). Tra titoli come “I pedofili governano il mondo” e “La verità sulla guerra dei sessi,” il video sull’Italia tutto sommato è abbastanza normale: Watson si sofferma sulle dichiarazioni dei vari Oettinger e Juncker e sul tentativo di un “golpe globalista” per fermare la temutissima alleanza Lega-M5S (senza spiegare, ovviamente, le vere ragioni dell’impasse politica che ha rischiato di far saltare tutto).

Per il resto, “la verità sull’Italia” è una semplice esposizione con toni trionfalistici dei peggiori aspetti di questo governo: dallo stop agli sbarchi dei migranti “etichettati falsamente come rifugiati”—che arrivano sui “taxi del mare” pagati da Soros, ovviamente—al ministro Lorenzo Fontana secondo cui i matrimoni gay sono parte di un “complotto globale per cancellare il nostro popolo.” Il tutto si conclude con la sinistra profezia che “il resto d’Europa seguirà lo stesso sentiero,” pronunciata solennemente su quello che sembra un fermo immagine da una vecchia sigla del TG1.

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Curiosamente Watson glissa quasi del tutto sull’apporto del M5S al governo, limitandosi a riportare la proposta—piuttosto marginale—di adottare indicatori alternativi al Pil per misurare il benessere del paese. Non commette lo stesso errore Stefan Molyneux, canadese, che su YouTube ha più di 790mila iscritti. Molyneux—che tra le altre cose è accusato di guidare una sorta di setta—è specializzato in video lunghissimi in cui commenta l’attualità e discute dei suoi temi preferiti: l’immigrazione, su cui ha posizioni da razzismo scientifico ottocentesco, basate sul supposto differenziale di quoziente intellettivo tra le varie etnie; i danni del welfare e di qualsiasi forma di intervento statale; l’anti-femminismo, in tutte le sue varianti.

In un video di 1 ora e 7 minuti intitolato, anche qui, “The Truth About Italy’s Populist Revolution. Prepare Yourself,” pubblicato il 9 giugno, Molyneux commenta positivamente la presa di posizione del governo sull’immigrazione—che non è “naturale,” ovviamente, ma parte di un “programma governativo” condotto alle spese “di chi non è ancora nato.” Poi però si rende conto del peso che avrebbero sui conti pubblici italiani le misure economiche proposte, in primis il reddito di cittadinanza, e da libertario radicale conclude che si tratta di “una lista dei desideri socialista.” Il momento migliore è senza dubbio quando esclama “good job feminism!” per il declino demografico che renderà possibile la "sostituzione etnica" (minuto 19.33).

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Watson e Molyneux non sono gli unici youtuber ad aver dedicato spazio al nuovo governo italiano: già il 31 maggio ne parlava il canale Black Pigeon Speaks (348mila iscritti), in un video che si intitola sobriamente “ITALY: The Election That Will CRASH THE EU” e inizia con l’immagine di una barca di migranti che ondeggia sul mare sotto una musica da thriller. Il 6 giugno è la volta di Oppressed Media (33mila iscritti), che già dopo i risultati del 4 marzo aveva titolato con entusiasmo: “WOW! Italy just took their country back!”.

Accanto ai video “informativi,” che—al netto di una lettura chiaramente di parte—si limitano a ripercorrere le vicende della formazione del governo, si trovano anche video puramente celebrativi come questo, che sulle note di una marcia trionfale oltrepassa tutte le barriere del kitsch per proclamare finalmente la liberazione dell’Italia, ringraziando gli “eroi” che l’hanno resa possibile: Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Steve Bannon, Donald Trump e soprattutto Q, l’anonimo protagonista della teoria del complotto più assurda degli ultimi mesi, secondo cui Trump starebbe lottando segretamente contro un giro di pedofilia che coinvolge le alte sfere del Partito democratico statunitense.

Con il “primo governo populista dell’Europa occidentale” l’Italia sembra essersi guadagnata insomma un posto d’onore nel pantheon delle nuove destre internazionali, diventando un po’ quello che il Cile di Pinochet era per i neofascisti negli anni Settanta. Finora il loro entusiasmo non ha trovato ragioni di delusione: sia la vicenda della nave Aquarius, con tutti i suoi strascichi, sia l’ultima sparata sul censimento dei rom sono state seguite attentamente, su Breitbart così come sulla board di 8chan /pol/, uno dei punti di riferimento principali dei troll di destra su internet, dove prevedibilmente la “chiusura dei porti” alle navi delle Ong è stata accolta con grande esultanza e meme cripto-nazisti.

Mentre Salvini raccoglie i frutti delle proprie provocazioni nei termini di un consenso quasi bulgaro, la scommessa di Steve Bannon può dirsi vincente: il banco di prova italiano, l’esperimento per dimostrare che la formula del populismo xenofobo può funzionare ovunque, finora sta riuscendo.

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