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Su Anastasio e il 'Se uno dice una cosa giusta la condivido'

Non importa se Anastasio è di 'destra' o di 'sinistra' o di altro, ma cosa vuol dire dichiararsi liberi pensatori in questo contesto?
Leonardo Bianchi
Rome, IT
anastasio
Foto via Facebook.

Ieri Noisey—citando un podcast di Ingranaggi—ha pubblicato un articolo in cui si parlava di alcuni like, condivisioni e pareri espressi da Anastasio, il vincitore di questa edizione di X Factor, sul suo profilo personale.

Vorrei subito rassicurare chi ha titolato “i radical chic impazziscono,” o ha parlato di “schedature” degne degli anni di piombo: non facciamo “schedature,” né siamo “radical chic impazziti” dopo che Anastasio ha ripreso i post di pagine come “Weltanshauung Italia” (“Osserviamo ed analizziamo la nostra epoca attraverso la lente della tradizione cristiana,” si legge in una descrizione) o messo like ai profili di Salvini, Fontana e CasaPound.

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Semplicemente, il pezzo di Noisey faceva notare che le presunte idee politiche di un artista possono rappresentare un’informazione rilevante per chi lo ascolta—da cui, naturalmente, ciascuno trarrà le proprie valutazioni.

Detto ciò, il caso offre comunque diversi spunti su cui riflettere, anche e soprattutto alla luce delle dichiarazioni e le interviste rilasciate nelle ultime 24 ore.

“Hanno fatto il classico gioco del titolone sulla base di non so cosa, io l’ho aperto, c’erano screenshot del mio profilo,” ha detto Anastasio al Corriere della Sera riferendosi a Noisey. “Io sono un libero pensatore, penso che fossero tutte posizioni per nulla additabili come ‘fascismo’.”

Nella conferenza stampa di oggi, il rapper ha detto che “i like li ho messi perché sono articoli che ho letto, mi piace tenermi informato,” e aggiunto: “C’è un caos politico completo, basta parlare ancora di comunismo e fascismo. Ormai la destra fa la sinistra e viceversa. La destra oggi difende i lavoratori [tipo Orbán, sì], la sinistra è diventata liberista, è un casino.”

Inoltre, Anastasio ha ribadito di avere “opinioni su fatti di cronaca a volte da una parte e a volte dall’altra, non mi sento di etichettarmi. Se uno dice una cosa giusta la condivido, che sia Salvini o Renzi. Guardo cosa si dice, non chi lo dice” (tra parentesi, una cosa che mi chiedo è perché nessuno dei giornalisti presenti alla conferenza abbia chiesto—così, per curiosità e completezza—qualche esempio di “cose giuste” dette da Salvini e/o Renzi).

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Ecco, gli spunti che ci vengono offerti sono questi: cosa significa oggi dire "Se uno dice una cosa giusta la condivido"? E cosa vuol dire definirsi "né di destra né di sinistra" ma "liberi pensatori?"

Queste frasi hanno una storia e un significato ben preciso. Per fare un esempio, lo slogan “né rossi, né neri, ma liberi pensieri” è stato inventato dal gruppo ultras “Basti infami solo lame” (BISL) ed è stato poi usato dal Blocco Studentesco nel 2008, ai tempi dell’Onda e degli scontri a Piazza Navona. E la posizione “né di destra né di sinistra,” dietro la fasulla patina di “anticonformismo,” nel migliore dei casi non vuol dire assolutamente nulla.

Quanto a “se uno dice una cosa giusta la condivido, che sia Salvini o Renzi. Guardo cosa si dice, non chi lo dice”: come si fa a scindere il “chi” dal “cosa,” specialmente in un momento storico e politico del genere? Nel 2013 Beppe Grillo, per fare un altro esempio, nell'incontro con alcuni militanti di CasaPound disse che "alcune delle idee di CasaPound sono condivisibili." All'epoca, tutti si chiesero che diavolo avesse detto e perché.

Insomma: non importa se Anastasio è di “destra” o di “sinistra” o “sovranista” o < inserire qui posizione politica random > e non chiediamo certo di boicottarlo. Tuttavia, in un momento in cui "se uno dice una cosa giusta lo condivido" sembra diventato il nuovo "non sono razzista ma," è quantomeno utile soffermarsi sul significato delle parole e sul modo in cui le usiamo.

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