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Cibo

Carlo Cracco dice a un concorrente tv di non piangere e di "fare il maschio"

Ma il "latente" maschilismo di Carlo Cracco non è un caso isolato, è solo l'ennesima dimostrazione che nei ristoranti c'è un problema, e non solo nei confronti delle donne.
Roberta Abate
Milan, IT
Carlo Cracco maschilismo
Screen via Repubblica video

Qualche anno fa, per qualche strano motivo, facevo parte di una giuria a un concorso dedicato alla ristorazione e alla sala. Giovani camerieri e responsabili di sala dovevano rispondere alle domande di una giuria di esperti, esprimendo la propria visione del ristorante moderno. A un certo punto arriva il turno di questo ragazzo bravissimo, preparato, aveva portato anche una presentazione Power Point. Poi qualcuno in maniera innocua gli chiede: "Quali sono i tuoi criteri per l'assunzione del personale?". Lui risponde elencandone qualcuno assolutamente condivisibile, e poi dice: "Ah, ovviamente assumo solo uomini, perché gli uomini sono più forti e concentrati, le donne fanno più fatica".

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Ora non vi dirò che brutto quarto d'ora ha passato quel ragazzo durante quel concorso, ma vi faccio riflettere sulla sua risposta: "forti e concentrati". Gli uomini sono d'acciaio, punto. E se quel ragazzo di appena 20 anni ha risposto così, durante un concorso davanti a una giuria composta anche da tre donne, perché stupirci della frase infelice di Carlo Cracco durante la scorsa puntata mandata in onda di Hell’s Kitchen.

Premetto: vedo poco la televisione, ma sono sicura che se volessimo fare una cernita di quello che viene detto e mostrato - fra programmi e pubblicità - ci sarebbe molto altro di cui indignarsi. Ma qui a Munchies si parla di cucina, e quindi concentriamoci su quello che lo chef stellato, e ultra famoso in tv, ha detto quando un concorrente, commosso dal giudizio positivo sul suo piatto, si è messo a piangere.

Cracco, forse per smorzare il momento molto intenso, dice: "Cosa fai? Sembri un barboncino. Ma sei un maschio!". E giustamente il concorrente dice che è l'emozione, e cerca di giustificarsi.

Eccolo lì il maschilismo latente, che in cucina tanto latente forse non è. Prendi Davide Oldani che, per scusarsi dei suoi commenti non proprio ok sulle donne di qualche anno fa - quando diceva una cosa molto simile al ragazzo del concorso di sala di cui vi parlo sopra - , ha fatto uscire addirittura un libro chiamato Le D’onne lo sanno, dove lo chef si chiede che ruolo abbiano le donne in cucina e nella società. E lo intitola con il nome del suo ristorante ovviamente. Non l’ho letto, non credo lo farò, ma se un uomo scrive un libro sulle donne nella società, forse è un po' come in quella puntata di BoJack Horseman, in cui BoJack dice una cosa tipo: “Ecco perché il femminismo non è mai andato a genio alle persone, perché fino ad ora non ne hanno mai parlato gli uomini".

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Insomma torniamo a Cracco, che dice al povero concorrente che non deve piangere, altrimenti sembra un barboncino (i barboncini piangono? Solo i barboncini femmina o anche quelli di sesso maschile?). Non ho mai lavorato in una cucina, ma ascoltando spesso i racconti pieni di enormi gradi di virilità degli chef, immagino che piangere non sia una cosa molto comune, sebbene lo stress - come abbiamo detto - sia altissimo e gli episodi spiacevoli anche. Ma io sono l’ultima a dover parlare: non ho mai pianto in un luogo di lavoro, anche dopo piccole umiliazioni e forti emozioni. Quindi la cucina sarà come ogni luogo di lavoro al mondo: non si alza la voce, non ci si scaccola e non si piange. Non c'è scritto nel contratto, ma sai che è un comportamento sanzionato in maniera non proprio positiva.

Quindi in questo senso, forse, Cracco era semplicemente imbarazzato dalla reazione “troppo” emotiva del concorrente, ma la battuta infelice c'è stata e ha fatto male, tanto che Twitter e gli altri social hanno tacciato lo chef di maschilismo. Ma Cracco, in fondo, è un uomo nato nel '900, che ha in mente una sola frase: "Gli uomini non piangono".

Eppure Carlo, ti do del tu anche se non ci conosciamo bene, una cosa voglio dirtela: piangere aiuta a combattere lo stress. Lo dicono diversi studi, e forse quel povero concorrente, dopo che tu gli hai detto che il piatto andava bene, ha rilasciato tutta la tensione con delle innocue lacrime. Pensa che molte scuole o aziende in Giappone stanno cercando di incoraggiare studenti e impiegati proprio a piangere, come ci spiega il Japan Times. Bravi giapponesi! Che dopo la questione dei test medicina truccati a discapito delle donne non ci avevate fatto una grande figura.

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