Daft Punk storia
Daft Punk, screengrab dal video Epilogue.
Musica

Storia dei Daft Punk in otto momenti fondamentali

I Daft Punk si sono sciolti: abbiamo raccolto i momenti più indimenticabili della loro carriera per ricordarci quanto siano stati importanti.

La storia dei Daft Punk comincia nel 1987 a Parigi. Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, compagni di classe del liceo, si ritrovavano dopo scuola per suonare e registrare demo insieme all’amico Laurent Brancowitz. Nel 1992 i tre danno vita a una vera band, i Darlin’, che fanno rock’n’roll, durano poco e vengono considerati ancora meno. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: la recensione negativa di un giornalista del Melody Maker che aveva definito la loro musica come “daft punky thrash” ha dato il via al progetto più importante della loro vita.

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Brancowitz lascia il gruppo per continuare a suonare con la band che poi diventerà i Phoenix, mentre Homem-Christo e Bangalter nel 1993 fondano ufficialmente i Daft Punk. Da quel momento in poi le cose non saranno più le stesse. Per comprendere appieno il contribuito fondamentale che il duo ha dato alla musica elettronica e non, è sufficiente dire che in 28 anni di carriera sono “bastati” quattro studio album (e una soundtrack) e due tour per cambiare completamente le regole del gioco e influenzare una bella fetta degli artisti contemporanei.

Il 22 Febbraio 2021, giorno in cui i Daft Punk hanno annunciato il loro scioglimento, sarà infatti ricordato come un giorno triste per la storia della musica. E anche se il video di 8 minuti avrà in qualche modo consolato qualche fan, per noi più nostalgici è bene ripercorrere tappe e momenti fondamentali della carriera dei Daft Punk. Continueremo a piangere, ma almeno lo faremo insieme.

1994: “The New Wave” è il primo singolo dei Daft Punk

Nell’elenco delle tappe più importanti della carriera dei Daft Punk è impossibile non includere il primissimo singolo del duo francese. Pubblicata come maxisingolo in vinile in edizione limitata, “The New Wave” è la versione originale della canzone che poi diventerà “Alive”, inclusa nel loro primo album Homework. La storia dietro la pubblicazione del primo brano ha dell’assurdo: Guy-Manuel e Thomas hanno incontrato Stuart MacMillan, cofondatore della Soma Records che pubblicherà i loro primi singoli, a un rave a EuroDisney (sì, hai letto bene).

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1997: ‘Homework’ e “Around The World”, i primi successi dei Daft Punk

Il debutto discografico del duo è arrivato quasi per caso. Bangalter ha infatti affermato in un’intervista: “Avrebbero dovuto essere solo molti singoli, ma abbiamo registrato così tante tracce nel periodo di cinque mesi che abbiamo realizzato che avevamo un buon album tra le mani”. La scelta del nome Homework è stata guidata dal fatto che tutti i pezzi sono stati scritti, registrati e prodotti in casa in maniera più spontanea possibile.

Con il primo album arriva anche la prima hit: “Around The World”, un bangerone interplanetario che risuona per anni in tutte le discoteche del mondo. Grazie a questo album, i Daft Punk si sono imbarcati nel loro primissimo tour mondiale chiamato Daftendirektour, nel quale si sono esibiti portando sul palco la loro strumentazione “casalinga” che hanno usato per incidere il disco. Nel 2001 è stato pubblicato un live album chiamato Alive 1997, registrato durante la performance a Birmingham, personalmente selezionato dal duo come il miglior concerto del tour.

2001: ‘Discovery’, ‘Interstella 5555’, i Daft Punk indossano il casco

Discovery è un concept album che si ispira all’infanzia del duo e al loro amore per il cinema e l’anime giapponese. Il disco infatti è servito da soundtrack e punto di partenza per creare Interstella 5555 con il loro idolo Leiji Matsumoto. Nel video musicale di “One More Time”, singolo di lancio e altro successo galattico, possiamo vedere spezzoni del film.

Molte delle canzoni di questo disco sono state campionate da altri artisti. Il caso più famoso è Kanye West, che ha usato “Harder, Better, Faster, Stronger” nella sua “Stronger”. Ma oltre a marcare un’evoluzione a livello musicale, questo disco segna un altro dei cambiamenti più importanti. È infatti proprio con questo album che i Daft Punk hanno adottato i famigerati caschi.

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La storia, come tutto quello che riguarda i Daft Punk, è fantascientifica: alle 9:09 del 9 Settembre 1999, nel loro studio, l’esplosione di un sampler li avrebbe quasi uccisi. Dopo essersi sottoposti a interventi di chirurgia ricostruttiva hanno ripreso coscienza, realizzando di essere diventati dei robot.

2005: ‘Human After All’

Il terzo disco in studio è stato inciso in maniera completamente diversa rispetto all’approccio più lento e meticoloso che era stato riservato ai primi lavori. Bangalter ha affermato che il duo è stato “sedotto dall’idea di produrre in maniera opposta a come eravamo abituati”. L’album è stato infatti mixato in sole sei settimane. I singoli “Robot Rock” e “Technologic” dimostrano come i Daft Punk hanno voluto includere più chitarre distorte possibili nel loro classico sound elettronico.

Al tempo della pubblicazione del disco i Daft Punk si sono rifiutati di rilasciare interviste, dicendo che questo sarebbe andato contro il tema principale dell’album, quale era il vedere i media come una forza oppressiva (solo per poi pentirsi successivamente e definirla la “peggior decisione che abbiamo mai preso”).

2006: Il Coachella

Ci sono pochi concerti che possono essere considerati come un’esperienza che ha ridefinito i canoni e gli standard della musica live. Beh, quello dei Daft Punk al Coachella nel 2006 è sicuramente uno di essi. Quello che ha reso lo spettacolo uno dei più memorabili nella storia dei live è stata la perfetta fusione tra musica, led, giochi di luce e laser che trascinavano il pubblico, coinvolgendolo in un’esperienza trascendentale, scopo principale dei due pionieri. La connessione tra i fan e i due artisti è stata istantanea, e il palco piramidale è da allora diventato simbolo dei Daft Punk.

Il concerto ha dato il via al loro tour Alive 2006/2007, che è spesso citato come riferimento per innumerevoli artisti. Nonostante inizialmente era stato annunciato un DVD del fatidico show, non è mai stato pubblicato nulla ufficialmente e tutto ciò che ci rimane sono riprese del pubblico e clip inserite in documentari, tra i quali è importante citare Daft Punk Unchained del 2015.

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2013: ‘Random Access Memories’, l’ultimo album dei Daft Punk

Dopo aver pubblicato la colonna sonora del film Tron: Legacy, i Daft Punk sono tornati in studio per il loro quarto e ultimo lavoro discografico. Random Access Memories rappresenta l’apice del loro successo grazie ai 5 Grammy vinti (tra cui Album Of The Year) e alle indimenticabili collaborazioni con Pharrell e Nile Rodgers in “Get Lucky” e “Lose Yourself To Dance”, Julian Casablancas degli Strokes in “Instant Crush” e Giorgio Moroder in “Giorgio by Moroder”. Insomma, un elenco di hit dopo hit.

Il titolo e il concetto dell’album si sviluppano intorno al binomio tecnologia-esperienza umana, al “parallelo tra un cervello umano e un hard drive e il modo in cui i ricordi vengono conservati,” ha affermato Bangalter. Per la prima volta i Daft Punk si sono serviti di musicisti da studio per registrare live, limitando l’uso di strumenti esclusivamente elettronici. RAM è stato incluso in numerose classifiche come uno dei migliori album di tutti i tempi. 

2016: Daft Punk e The Weeknd in “Starboy” e “I Feel It Coming”

Restando in tema collaborazioni non si può far a meno di citare The Weeknd. La prima è stata nel 2016 per il singolo “Starboy”, che in poco tempo ha scalato le classifiche arrivando in cima alla Billboard Hot 100, diventando così il primo singolo numero uno negli Stati Uniti per il duo francese. Nel novembre dello stesso anno è stato pubblicato quello che è ad oggi l’ultimo singolo ufficiale dei Daft Punk: “I Feel It Coming”. Entrambe le canzoni sono incluse nell’album di The Weeknd “Starboy”. Ai Grammys del 2017 (come era successo anche per i Grammys del 2014 quando hanno suonato insieme a Stevie Wonder, Pharrell e Nile Rodgers) il duo si è esibito sul palco con The Weeknd. È stata la loro ultima apparizione.

2021: Epilogue

Se è vero che tutte le cose belle finiscono, l’annuncio dello scioglimento dei Daft Punk conferma (purtroppo) il tanto odiato modo di dire. Attraverso un video pubblicato sul loro canale YouTube, il 22 febbraio 2021 Guy-Manuel e Thomas hanno detto addio ai Daft Punk. Accompagnata da immagini prese dal loro film Daft Punk’s Electroma (2006), e sulle note di “Touch” (contenuta in RAM), appare una grafica con le date 1993-2021. La loro teatrale uscita di scena, così come tutta la loro carriera, è stata in linea con lo stile e la classe che li ha contraddistinti sin dal primo giorno.

Lucia gestisce Song Of The Day 365. Seguila su Instagram.