Salute

Cosa succede quando ti ritrovi la casa infestata da topi, blatte o altri insetti

La disinfestazione di cimici dei letti, blatte, pulci o topi può diventare un incubo: i racconti di quattro persone che hanno cercato di eliminarli.
Alessandro Pilo
Budapest, HU
Juta
illustrazioni di Juta
cosa fare quando hai blatte e pulci in casa
Illustrazione di Juta.

Idealmente, il proprio appartamento dovrebbe essere il luogo in cui rifugiarsi e trovare un po’ di pace dai problemi del mondo esterno. Ma per via dell’inverno, la presenza di animali da compagnia o le condizioni abitative, può capitare che parassiti come blatte, roditori o pulci arrivino a casa nostra, riproducendosi rapidamente e infestandola. 

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Ecco allora che le mura domestiche si trasformano in un luogo angosciante, in cui dei nemici invisibili e imprendibili si prendono poco a poco la nostra salute mentale, oltre che il nostro sangue o le nostre provviste. Si dà per scontato che queste cose capitino solo in appartamenti universitari o in metropoli “famose” per questi problemi (come New York), ma in realtà può succedere davvero ovunque e a chiunque.

Ho raccolto un paio di testimonianze sul tema, inclusa la mia, per capire come si reagisce davanti a un evento del genere.

Cosa fare quando trovi le cimici dei letti nei materassi e vieni punto

“Nel 2008 vivevo nel Raval, un quartiere al centro di Barcellona completamente infestato da blatte e cimici dei letti. Il primo problema che ho avuto è stato quello degli scarafaggi: erano presenti in casa già dai primi giorni, correvano dappertutto, anche sul top della cucina. Era ripugnante. 

Questo problema è stato risolto abbastanza facilmente: abbiamo comprato un veleno e messo nelle zone dove erano più presenti, aspettando che il lato oscuro delle blatte—il cannibalismo—facesse il resto: il primo scarafaggio mangia il veleno, torna nella tana e muore lì, a quel punto le sue compagne lo divorano e schiattano a loro volta. Non nego di aver provato una perversa soddisfazione davanti a questa macabra tecnica di sterminio.

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Ma l’esperienza davvero traumatizzante, sempre nello stesso appartamento, è avvenuta qualche anno dopo con le cimici dei letti. Una mattina io e i miei coinquilini ci siamo trovati sul corpo tre punture una vicina all'altra, che poi si gonfiavano in un unico bozzo rosso e pruriginoso. Inizialmente abbiamo pensato alle zanzare, ma stesso tempo c’erano macchie di sangue sulle lenzuola e sui cuscini: le cose non quadravano. 

Ci è voluto un po’ per capire che si trattava di cimici dei letti: nel frattempo avevamo buttato prima il materasso, poi il letto e un sacco di vestiti. Una notte, mentre dormivamo al centro della stanza su un materasso da campeggio nuovo di zecca, siamo stati svegliati dalle punture sul braccio e per la prima volta abbiamo visto i colpevoli: degli esseri repellenti e gonfi che si allontanavano dal letto. Anche se eravamo molto affezionati alla casa, a malincuore l’abbiamo lasciata (il problema si è poi ripresentato, anni dopo, in un’altra casa).

Al di là delle punture fastidiosissime, è stata soprattutto la parte psicologica a segnarmi. Quando ti succede una cosa del genere non ti senti più sicuro e tranquillo a casa tua, dormi preoccupato e durante il giorno pensi solo a quello che succederà di notte. Devo dire che quell’esperienza mi ha lasciato traumatizzato, e ancora oggi provo un grandissimo ribrezzo per tutti gli insetti.”—Giampiero*

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Trovarsi le blatte nella macchinetta del caffè e come liberarsene

“Qualche tempo fa, mentre stavo facendo un caffè dalla macchinetta nel mio appartamento a Roma, ho visto una cosa imprecisata che si muoveva rapidissimamente sotto la base. Inizialmente non ci avevo fatto nemmeno caso. Il giorno dopo, però, mi si è ripresenta la stessa scena; e in quelli successivi con movimenti più sostenuti—non più una cosa, ma diverse cose.

Passa una settimana, e la situazione precipita. L’intera cucina è ormai infestata da un tipo di blatte chiamate Supella longipalpa, detta “blatta del legno.” In pratica, senza volerlo, avevo creato una specie di hotel a cinque stelle per le blatte: legno, umidità, calore e cibo. Ma questo ancora non potevo saperlo.

La prima reazione è stata di panico totale. Ho pulito tutto a fondo più e più volte, sono corso al supermercato a comprare la polvere insetticida e l’ho sparsa ovunque, ho ucciso in vari modi le blatte che trovavo in giro, ho tappato ogni fessura e messo la macchinetta del caffè in un sacco che ho quarantenato sul balcone.

Ovviamente, non è servito a nulla. Le Supella continuavano sfacciatamente ad aggirarsi per la cucina e lo facevano persino di giorno, nonostante prediligano l’oscurità. Quando ne ho vista una sul soffitto della camera da letto, sono arrivato a un passo dall’esaurimento. Dopo nottate di navigazione disperata, ho trovato il forum di un disinfestatore con i suoi consigli (su tutti, mai bombardare di prodotti chimici la casa in cui si vive) e soprattutto i suoi schemi di lavoro con le esche di gel (si trovano in farmacia, costano un po’ ma ne vale la pena).

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Dopo aver applicato meticolosamente il gel e aspettato che facesse il suo effetto, la situazione era nettamente migliorata—mi pareva di essere uscito dal tunnel. A quel punto, ho pensato di tirare fuori la macchinetta del caffè per dare una bella pulita e tornare a usarla. Tuttavia, non era finita qui.

Quando ho aperto il sacco ho visto un paio di blatte morte. Poi una viva; poi altre vive. Avete presente le scene in cui Rambo ha i flashback del Vietnam? Ecco, più o meno la stesso. Traumatizzato, ho tirato fuori la macchinetta e l’ho scossa: a quel punto le blatte sono letteralmente piovute per terra. Ne ho contate una trentina, vive e morte, di tutte le dimensioni. Si erano annidate lì dentro. 

L’infestazione è stata debellata e da allora non ho più avuto problemi, ma credetemi: non guarderò mai più una macchinetta del caffè con gli stessi occhi. Anzi, già che ci siete, date una controllatina alla vostra.”—Leonardo

Scoprire i topi in casa e non sapere cosa fare

“Al tempo stavo per andare a vivere insieme alla mia (ex) ragazza, a Porto. Avevamo visto un bell’appartamento moderno in una zona residenziale, ma alla fine ne abbiamo scelto uno in pieno centro storico: vuoi mettere il fascino di un vecchio palazzo senza riscaldamento e scricchiolanti scale in legno? 

Dopo un mesetto, all’inizio dell’inverno, una sera ho avuto la strana sensazione che qualcosa si stesse muovendo nella penombra. Il giorno dopo abbiamo trovato feci nella dispensa e nel portaposate, confezioni rosicchiate e altri disastri. Oltre a essere abbastanza disgustoso, siamo stati costretti a buttare quasi tutte le provviste. 

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Lo stesso giorno la mia ragazza aveva trovato un topo nascosto sotto una sua felpa, e da quel momento anche aprire un cassetto era diventato motivo di ansia. La padrona di casa mandò un tizio che murò tutte le fessure dell’appartamento, ma a quanto pare era già troppo tardi—di topi in casa ce n’erano già diversi, pronti a svernare.

Inizialmente sporadiche, le cacchine diventavano sempre più frequenti. Al mattino ne pulivamo anche cento, mentre l’appartamento ormai aveva un odore fortissimo di ammoniaca. Ma più che in casa, i topi ti entrano in testa.

Sapere che c’è un animale che ti tiene d’occhio e aspetta il momento giusto per frugare tra le tue cose ti rende paranoico, ti sembra di vederlo o sentirlo ovunque, di notte te lo immagini che si aggira sul letto—di dormire poi non se ne parla, il che alla lunga diventa una tortura. Eppure, rispetto ad altre infestazioni, quella dei topi è psicologicamente complessa: in parte li ammiravo per come riuscivano a evitare le trappole e trovare cibo nascosto. 

Purtroppo non è facile risolvere il problema in modo pulito: lo intrappoli e lo liberi da qualche parte? Su Internet girano un sacco di storie di gente che l’ha fatto, per poi ritrovarseli in casa dopo una settimana. In più alcune organizzazioni animaliste scrivono che, una volta messi in ambienti esterni sconosciuti, i topi moriranno probabilmente di fame o sete, oppure predati. 

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Le trappole letali invece sembrano uscite da un manuale di tortura medievale—e quella a scatto non è nemmeno la peggiore. Il foglio con la colla causa una morte così lenta e dolorosa che per liberarsi il topo proverà ad amputarsi le zampe, mentre il veleno causa una devastante emorragia interna. Ma è pur vero che, dopo una settimana con questo problema, ogni dilemma morale ed etico viene messo da parte; ed è altrettanto vero che usare delle trappole non significherà necessariamente trovare la soluzione al problema. 

Le provammo un po’ tutte, ma le esche restarono sempre intatte. Quando ormai meditavamo di lasciare la casa, così come erano arrivati i topi sparirono nel nulla, silenziosi e senza lasciare tracce. Per molti mesi abbiamo continuato a vivere in assetto d’emergenza, al punto che quando aprivamo la finestra per cambiare l’aria, uno di noi stava lì davanti di guardia.”—Alessandro

Avere la casa infestata dalle pulci

“Sono una studentessa di Medicina fuorisede e qualche anno fa io e delle colleghe siamo andate a vivere insieme. Un giorno ho avuto la brillante idea di ospitare per una notte un’amica e il suo cane. Le avevo proposto di dormire nel letto della mia coinquilina—una cosa che quest’ultima non avrebbe mai accettato, ma tanto come avrebbe fatto a scoprirlo? 

Dopo all’incirca una settimana, però, si era materializzato il peggior incubo di chi vive con cani e gatti. La mia coinquilina, tornata a casa e di conseguenza nel suo letto, si era svegliata in piena notte con strane punture sulle caviglie e sui polsi. Dopo una ricerca su Internet ha iniziato a sospettare che fossero pulci. A quel punto io avevo già fatto 2+2: ho negato spudoratamente, ma alla fine la verità è saltata fuori. Potete immaginare la sua reazione. 

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La casa era già totalmente infestata—le pulci depositano sulla vittima intorno alle 15 uova al giorno, in un appartamento queste si spargono facilmente su tappeti, mobili o abbigliamento—eppure mi veniva da dire con ingenuo ottimismo “andrà tutto bene, ce ne liberiamo in fretta,” mentre la mia coinquilina era freddamente realista e diceva “vedrai che sarà uno sbatti incredibile.” Sembrava un po’ di stare all’inizio della pandemia di coronavirus

Abbiamo chiamato un esperto di disinfestazione, che ci ha preso 150 euro con lo sconto e ordinato di lasciare la casa per una settimana per fare il trattamento a base di pesticidi. Quando siamo rientrate c’era lo schifo, era tutto appiccicoso e pieno di veleno. Eravamo stanche, ma in fondo sollevate per un problema risolto abbastanza in fretta. 

Dopo due settimane, invece, la triste verità: non era cambiato niente. Di fronte alla seconda ondata siamo state più pessimiste: avevamo già fatto varie lavatrici a 60 gradi e buttato un sacco di vestiti, ma questa volta ci siamo liberate di qualsiasi cosa considerata superflua, al fine di eliminare ogni possibile nascondiglio. Tutto ciò che poteva essere messo da parte per due mesi è finito sigillato in sacchi neri; poi abbiamo avvolto il resto dell’arredamento con la pellicola trasparente per il cibo, così da isolare tutto. Abbiamo iniziato al mattino e finito a mezzanotte: eravamo così stremate che per sbaglio sono finite nel cassonetto anche le chiavi di casa. 

Dopo ulteriori ricerche su Internet abbiamo comprato in farmacia una bomba chimica e dieci flaconi dell’insetticida STOP. Pulivamo la casa da cima a fondo raschiando le piastrelle una ad una con le spatole—sembrava di stare in Cenerentola. Per una settimana abbiamo bombardato l’appartamento di insetticida con le finestre chiuse, e dopo due o tre giorni riprendevamo da capo.

Alla fine il nostro metodo casalingo ha funzionato, anche se la mia coinquilina per tutto il tempo ha avuto vari attacchi di tosse. Non c’è bisogno di dirlo, ma per via di questa esperienza ho imparato a riflettere meglio sulle cose prima di farle.”—Alessandra*

*Alcuni nomi sono stati modificati su richiesta degli intervistati

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