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Cameron che canta dimenticandosi del microfono acceso è la hit dell’estate

Dopo aver ufficialmente annunciato che lascerà il posto a Theresa May, David Cameron si è dimenticato di spegnere il microfono e, tornando in casa, ci ha regalato una hit che riassume tutto il suo lascito. Purtroppo.

Cameron si scalda la voce. Screengrab via BBC News.

In caso ve lo foste perso, ieri mattina David Cameron ha annunciato che dal momento che Theresa May è l'unica donna rimasta che può ambire alla leadership del partito conservatore e all'incarico di Primo Ministro, non farà niente per ostacolarla e rassegnerà formalmente le sue dimissioni nella serata di mercoledì, consegnandole le chiavi di Downing Street. Dopo il suo annuncio Cameron ha ringraziato la stampa, si è incamminato verso casa ed è entrato. Ma in tutto ciò ha lasciato acceso il microfono e se l'è tenuto addosso, andando avanti con la sua vita.

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E così è successo. Nel varcare la soglia ha cantato una canzoncina.

Non una canzoncina con un testo in particolare, ma una successione di suoni stile ninna nanna per bambini. Anzi, meglio: una marcia funebre giullaresca per la nazione. "Doo Doo, Doo Doo." Poi la porta si chiude alle sue spalle. In tre secondi, quella canzoncina è riuscita a suonare lamentosa, naïf, sconfitta, ottimistica, ignorante, sollevata, allegra, deprimente, dispotica, snervante, noiosa, e al di là di ogni comprensione. In pratica, è la traccia dell'estate 2016.

"Doo Doo, Doo Doo" è chiaramente un canto di sollievo. Se la Gran Bretagna avesse votato per rimanere nell'Unione Europea sarebbe stata molto più epica, e invece ci è toccata una marcetta conciliante, tutta in levare. È il motivetto che un padre canticchia mentre va dal garage alla porta di casa, quello che un impiegato della Vodafone mormora mentre aspetta che il sistema gli confermi se hai diritto a un upgrade. È quello che si cantano gli uomini soli a letto la sera per non sentire la coppia al piano di sopra che ci dà dentro. È una traccia che accompagneresti con un movimento ondeggiante della testa. È un motivetto che dice, "Dai, sta per finire e poi posso tornare a guardare la TV."

La composizione di "Doo Doo, Doo Doo" è un segnale spontaneo del sistema nervoso di David Cameron che dice che il primo ministro inglese non vedeva l'ora di mollare un incarico devastante a qualche altro povero stronzo, e che i suoi centri energetici festeggiano all'idea. Pensateci, le uniche volte che avete composto un piccolo motivetto spontaneo sono quelle in cui un afflato di improvvisa gioia vi ha attraversato—anche solo quella legata a una pisciata. È arrivato il cibo d'asporto! La vostra fidanzata è tornata da un viaggio di lavoro! Siete finalmente arrivati all'autogrill dopo aver bevuto due lattine di Red Bull! Non dovete più mandare avanti una nazione! "Doo Doo, Doo Doo" è il suono di un uomo che guarda una casa in fiamme, gira i tacchi e se ne va nella direzione opposta.

In questo senso, "Doo Doo, Doo Doo" è più di una canzone. È un mantra. Un'ideologia. Un piano. Diciamolo, tutto sta succedendo molto in fretta in Gran Bretagna. Le opzioni per il futuro Primo Ministro erano orrende, anche i più accaniti pro-Brexit hanno fatto il gesto dell'ombrello e hanno pensato di trasferirsi in Florida, la sterlina perde di valore e anche la disoccupazione salirà, mentre il lavoro diminuirà.

"Doo Doo, Doo Doo" è l'inno del "non me ne frega un cazzo" che la nostra generazione si merita. In un momento in cui tutto è perduto, questo pezzo dice "ci penso dopo" e "addio" alle responsabilità. Portiamola al numero uno in classifica. Rendiamola la nostra suoneria, sveglia, primo ballo della serata e motivo che accompagnerà il nostro cadavere tre metri sotto terra. Rendiamola il lascito di David Cameron, una melodia che riassume la nazione che ha costruito. Una melodia che guarda la disperazione negli occhi e dice, "LOL scusa non stavo ascoltando."

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