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Música

Un inutile ma obbligatorio dibattito su Amy Winehouse

È appena uscito il disco postumo. Pensate sia una cosa di cattivo gusto? Oppure ve lo sentirete? O non ve ne frega proprio un cazzo?

Il disco postumo di Amy Winehouse, morta lo scorso luglio all'età di 27 anni, è uscito da meno di una settimana ed è già in vetta alle classifiche. Prima che anche voi lo compriate o lo chiediate in dono a Babbo Natale, vi preghiamo di leggere un ennesimo capitolo del solito e ormai consumato dibattito sulla liceità di tali iniziative discografiche.

In fondo, chiunque è lì pronto a dire la sua, appellandosi di volta in volta a un ipotetico senso di indignazione o all'innatà curiosità e affetto per quella Amy che non c'è più. Abbiamo dunque inventato due giornalisti perché vi avvolgano intorno il bianco manto del moralismo e sussurrino al vostro orecchio: "Va tutto bene, tesoro - è il mondo ad essere sbagliato!"

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AMY WINEHOUSE DOVREBBE ESSERE RICORDATA PER LA SUA MUSICA, NON PER QUELL'ALTRA SUA MUSICA. 
di Neil Lester

Ricordo ancora il momento in cui seppi della morte di Amy Winehouse. Ero al capezzale di mia nonnna, di fianco a quel letto nel reparto di terapia intensiva dove si apprestava ad affrontare le ultime ore della sua lotta col carcinoma del colon-retto.

"Oddio, Amy Winehouse è morta!" esclamai di colpo spaventando la nonna—che, confusa, credette stessi parlando della sua stessa morte. Convinta di non essere già più tra noi, prese a dire cose come "L'aldilà è un bel posto, davvero," e "Mi mancate così tanto." Pensava non la potessimo sentire, e non appena iniziammo a risponderle la sua confusione si fece ancora più grande. A quel punto però avevo già lasciato la stanza. Mi sentivo abbandonato, e le guance mi bruciavano per le lacrime. Povera, tragica Amy. A chi mi sarei rivolto per un po' di R&B pop con un tocco jazz anni Sessanta? Sapete, non è il genere di musica su cui le etichette investano fior di quattrini, al giorno d'oggi.
Erano passati pochi minuti dalla sua morte, ed io dovevo già tollerare una doppia perdita.

Così, abbiamo trascorso gli ultimi mesi a ricordare Amy, ognuno a modo proprio. C'è chi ha lasciato fiori e piccoli doni fuori dal suo appartamento, chi ha organizzato fiaccolate commemorative. Quanto a me, ho scelto di esprimere la commozione per la sua perdita scrivendo una serie di pomposi articoli sulla sua figura come artista e sull'importanza di tutelarne il  nome e l'eredità.

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Ma ora c'è qualcosa di nuovo contro cui i nostri piagnucolii saranno costretti a infrangersi: il cosiddetto "album" postumo. Ebbene sì, gli avvoltoi sono tornati per nutrirsi della sua carcassa. Ancora una volta. L'hanno seguita fin nella tomba. Anche ora che non c'è più, Amy continua ad essere il bersaglio di gente che vuole fare i soldi sul suo personaggio. Dovrà correre via persino sottoterra. E nella tomba, non c'è nulla dietro cui nascondersi. Parliamo chiaro: se dopo aver letto questo articolo, sbattendovene altamente del mio appello, uscirete di casa per andare a comprare il suo album, ricordatevi che non state acquistando altro che ciò che l'ha uccisa—l'industria musicale.

Non dimeticate che sono quegli stessi avvoltoi ad aver investito milioni di sterline su di lei. Se l'avessero lasciata in pace, forse (anzi, molto probabilmente) la povera, piccola Amy sarebbe ancora qui. Quando ci penso, mi piace immaginarla vestita di rosa e bianco, felice dietro al bancone della sua pasticceria vicino Harpenden. Riuscite a vederla anche voi, mentre serve piccoli pezzetti di marzapane da dietro le tende chiare di Black To White?

Chi conosceva Amy sa quanto fosse riservata. Cercava soltanto di sopravvivere, mentre sotto una montagna di capelli coperti di lacca e mini-minigonne camminava a passo incerto tra i pub di Camden rifugio di molte altre celebrità. Perché allora dovremmo voler essere testimoni della sua sofferenza nelle stanze buie di uno studio di registrazione?

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Sono certo che Amy direbbe qualcosa di simile, se fosse ancora tra noi: "Vi prego, lasciate perdere il mio album. Certo, quelle canzoni sono mie, in quelle note ci sono io, ma non le avevo finite. Ascoltarle oggi sarebbe come leggere il mio diario segreto. PS: La mia anima non sarà in pace finché qualcuno non metterà in guardia Pete Doherty. Deve cambiare stile di vita, dovete fermarlo prima che commetta il mio stesso errore. Prima che sia troppo tardi."

Offesi e inorriditi dall'opinione di un finto giornalista pagato con soldi che non esistono? Passate alla pagina successiva, ma state calmi: su Internet hanno ragione tutti!

AMY WINEHOUSE È MORTA E NON PUÒ SENTIRCI BATTIBECCARE SULLA SUA EREDITÀ MUSICALE.
di Paul McCormick

Ricordo ancora quanto sentii Back To Black—fu qualcosa di rivoluzionario, enorme, un po' come ascoltare per la prima volta Adele o i Coldplay. Nelle mie orecchie ci fu un'autentica esplosione jazz-soul, e capii immediatamente che il nome Amy Winehouse non avrebbe lasciato indifferente la storia musicale inglese, considerato anche il fatto che nel corso di un mese il suo album sarebbe già stato in testa alle classifiche.

Sconvolto dalla sua personalità, decisi che avrei dovuto incontrarla. "Ha un tale carisma, è fantastica, e al tempo stesso così fragile… Ho la sensazione che avrà una fine tragica," dissi a un collega. "Perciò, se fossi in te, aspetterei ancora qualche anno prima di mettere della roba su eBay."

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La mia supposizione si rivelò tristemente corretta. Hanno provato a spedirla in riabilitazione, ma niente. Amy ha scalciato, barcollato, pianto ancora… E ora che è morta, esiste anche solo una minima ragione per cui il suo materiale inedito dovrebbe rimanere dimenticato in qualche archivio?

La mia risposta è "No." Innanzitutto perché è morta. Non canta più. Non può sentirvi. Non può vedervi mentre missate le sue canzoni aggiungendo qualche parte strumentale, non importa quanto alti saranno gli amplificatori. E a meno che il crematorio di Golders Green non abbia fatto confusione coi cadaveri, c'è ben poco che potete fare per lei, sia nel bene che nel male. Tanto Amy non sarà più tra noi per goderne. Sono certo che chi parla della carriera degli artisti con un tono così falsamente sensibile sarebbe pronto a interpretare e onorare persino le volontà dell'Orso Yoghi.

In secondo luogo, non è detto che "postumo" sia sinonimo di fallimento. Anzi, spesso le opere postume di un artista sono tra le migliori della sua produzione -penso a "Hypnotize" di The Notorious Big, Made in Heaven dei Queen, o ancora Street Fighter - Sfida Finale con Raúl Juliá.

Questa vicenda mi ricorda un po' il fracasso mediatico che accompagnò l'uscita dell'album postumo di Michael Jackson, lo scorso anno. Tutta quell'agitazione era necessaria? "Sì, abbiamo già 'Billy Jean'," pensammo tutti. "Ma quella è cosa fatta, e poi, che mai potrebbe succedere? Non sarebbe bello ascoltare anche il pezzo a cui aveva lavorato con Akon?" Sappiamo benissimo che già con "California Love" 2pac aveva raggiunto l'olimpo musicale. Ma cambia qualcosa se quelli dell'etichetta sono curiosi di sapere cosa sarebbe delle vendite se Chamillionaire aggiungesse un paio di versi a un vecchio pezzo di 2pac? Suvvia, non ci sarà niente di male se la voce di Nas verrà inserita in alcuni B-side di Amy. L'ha detto anche la stampa, "Nas era uno dei suoi artisti preferiti."

In effetti, mi piace pensare che se Amy potesse parlare dall'aldilà, l'unica cosa che avrebbe da dirci è: "Vi prego, davvero, fate uscire il mio disco. Ho lavorato tanto a quei pezzi, erano la mia vita. Ma ora che la mia vità è giunta al termine, spero che quella musica possa essere vostra. PS: Sono felice qui in paradiso. Niente più droga, solo pace."