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Cosa ci insegnano le letture di Osama bin Laden

Il governo americano ha diffuso una lista delle letture di Osama bin Laden. Non è tanto quello che leggeva a essere interessante, quanto il fatto che sia stato reso pubblico in modo ufficiale.

Osama bin Laden—che, a seconda della versione a cui si crede, ora è cibo per le creature che abitano le viscere della terra o un trofeo alle pareti della Casa Bianca—è diventato l'ultimo caso della nuova moda di analizzare le librerie dei personaggi storici.

Mercoledì, il governo americano ha pubblicato una lista di tutti i libri e le lettere ritrovati nel nascondiglio di Bin Laden, ad Abbottabad. Ovviamente, hanno detto, la pubblicazione di questi documenti non ha nulla che fare con il recente articolo di Seymour Hersh pubblicato dalla London Review of Books, nel quale si cercava di fatta luce sulla lunga serie di contraddizioni dell'operazione segreta in cui è stato ucciso bin Laden. Ovviamente non si tratta un tentativo di dimostrare l'esistenza—contestata da Hersh—del "tesoro" di documenti trovato dall'intelligence durante l'operazione. È solo una risposta a una "richiesta di maggiore trasparenza avanzata dal Presidente."

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Ma anche a volerci credere, anche ad accettare che Islamabad non avesse idea che il terrorista più ricercato del mondo stesse vivendo tranquillamente in Pakistan, pubblicare quei documenti resta una scelta molto strana.

Se Osama bin Laden avesse avuto un Kindle avrebbe potuto tenere i suoi libri in un piccolo e comodo dispositivo. Il problema degli e-reader, però, è che non ti permettono di mostrare a tutti che cosa stai leggendo. È per questo che la gente pubblica su internet le foto della sua libreria: per fare colpo sugli altri. È per questo che le modelle lasciano per caso una pagina un libro di Murakami a fare capolino quando fotografano la loro insalata: vogliono far sapere al loro pubblico che sono più che semplici manichini erbivori. È per questo che i ragazzi mettono in bella vista il libro dal titolo più intellettuale che hanno prima di un appuntamento: vogliono fare bella figura.

Fare sfoggio dei propri libri, insomma, equivale a urlare disperatamente: "Amami! Ti prego, amami! Ho letto l' Ulisse! Valgo qualcosa!" I libri fanno qualcosa che le bandiere delle squadre di calcio e i dvd non possono fare: umanizzano le persone. Ogni libro è una piccola ferita che lascia trasparire una goccia della vulnerabilità di chi l'ha letto.

Allora, come interpretare il fatto che tra gli oggetti personali di Bin Laden ci fosse una guida strategica per il videogioco Delta Force Xtreme 2? Come l'ennesimo tentativo dei servizi segreti americani di manipolare l'opinione pubblica, come a dire: non solo bin Laden era un assassino, ma anche un uomo fatto che giocava ancora ai videogiochi? O dobbiamo davvero immaginarci un uomo prigioniero nel suo nascondiglio, senza nessuna ragione per vivere, che pensa alla sua inevitabile morte mentre tiene in mano un joystick assaporando l'invincibilità culturale americana?

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E come dovremmo reagire alla rivelazione secondo cui leggeva i testi scritti dai complottisti dell'Undici Settembre? O un libro intitolato Bloodlines of the Illuminati, o un altro in cui si sostiene che ci sia stato un coinvolgimento della CIA nell'assassinio di JFK, o un altro ancora sui segreti occulti della Federal Reserve, commissionato dal poeta modernista nonché fascista e antisemita dichiarato Ezra Pound? Era solo un uomo anziano che se la prendeva con tutto quello che gli capitava a tiro sentendo approssimarsi la fine? O era offeso dal fatto che gli americani stessero cercando di prendersi i suoi meriti? Cosa significa il fatto che stesse leggendo dei "documenti sulla Francia," tra cui un rapporto sulla disuguaglianza economica nel paese? O il fatto che leggesse le "biografie dei vescovi della Chiesa d'Inghilterra"? Forse stava pensando a mollare tutto e diventare un discepolo di Thomas Piketty o un prete di campagna nell'Oxfordshire?

"Se vai a casa di qualcuno e non ci sono libri," insegna John Waters, "non andarci a letto." Non ha mai specificato quali libri. A quanto pare, se qualcuno ha mensole piene di fumetti e libri che parlano di stupri e violenza è ufficialmente abbastanza colto per procreare. Con questo metro di paragone, Osama bin Laden sarebbe risultato decisamente scopabile. Nonostante il fatto che, se non si considerano i libri cospirazionisti, non c'è nemmeno un romanzo. C'è stata un'epoca in cui i cattivi erano colti—tanto che tuttora nei film puoi capire chi è il cattivo da come finge di adorare Bach e sbaglia a citare Turgenev.

Ma i tempi sono cambiati. Quando è uscita la notizia del materiale pornografico ritrovato nel nascondiglio di Abbottabad, il fatto è stato accolto come una vittoria, come se fosse stato l'occidente capitalista a inventare la masturbazione. In realtà, tutto quello che abbiamo inventato è solo un tipo di porno molto particolare, che comprende la pubblicazione dei libri contenuti nella biblioteca di bin Laden.

Rivelare le letture di Osama bin Laden lo trasforma dalla personificazione del male assoluto in un essere umano. Sapendo cosa ha fatto si tratta una trasformazione difficile da accettare, ecco tutto. I servizi segreti ci tengono a farci sapere che anche lui era un uomo e che lo hanno ucciso.

Sono passati solo 18 mesi tra l'operazione segreta e l'uscita di Zero Dark Thirty, un film di propaganda che ha contribuito a costruire la mitologia di quell'evento. Non abbiamo fatto molti passi avanti dal tempo in cui i capi tribù dei nativi americani venivano fotografati dopo essere stati uccisi. Questo è quello che fanno adesso le nazioni civilizzate: ti uccidono e poi mostrano a tutti la tua collezione di porno e la tua libreria.

@sam_kriss