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Il 2014 è stato l'anno di Roma

Sembra passato un secolo, ma il 2014 per Roma era cominciato in maniera addirittura trionfale—peccato che poi sia successo tutto il resto. Ecco comunque cosa ho imparato nellʼultimo anno trascorso nella capitale.
Foto di Niccolò Berretta.

Sembra passato un secolo, ma il 2014 per Roma è cominciato in maniera addirittura trionfale—o perlomeno così lasciavano intendere i commenti che agli ultimi sbuffi invernali la dipingevano come "un santuario di grandezza indifferente alle miserie di oggi" (ah, lʼaulica poesia del TG1 delle otto!). È successo insomma che a marzo La grande bellezza ha vinto lʼOscar per il miglior film straniero, e pazienza se il premio in questione a Hollywood conta poco più di quello per il miglior montaggio sonoro (ma insindacabilmente meno di quello per il miglior trucco e acconciatura): la dorata statuetta ha giustamente inorgoglito gli abitanti daa Capitale, per il semplice motivo che di La grande bellezza Roma è "una protagonista imponente": e stavolta non lo dice il TG1 ma Sabrina Ferilli.

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Certo, si potrà obiettare che quella di La grande bellezza è una Roma che esiste solo nelle fantasie di un rappresentante di dosatori per sapone liquido, ma fa niente: ormai è acqua passata. Perché il vero lascito del film restano le infinite variazioni sul titolo: si va dalla "Grande vuotezza" di Travaglio alla "Grande schifezza" di Enrico Vanzina, fino ad arrivare al fortunatissimo "La grande monnezza", probabilmente lo slogan più abusato dellʼanno, marchio indelebile del 2014 romano e brand da 23.700 risultati su Google (non proprio tantissimo, ma diamogli tempo).

Foto di Niccolò Berretta.

Ora: la monnezza romana va intesa in senso sia letterale (la città è sempre più sporca, i cassonetti sono sempre più intasati, eccetera) sia metaforico (Mafia Capitale e dintorni, che comunque sulla monnezza "vera" conta capitoli interi). Quello che è certo, è che per Roma il 2014 è stato un anno veramente infame: ve ne sarete accorti dallʼenorme quantità di articoli che VICE ha dedicato alla città, suppongo.

Insomma, quellʼOscar lì tanto bene non ha portato. E che si sia passati dalle feste sorrentiniane sui terrazzi del centro agli sms di Salvatore Buzzi che si augura sempre più "monnezza, profughi, immigrati e sfollati," ha quasi un che di simbolico. Ecco comunque cosa ho imparato nellʼultimo anno trascorso nella capitale corrotta di una nazione perennemente infetta.

REBIBBIA NON È UN CARCERE, MA IL QUARTIERE DI ZERO CALCARE

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Non posso dire di essere un fan di Zerocalcare, e anzi ammetto di trovare i suoi fumetti piuttosto… uhm, diciamo irritanti. Però lui mi sta simpatico, e poi a uno che cita i testi dei Monkeys Factory non puoi che volergli bene. Forse il più grande merito di Zerocalcare sta nellʼaver trasformato il quartiere di Rebibbia in una specie di luogo dellʼanima in cui si sono immedesimate mandrie intere di lettori italiani, da Vercelli a Ragusa, da Pordenone a Campobasso—il che, più ci penso più mi sembra notevole. Strano, anche. Voglio dire: persino per me, che in fondo non ci abitavo nemmeno troppo lontano, Rebibbia era prima di tutto il nome di un posto dove proprio non sarei voluto finire mai: un carcere, e stavolta metafore zero. Per il resto, capolinea della Metro B a parte, uno che ci andava a fare da quelle parti? Adesso suppongo che i fan di Zerocalcare vi si rechino in pellegrinaggio alla ricerca dei segni che hanno ispirato il loro eroe.

LE PERIFERIE ESISTONO

Rebibbia, per chi non lo sapesse, sta in periferia. E questʼanno le periferie romane sono diventate argomento molto à la page, vista la "rivolta" partita da Tor Sapienza e allargatasi a buona parte dellʼintero quadrante orientale. Toponimi come Corcolle, Ponte di Nona, Torre Angela, da sigle più o meno misteriose per tutti i Jep Gambardella per i quali il mondo si arresta al Primo Municipio, sono diventati uno dei piatti forti della cronaca sia locale che non, convincendo persino i più scettici che sì: le periferie allora esistono. Se non altro perché le TV ci sono andate e quindi da qualche parte dovranno pur stare.

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Per quel che può valere, confermo: cʼè vita oltre le mura. Per gli amanti delle statistiche: il Comune di Roma misura circa 1285 km quadrati; il Primo Municipio, ne fa 19. Nemmeno lʼ1,5 percento della superficie totale. E il restante 98,5 percento? Hic sunt leones.

LO VEDI, ECCO MARINO

Nei primi giorni della rivolta delle periferie, a Tor Sapienza si è recato pure Ignazio Marino, in quello che un commentatore ha definito "il suo primo gesto da sindaco." È stato contestato e preso a male parole, ma a posteriori ha annunciato una non meglio precisata "svolta" che non capisco bene come decifrare. Insomma, ancora a inizi 2014 Marino era il più inetto, incapace, surreale primo cittadino che la Capitale abbia conosciuto dai tempi di… beʼ, diciamo dai tempi di quello che cʼera prima di lui. A fine dicembre, complice la sbandierata estraneità allʼaffaire Mafia Capitale, eccolo trasformato in eroe dei giusti e icona della Roma per bene. Si vede che il nuovo look barba incolta ha funzionato.

LA SCENA MUSICALE SI È AMMOSCIATA

Meno male che ci è rimasto Donato Dozzy. Perché sennò lʼanno, musicalmente parlando, è stato un disastro. In ambito indie, mi dicono che lʼevento del 2014 è lʼalbum dei TheGiornalisti, quindi figuriamoci. In ambito rap, unʼecatombe: Metal Carter sarà pure diventato una star (almeno mi piace pensarlo), ma Gel si è ritirato e Simoncino lʼhanno arrestato. Lʼormai appassita "scena di Roma Est" ha persino conosciuto il suo primo, riprovevole tradimento: gli Wow hanno firmato per 42 Records, la stessa etichetta di Colapesce. Nemmeno Calcutta era arrivato a tanto (si vede che ancora aspetta la chiamata di quelli de La Tempesta). Mi chiedo anche perché nei video e nelle foto promozionali degli Wow non compaia mai Cheb Samir, che tra lʼaltro continua a suonare nei sempre ottimi Trans Upper Egypt. Samir, mica che per caso ti vergogni? Poi sì, dovrei citare Mai Mai Mai: ma tanto è ovunque, e ormai lo sapete che Toni Cutrone in realtà si chiama Antonio Tricoli.

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LE BIRRE ARTIGIANALI NON CE L'HANNO ANCORA FATTA

Va bene la pluriennale offensiva delle birre artigianali, va bene "Roma capitale della birra", va bene pure il Carbonara Sour brevettato da un cocktail bar del Pigneto. Ma Roma resta pur sempre la città in cui un altro marchio di birra aprì i suoi stabilimenti nel lontano 1864, inaugurando un binomio che continua orgogliosamente a essere celebrato presso qualsiasi cantiere dellʼancora incompleta (eufemismo) Linea C.

SEGRETO IS THE NEW HYPE

Ogni tre settimane circa, ricevo mail che mi annunciano: "grande festa sabato. Dj tutti matti. Musica dal vivo con X e Y. Location segreta. Se vuoi sapere come/dove/quando/perché, scrivici e inviaci il tuo nominativo." Ricorda alla lontana il meccanismo alla base dei cari vecchi rave illegali, ma di droga ce nʼè molta meno e pure il pubblico non ce lo vedo a ballare hardcore techno in un capannone industriale. Comunque non ci vado mai. Lʼaltro fenomeno (ahem) di tendenza sarebbero tutti questi speakeasy dove i cocktail li bevi solo se conosci la parolina segreta eccetera eccetera. Sapete comʼè, il fascino dellʼambiente esclusivo. Conosco uno che in uno di questi speakeasy ci lavora: deve controllare che in sala non entri nessuno che "non sappia". È tutto molto deprimente, già.

LA PAROLA DELL'ANNO È SGOMBERI

I centri immigrati, di nuovo. I campi rom, al solito (e per chiudere lʼanno, pure qualche pistolettata al grido zingheri de merda ). Le occupazioni abitative. Ma anche: Angelo Mai, Volturno Occupato, Cinema America, Teatro Valle. Uno per ogni stagione. Credo sia un record.

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IN 112 EDIZIONI DEL CAMPIONATO DI CALCIO ITALIANO, ROMA E LAZIO CONTINUANO AD AVER VINTO CINQUE SCUDETTI IN DUE

Questo significa che per centosette volte lo scudetto è andato altrove. Ogni tanto vale la pena ricordarselo, vista lʼimmane quantità di scritte sui muri, titoli del Corriere dello Sport, dibattiti da bar e soprattutto radio dedicate alla Maggica e alla sua rivale burina. Da segnalare comunque lʼincubo urbanistico che si profila allʼorizzonte con lʼannunciato nuovo stadio della Roma a Stelle & Strisce. Vedremo cosa sgombereranno per lʼoccasione.

ROMA OVEST NON ESISTE

Da quando alla tradizionale rivalità Roma Nord vs. Roma Sud si è aggiunta quella Roma Est vs. Resto del mondo, permane il mistero: e Roma Ovest? Dovʼè? Cosʼè? Perché nessuno ne parla mai? Anche questʼanno lʼabbiamo cercata, e anche questʼanno non lʼabbiamo trovata.

ESISTE ANCHE LA ROMA EST BENE

E il suo profeta è Dj AS Rom.

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