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Dove vanno i fattoni per fuggire allo stress del Natale

Dalla Giamaica al Sudafrica, il mondo è pieno di luoghi dove le leggi sul consumo di marijuana non sono così severe e lo stress del Natale in famiglia è lontano anni luce.
Foto via Wikimedia Commons.

Con l'arrivo di dicembre iniziano anche le lotte senza quartiere contro il freddo e il cattivo umore per le feste imminenti. Ma dev'essere così per forza? Siamo davvero costretti a rimpinzarci di cibi grassi e scaldarci bevendo vin brulè infagottati in sciarpe di lana?

Non sarebbe più bello starsene in spiaggia all'ombra delle palme? Ovvio che sì. E il bello è che ci sono una serie di luoghi nel mondo in cui passare il Natale senza vedere nemmeno un abete addobbato—luoghi che peraltro sono amati soprattutto dai consumatori d'erba, visto che i controlli e le sanzioni sono molto più blandi che da noi.

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GIAMAICA

Erba giamaicana. Foto di pubblico dominio.

La prima meta sulla lista è la Giamaica. La società giamaicana è profondamente religiosa e omofoba, e questo ha inficiato significativamente il turismo sull'isola. Ma quanto all'erba, i giamaicani sono di larghe vedute: per il 70esimo compleanno di Bob Marley, è stato legalizzato il possesso di circa 60 grammi d'erba. Ovviamente, anche per uso terapeutico.

Soprattutto ci vanno i nostri amici che non vogliono privarsi dei riti natalizi, infatti oltre al sole, alle spiagge e alle palme la Giamaica offre anche l'atmosfera giusta: sull'isola il Natale è una delle festività più sentite—solo che al posto di panettone e spumante lo si festeggia con birre e canne.

MAROCCO

Una strada di Chefchaouen. Foto via Wikimedia Commons

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Chefchaouen, soprannominata la città blu, è la porta d'accesso alla principale zona di produzione di marijuana del Marocco. Tra Natale e Capodanno, la città diventa la meta preferita dei giovani di tutta Europa, visto che è a sole quattro ore dalla Spagna. Il costo spropositato e la difficile reperibilità degli alcolici hanno favorito il consumo di oppiacei, compresa purtroppo anche l'eroina.

A Chefchaouen i turisti possono prenotare visite guidate dell'entroterra per ammirare le coltivazioni. L'unico problema è che non ci sono spiagge calde e le notti sono gelide.

SPAGNA

Da qualche anno in Spagna sono nati i cosiddetti Cannabis Social Clubs (CSC), anche se da turista non è sempre facile riuscire ad accedervi. Ma anche per chi non conosce nessuno che sia membro di un club, non sarà difficile trovare da fumare in Spagna. Proprio per l'esistenza di questi club la polizia è diventata più severa con chi sgarra. Comunque sia, anche il clima non è male in Spagna.

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TEL AVIV

Bancarella della frutta a Tel Aviv. Foto dell'utente Flickr Evan Bench

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In Israele 11.000 pazienti vengono curati con la cannabis. Quanto all'uso ricreativo, la tolleranza cambia a seconda delle zone. "In generale la polizia di Tel Aviv è tollerante. In Galilea e nel sud invece è più facile farsi arrestare, ma spesso l'accusa è di 'mancanza di interesse nei confronti dello stato'," scrive Boaz Wachtel, il fondatore del partito israeliano Green Leaf—che ha rischiato di essere trascinato in tribunale già due volte.

Nella leggendaria vita notturna di Tel Aviv si fuma principalmente il rosso libanese ed erba coltivata in casa. Prima esisteva praticamente solo il rosso, ma dal momento in cui la produzione libanese è stata tassata, molti consumatori sono passati all'hashish per protesta.

INDIA/GOA

Una spiaggia di Goa. Foto via Flickr.

Anche a Goa ancora è possibile rilassarsi senza lo stress del Natale. Anche se i residenti sono un po' scocciati dal consumo eccessivo di droga da parte degli occidentali nelle feste.

Comunque si può comprare bhang praticamente dappertutto. È una mista fatta di foglie secche tritate e piccole infiorescenze, che però a volte sono sostituite con hashish un po' pacco. Nei Bhanghshop si trova già pronta all'uso. Nel nord la bevono e nel sud la fumano. Insomma, anche se sono illegali, l'hashish e la marijuana sono onnipresenti.

SUDAFRICA

Dopo i mondiali del 2010 si è capito che anche le partite sono ottimi momenti per fumare. Da quando negli stadi africani vige il divieto di consumo di alcol, tutti fumano un sacco.

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Anche se in Sudafrica è illegale, a nessuno importa tanto, perché il divieto di fumare cannabis è tutt'uno con il dominio dei boeri razzisti e le discriminazioni ai danni dei neri. L'espulsione dei razzisti dal governo ha ovviamente fatto da detonatore per il consumo di cannabis: sulle strade di Durban, Kapstadt e Johannesburg viene tranquillamente venduta, nonostante resti illegale. Il Sudafrica, secondo l'ONU, è anche uno dei paesi che esporta di più nella regione.

Il consumo di cannabis è diffuso quanto quello delle sigarette e il prezzo è basso.

ALTRI LUOGHI

In realtà anche le spiagge del Pacifico, nello stato messicano di Oaxaca, sarebbero degne di una visita. Ma a causa delle morti legate al narcotraffico il Messico è diventato un po' troppo pericoloso, e l'erba messicana è, come dire, insanguinata.

Pur essendo una nazione piccola, il Paraguay è il primo produttore di cannabis della regione. Il governo sta pensando di legalizzare il consumo, ma purtroppo non ci sono spiagge con le palme.

In Uruguay l'erba è legale quasi da due anni, ma proprio per evitare il turismo legato al consumo di droga questo benefit riguarda solo i residenti. Vediamo quanto resistono alla concorrenza internazionale.