Dietro le quinte agli Oscar del porno - Prima parte

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Dietro le quinte agli Oscar del porno - Prima parte

Attori, riviste, fan e pervertiti si incontrano agli AVN Awards.

Foto di .

Sono seduta nella stanza d’hotel di una della più grandi star americane di film per adulti, Jesse Jane. È il momento del trucco, quello che precede la discesa nella hall dell’Hard Rock Hotel & Casino di Las Vegas per firmare qualche autografo. Il sole fa capolino dalle finestre illuminando tutti i cosmetici, i prodotti per capelli e le extension sparse per la stanza. In un angolo scorgo degli snack e una Coca Zero.

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Mentre la sua amica e makeup artist Toni divide in ciocche i delicati capelli biondi e li arriccia per farne delle morbide onde, Jesse mi insegna come fare il pompino definitivo.

“È un’arte.” L’istruttrice 32enne, imitando con le mani il movimento di un cavatappi, mi mostra come masturbare e succhiare un cazzo allo stesso tempo. “Il trucco è mettere la lingua sull’apice del glande. Sono estremamente sensibili, lì.” Tira fuori la sua piccola lingua e riproduce il movimento su un pene invisibile, “Poi dici ‘Ti piace?’” Il suo tono cambia da frizzante a imponente. “E glielo sbatti addosso. Andrà fuori di testa.”

Tutte e cinque (Jesse Jane, la makeup artist, la PR, la fotografa ed io) annuiamo e ridiamo. È un territorio su cui ci intendiamo perfettamente.

“Spingilo più giù che puoi e inizia il movimento,” prosegue. “Devi aspirarlo, aprire la gola, inalarlo come se stessi fumando. Lo devi sentire aumentare di dimensioni.”

Una larga percentuale di nordamericani è profondamente confusa su quale sia lo scopo del sesso, ma nella camera di Jesse Jane non c’è alcun dubbio. Si tratta di piacere, orgasmi ed esibizionismo. Sesso selvaggio in una stanza piena di gente e di membri della troupe. È, principalmente, una performance: fornire uno spettacolo che farà eccitare chi guarda. Questo è il lavoro di una pornostar.

Eppure, è proprio questo che confonde la gente quando si tratta di porno: è la cosa più intima che una persona possa fare, ma messa in scena nella maniera più pubblica e professionale possibile. A differenza di un film come 127 ore, in cui non sappiamo esattamente come sia tagliarsi via un arto, per il porno sappiamo esattamente cosa si prova. Il sesso è, presumibilmente, la cosa più piacevole e soddisfacente che possiamo fare, ma la sua funzione ridotta ai minimi termini è la riproduzione. Dimenticate il sesso anale, orale e i preliminari perché, al contrario del sesso vaginale eterosessuale, questi atti non prevedono la procreazione.

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Parlate con qualsiasi pornostar che ami il suo lavoro e vi risponderà che c’è differenza tra come scopano sul set e come lo fanno nella vita privata. Non c'è un modo migliore dell’altro, sono semplicemente diversi. Questo concetto di intimità delle pornostar (che ha molto, ma non esclusivamente, a che vedere con l’amore e la fiducia) è spesso il fattore decisivo; non gli orgasmi, perché quelli li puoi avere in ogni caso.

Jesse Jane mi racconta che raggiunge l'orgasmo in quasi ogni scena. La maggior parte della gente ne riderebbe, ma trattandosi di Jesse non posso fare a meno di crederle. Forse dipende dal fatto che è una grande attrice, ma non credo sia solo questo. Jesse ama fare sesso. Ha trovato il suo mestiere interiore. Lo vedo dal modo in cui ne parla, il modo in cui la sua faccia buca lo schermo, il tono con cui descrive le varie pratiche, come sputa sulla mano, si tocca e cavalca un pisello come fosse una cowgirl.

In dieci anni, Jesse ha recitato in oltre 75 film per adulti (ma ha anche presentato cinque programmi su Playboy TV, è apparsa in Entourage e Middle Men, e ha lanciato la sua linea di tequila, la Diosa Tequila). Quando non raggiunge l’orgasmo sul set è perché non c’è chimica col nuovo attore o perché, semplicemente, lui non la sa scopare bene.

“Sono selvaggia e fuori di testa,” annuncia orgogliosa, perfettamente cosciente della sua reputazione nella scena hardcore ad alto budget. “Questo è quello per cui sono famosa. Niente baci o coccole: non ci metto niente a incazzarmi.”

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“Per me, avere un’intimità [nel porno] significa superare i limiti,” spiega. “Non fraintendetemi, per iniziare una scena ci si bacia,” la voce di Jesse si addolcisce. “Ci si bacia per accendere la passione, ma poi si scopa. Questo è il porno.”

La parola si arrotola sulla sua lingua come se l’avesse coniata lei stessa. Nessuno dice “porno” come lo dice Jesse Jane, e lei lo sa.

“[Sul set] ti metti solo nelle posizioni che sai funzionare in camera e, anche se non stai facendo attenzione, nel profondo sei consapevole delle tue azioni. Nella mia vita privata faccio le cose che non farei mai nei film. Sono una sperimentatrice. C’è maggiore intimità. Non vuol dire che io faccia l’amore perché, come ti ho detto, non mi piace. Ma do più baci e faccio più preliminari, e poi scopiamo dappertutto.”

Oggi, l’industria per adulti da miliardi di dollari viene celebrata con l’AVN Adult Entertainment Expo and Award Show di Las Vegas. Pornostar, aspiranti attori, riviste, compratori, fornitori, fan e esperti delle relazioni pubbliche si riuniscono per l’evento. Quest’anno è ospitato dall’Hard Rock Hotel & Casino, e questo è il motivo per cui sono finita nella stanza di Jesse, guardandola fingere di succhiare cazzi mentre viene truccata.

Entrando nell’Hard Rock vengo accolta dall’odore di sigarette e profumo tipico di Las Vegas. Il casinò è disseminato di donne con cappelli da cowboy, uomini d’affari con in mano birre mezze vuote e il personale delle pulizie qui e là, con cappello di McDonald’s e scopa in mano. Incontro la responsabile PR che mi porta oltre il ristorante e dentro la 15esima Expo AVN/AEE, lontano dalle slot machine, dai giocatori d’azzardo e dall’irritante rumore dei flipper.

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Kirsten Price, Phoenix Marie, Nikki Benz, BiBi Jones e altre pornostar tutte imbellettate sono allineate contro le pareti, davanti a giganteschi poster promozionali degli studi di produzione che rappresentano: Twistys, Brazzers, MOFOs e Digital Playground. File di uomini e donne, che vanno da persone con shorts cachi e polo nere a tizi dall'aria viscida con pantaloni di pelle bucati sul sedere, aspettano nervosi tenendo in mano confezioni di dvd e gin tonic, in attesa di fare una foto con la star preferita. La security è presente per tenere sotto controllo tutti i possibili palpatori.

“Alcune signore hanno cercato di farmi tirar fuori l'uccello,” mi dice il regista e star di Brazzers Keiran Lee mentre mi porge la mano destra. Con la sinistra si passa ossessivamente del burro cacao alla ciliegia sulle labbra. “Scusa, qui le labbra mi si seccano subito.”

La mia PR mi spiega che il pene di Keiran è assicurato per un milione di dollari. (Mi informa anche che nella sua macchina a Los Angeles ha una scatola piena zeppa di burro cacao e gomme). Keiran è l’unica star maschile ad avere un contratto, una rarità in un’industria in cui gli uomini sono valutati in modo molto diverso dalle donne. Jesse mi ha detto che gira un film al mese, mentre Keiran, nello stesso lasso di tempo, lavora a circa 25 scene.

Ex project manager per la società di trasporti britannica Network Rail, Keiran ha iniziato col porno dopo che un amico aveva pubblicato una sua foto nudo su un sito di scambisti e una coppia gli aveva offerto un ruolo in un film. Riusciva a farselo venire duro velocemente e durava un sacco. “Il classico lavoro d’ufficio non faceva per me. Ci ho provato, ma non ha funzionato.” Giunto in America per un matrimonio di amici, ha firmato un contratto con Brazzers.

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“C’è carenza di giovani con grossi cazzi capaci di venire nel momento giusto. Quindi questi pochi vengono prenotati per tutte le posizioni. Mi hanno voluto mettere sotto contratto così da potermi avere tutte le volte che volevano.” Poi una bionda ubriaca sui trent’anni inizia a urlare e a indicarlo, attaccata al braccio muscoloso del fidanzato.

“Lo conosco! Lui ha un cazzo enorme! Possiamo fare una foto?” Agita la sua birra, sorridente e piena del suo coraggio liquido.

Kieran annuisce in modo cortese.

“Questa giornata mi ha aperto gli occhi. È uno dei primi anni in cui resto per firmare autografi. Tra i miei fan ci sono molte donne e coppie, anche ragazze. Oggi una mi ha addirittura chiesto di autografarle il sedere. Penso che molte più signore inizino a seguire il porno. Non è più un tabù. Le donne dirigono i film ora, e questo sta cambiando le cose.”

“Seguo volentieri i porno girati da registe donne, perché sono più erotici e meno hardcore,” dice iniziando a camminare verso la fan ubriaca. “Le pornostar hanno un'altra prospettiva.”

Poco dopo mi ritrovo a vagare nella sala principale dell'AVN/AEE Expo. La musica house esplode dai soffitti mentre le star della Jules Jordan films (“Pervertiti professionisti”), Erotic Angel e altre ancora firmano autografi, chiacchierano con gli spettatori e si piegano come cannucce in pose alla pecorina. La sala è sovraffollata. Tutti stanno socializzando, soprattutto le star emergenti i cui modesti stand sono relegati sul retro dell’Expo, vicino ai banchetti “I Heart Vagina” e quelli della prevenzione delle malattie veneree, che non vedono l’ora di piazzarsi davanti alla tua faccia, dirti “ciao” e presentarsi. Una bionda vestita da Sailor Moon dei poveri afferra il mio badge e attacca bottone su VICE, a proposito di un documentario sul porno giapponese.

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Continuo a camminare, fissando le stripper amatoriali dell’Honk Kong Club di Tijuana e di altri topless bar da Paesi e Stati vicini. È difficile ignorare uno spogliarello, quando questo si tiene in pieno giorno in una sala conferenze con pavimenti di moquette. La stanza è luminosa, e sottolinea il pallore, i brufoli e la cellulite. È troppo reale. Cosa dice il bon ton sul fissare quando hai davanti le labbra della vagina di una donna che penzolano da un perizoma mentre fa la lap dance? Non credo che qualcuno qui conosca la risposta alla mia domanda.

Una ragazza chiede cinque dollari in cambio di una palpatina al seno. Una starlet voluttuosa abbraccia una fan. Poco lontano, un uomo sta pubblicizzando il suo sito web urlandone il nome, “I Can’t Believe She Fucked Me.” Apparentemente, il tizio è un uomo qualunque che vive a Los Angeles, si scopa bellissime donne e registra le performance, per ispirare l’uomo comune.

Ogni spettatore ha una telecamera pronta nell’eventualità che alcune ragazze in una cabina inizino una cosa a tre. Sulla maggior parte dei banchetti sono esposti genitali di silicone. Ma i culi giganti e i peni mollicci sembrano meno attraenti ora che sono stati anneriti dalle impronte delle mani sporche di tutti i presenti.

Il pene di James Deen è tra i più gettonati (e lerci). L’attore, che recentemente ha ottenuto un ruolo da protagonista nel film The Canyons con Lindsay Lohan, è seduto su un divano di pelle a riempirsi la bocca con dell’insalata di pollo. Quando mi avvicino al pene finto di Deen uno dei visitatori del suo stand me lo strappa di mano.

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“Non toccarlo. Quell’affare è disgustoso,” mi avverte mentre osserva le impronte grigie sulla superficie. “Davvero.”

Nel 2010 il fondo federale per il programma di educazione sessuale basato sull’astinenza è scaduto, rimpiazzato da due programmi di più moderni. L’educazione alla castità è poi stata reintegrata dal Senatore Orrin Hatch nella riforma della sanità del 2010. Ha ricevuto solo un incentivo da 33 milioni di dollari, invece dei  50 richiesti. Ritengo che il programma di educazione all’astinenza generi solo confusione, e sia chiaramente poco efficace. Il sesso esiste: braccialetti di gomma come riconoscimenti per i rapporti sessuali intercorsi. Video di teenager che scherzano sullo stupro. Il reality di MTV Teen Mom.

Anche Jesse Jane è stata una ragazza madre, ma la sua gravidanza non è il risultato di un'inefficiente educazione sessuale. Durante la sua adolescenza a Fort Worth, in Texas, le fu diagnosticato un cancro alla cervice che la portò a dover subire molte operazioni chirurgiche. Uno specialista le disse che, se mai avrebbe voluto diventare mamma (e le possibilità erano molto scarse), quello era il momento di provarci. Jesse lo voleva davvero. Dopo aver avuto un aborto spontaneo è rimasta nuovamente incinta, ma portare a termine la gravidanza costituiva un grosso rischio.

“Ho partorito mio figlio due giorni prima del mio 19esimo compleanno; due giorni dopo ero in ospedale per subire un’isterectomia totale.” Jesse ricorda, “Le persone sono spesso perplesse dal fatto che io abbia iniziato una carriera nel porno pur avendo un bambino, ma questo mi permette di passare più tempo con lui. Non lavoro tutti i giorni dalle 9 alle 17, come farei in qualsiasi altro posto, per poi andarlo a prendere all’asilo, preparare la cena, leggermi un libro e andare a dormire. Viviamo in Oklahoma, mio figlio lì è meno esposto [all’industria dell’intrattenimento per adulti]. È stata una mia decisione.”

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Il vero nome di Jesse Jane è Cindy Taylor. Figlia di un militare, cambiava scuola ogni due anni, spostandosi in tutto il Paese per vivere col padre nelle basi dell’Air Force. Era sempre la nuova arrivata e questo la spinse a diventare molto socievole. Jesse Jane trasuda sicurezza. Non è solo paurosamente bella, con occhi grandi da principessa Disney, enormi tette finte e una corporatura esile come quella di un uccellino, lei sa anche parlare—e un sacco. Non ha paura delle parole.

La preparazione per gli AVN Awards consiste nelle stesse scadenti battute sul sesso ripetute mille e mille volte finché il regista, lo stage manager e i tecnici di luce e suono hanno tutto quello che serve per far iniziare lo show senza problemi. Essendo arrivati alla 30esima edizione stare ad osservare le prove di presentatori e talenti per capire come andrà lo spettacolo potrebbe sembrare banale. Se qualcosa va storto, bisogna improvvisare. Accettare le imperfezioni. Un po’ come col sesso.

Accanto a me, un gruppo di quattro pornostar emergenti si stringe in un gruppetto aspettando di essere chiamate sul palco. Chiacchierano delle politiche sulla privacy di Instagram e di taglie di seno, mentre scorrono le dita sui loro iPhone scintillanti. Metà indossa Ugg e l’altra metà scarpe ispirate alle Jeffrey Campbell. Tutte picchiettano i piedi sul pavimento, annoiate e nervose.

Mentre guardo Jesse leggere frasi dal gobbo con la sua co-presentatrice Asa Akira (che indossa pantaloni sportivi e una coperta di Hello Kitty attorno alle spalle), noto che sta sbagliando praticamente tutto, ma non gliene frega nulla. Nessuno si preoccupa di correggerla perché quello che sta dicendo è comunque divertente. Pronuncia male le parole, ridacchia, fa suonare tutte le frasi come se la eccitassero anche quando si tratta di una cosa ridicola. A un certo punto, mentre in silenzio fissa il soffitto, Jesse inizia a fare una sega al microfono. I suoi colpi riecheggiano in tutta la sala. Imita il suono della saliva risucchiata in bocca e finge di sputare sull’oggetto di scena che tiene fra le mani. Improvvisamente, il regista sale sul palco e strappa il microfono via da Jesse. Lei spalanca la bocca e ride silenziosamente con la collega.

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Mentre mi preparo a tornare nella mia stanza d’hotel e rilassarmi, fanno la loro comparsa i fidanzati delle ragazze con gli Ugg. Un tizio tatuato comincia a sparlare di Jesse. Come avrebbe potuto guadagnare di più se non si fosse legata a un contratto e che stava facendo pessime scelte di carriera. Secondo lui, non stava sfruttando i suoi talenti. Il ragazzo si butta su una sedia di plastica, fissando Jesse sul palco.

“C’è differenza fra pornostar e attrici porno che non noterai mai,” mi dice Jesse più tardi, “Hai una data di scadenza. Ti dedichi alla pubblicità gratuita: riviste, radio, social media, fai tutto quello che puoi per costruire la tua immagine e mettere da parte dei soldi, poi li investi in qualcosa che ti permetta di diversificare la carriera quando ti sarai ritirata. Una pornostar questo lo sa. Una semplice attrice va alle feste e pensa che i soldi ci saranno sempre, dato che lei è così fica. Spende tutti i suoi soldi perché vuole scarpe di Louis Vuitton e cose così. Voglio dire, le vorrei anche io, ma devo essere astuta.”

Jesse sospira.

“Dovrebbero risparmiare. Sono delle stupide. Dopo aver rovinato i loro corpi inizieranno a fare scene che avevano giurato di non fare mai. Qui di solito è quando iniziano a prostituirsi.”

Clicca qui per avviare la gallery. E qui per leggere la seconda parte. Sui retroscena del porno:

La depressione del Milano Sex Festival

Barbara Nitke e l'arte della pornografia

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