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Musica

Tutti i colori di Kae

Kae è una musicista-designer e ci ha raccontato come nascono le sue grafiche, comprese quelle per Populous e Clap! Clap!
Sonia Garcia
Milan, IT

Di Kae e delle sue produzioni neo-soul vellutate avevamo già parlato ampiamente da queste parti. Ha tre release ufficiali tra 2012 e 2013, ha fatto i vocals per Morphosis, Elaquent e se ultimamente il suo nome è riecheggiato in giro più del solito è perché lo scorso anno, due artisti italiani belli famosi—con cui è molto amica da anni—le hanno affidato la creazione della componente più d'impatto del loro disco: la copertina. Parlo chiaramente di Digi G'Alessio nelle vesti di Clap! Clap con Tayi Bebba e Populous con Night Safari.

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Si era già capito che Kae era prima di tutto una grafica, quando ci aveva dato in esclusiva il video della sua traccia realizzato da lei. Le cover art di Digi e Andrea, invece, hanno tutt'altro stile, che per quel poco che ne so io, è diventato una sua sorta di firma. Chi conosce i dischi—anche e soprattutto musicalmente—sa di cosa sto parlando. Adesso Kae vive a Berlino, l'ho chiamata su Skype il giorno in cui ho avuto il raffreddore più fuori controllo della stagione.

Noisey: Ciao Kae, scusami se starnutisco di continuo…
Ahah tranquilla, capita! Da quanto stai a Berlino?
Kae: Da poco, tipo una settimana. Tutto l'ultimo anno l'ho fatto a Belgrado, ma prima ho vissuto sette anni a Treviso.

Capito. Hai fatto lo IUAV?
Sì.

Cosa hai studiato?
Grafica. Ho fatto la triennale là, e intanto ho lavorato con varie agenzie. Parallelamente ho fatto cose totalmente diverse da freelance. Ora qui a Berlino ho trovato un lavoro, poi ho un sacco di amici che si sono trasferiti qui, quindi per adesso mi sto trovando bene.

A Milano hai mai vissuto?
No, Milano non è che mi abbia mai ispirato tantissimo. Ci sono stata spesso perché la mia migliore amica vive lì, e comunque ci sono un sacco di feste, ma dopo tre quattro giorni già non ce la faccio più. Non tanto perché sia una città grande, Berlino lo è anche di più e pure Belgrado, non so, è solo che è pesante. Forse ci si deve abituare e basta.

Grafica per Beato Bigote 2014, festival di due giorni a Treviso, con Inga Copeland, OOBE, Primitive Art e altri.

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Sì be', io ci ho messo tre anni su cinque a imparare a vivere in questa città. Cambiando argomento, tu fai anche musica giusto?
Ho iniziato a impegnarmi più seriamente durante la triennale, e a conoscere producer tramite Myspace, Soundcloud, e social vari. Prima non sapevo che ci fosse così tanta gente con i miei stessi gusti. Poi piano piano sono entrata in contatto con tutti questi artisti, italiani e non, che hanno iniziato pure ad ascoltare le mie robe. Soliti meccanismi insomma, prime collaborazioni etc. Adesso sembra veloce, ma questo processo è durato anni. Quando è arrivato Soundcloud ho subito caricato alcune mie robe e cover realizzate con beat di gente che conoscevo. Poi a un certo punto, sarà stato tre anni fa, mi hanno invitato alla Red Bull Music Academy Bass Camp, l'unico che c'è stato in Italia. È stato fico perché ho conosciuto veramente tanta gente, con cui poi sono diventata molto amica, il più importante è Digi, Clap! Clap!. Ci siamo conosciuti lì, e ha subito voluto fare cose con me, prima musica poi grafica. Diciamo che l'aver iniziato a fare cover per dischi, è legato al fatto che tramite la musica sono arrivata a conoscere personalmente alcuni musicisti, a farci amicizia e a collaborarci anche dal punto di vista grafico. Mi piace molto per questo.

Eh, idilliaca come condizione. Fai musica perché ti piace, conosci musicisti con cui stringi legami di amicizia, e ci collabori anche graficamente.
Tutto è molto più bello quando lavori con degli amici, e non sei costretto a sottostare a richieste specifiche di label o superiori, ma realizzi un prodotto insieme all'artista, praticamente. Stai ore a dire cazzate e a fare brainstorming…

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È andata così con Digi?
Sì! Non so se lo conosci, è un tipo mega esuberante. Fa mille cose. Se ti vuole mandare qualche roba sua, non ti manda una canzone ma cento. Una volta me ne ha davvero mandate ottantatre. "Senti un po' le ultime robe che ho fatto." Bam, ottantatre [Ride]. Oppure, "Ti mando una lista di nomi che mi piacerebbe usare per il disco," cento. È bello perché ha mille idee, è un preso bene.

Ti sei occupata pure della grafica delle tue release, giusto? Pure Furtherset lo fa, lo trovo estremamente intimo come approccio alla propria arte.
Sì. È sempre un'altra cosa quando devi fare cose per te stessa. È tutto molto più intimo, non so come spiegare. Adesso già farei cose diverse da quelle che ho fatto ai tempi. Quando ho lavorato per Clap! Clap! o altra gente, è chiaro che vogliono prodotti che abbiano a che fare con la loro musica. Se ci sono di mezzo suoni africani, deve percepirsi dalla grafica. Invece quello che faccio io non è così, e già questo fa differenza. Richiede un altro tipo di immaginario.

Per quel poco che ci posso capire però mi è sempre parso di trovare una continuità nei tuoi lavori, uno "stile" riconoscibile.
Me lo dicono in tanti e mi fa piacere, ma è comunque qualcosa che devo ancora costruire col tempo.

Lì a Berlino come sta andando?
Bene, lavoro per un'agenzia che si occupa di tutt'altro ma cerco di trovare il tempo per fare altro. La scorsa volta che sono venuta, a maggio, ho conosciuto due ragazzi italiani che mi hanno detto "Abbiamo una piccola azienda e ci piacerebbe che tu ci facessi le grafiche." Io detto "Ok, di cosa vi occupate?" E loro, "Facciamo il tiramisù." Lì per lì poteva non azzeccarci niente, invece poi approfondendo la cosa e conoscendo meglio i ragazzi, è venuto fuori un progetto molto interessante.

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Fico. E l'immaginario che adotti da dove è preso?
Da tutto quello che trovo su Internet di arte, design, moda. Qualsiasi cosa. Cerco di fare un database di immagini e colori che mi piacciono e poi unisco tutto a computer. Magari trovo una texture che mi piace, la unisco a un colore e a delle forme e quant'altro, e il risultato è quello. Il fatto che suono aiuta. Con alcuni faccio grafica, con altri musica, con altri altro ancora… la roba divertente è proprio questa. Ad esempio Ckrono & Slesh. Non è che mi metto a fare musica con loro, facciamo cose diversissime, però abbiamo lavorato insieme.

Hai mai esposto?
Sì, un paio di volte. La prima a Beato Bigote, di cui parlavamo prima, la seconda in un bar qui a Berlino, tramite un amico di Pescara, che ha pure una label, Slow Motion. Fanno italo disco. Ha questo bar carinissimo in cui organizza eventi e mostre. L'atmosfera è davvero bella. L'ideale poi sarebbe trovare gente con cui far partire progetti nuovi, sia dal punto di vista musicale che grafico. Secondo me ci sono davvero tantissimi, tedeschi e non, che vengono a stare qui con questo fine, quindi chissà.

Certo. In media quanto tempo ci metti a fare un artwork?
Dipende da un sacco di cose, ma solitamente non ci vuole tanto. Di solito lavoro con gente che ha le idee molto chiare, e che sa già cosa posso offrire. Non mi stanno a cambiare dettagli, o a ridire su certe mie scelte. Mi danno completa libertà e quello che faccio di solito viene accettato e basta. Mi trovo in una soglia a metà tra design e arte: il design, per la musica, è quanto di più vicino a un'opera d'arte. Il committente è un artista, e l'ascoltatore non fruisce direttamente della grafica, ma della musica. È un valore aggiunto, che può essere davvero qualsiasi cosa e assumere qualsiasi forma, non ha limiti. Mi ricordo che una sera Populous, senza neanche mandarmi il disco finito, mi fa "Voglio chiamarlo "Night Safari", che ci sia la notte, la giungla…" Io ho subito pensato a quel quadro di Rousseau, "La Zingara Dormente," ed è stato tutto abbastanza veloce. Non è stato un lavorone. Le cose migliori vengono fuori così, perché stai facendo qualcosa che sai verrà fuori bene.

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A questo punto ti chiedo anche com'è nata la cover di Clap! Clap!
Lui è veramente un visionario, come ti dicevo prima, un pazzo. Fino ad allora aveva solo fatto degli EP, e a questo nuovo LP voleva dare una storia tutta sua. Ne abbiamo parlato a lungo, ha voluto che ci fosse un isola con un suo nome, dopodiché si è inventato un alfabeto… non mi ricordo più com'era fatto, ma Tayi Bebba voleva dire "Vola tutto." Per tutte le tracce è più o meno così, e ognuna ha dietro una storia pazza. Veramente, prima di iniziare a fare le grafiche ne abbiamo parlato per mesi di queste storie incredibili. Tempo che ho iniziato a lavorarci avevo già tutto molto chiaro in testa. Ho cercato di fare nel modo più semplice possibile, ed ha funzionato. Per quello per me è così importante il processo antecedente alla messa in pratica, perché è quello più stimolante. Uno magari vede la copertina e pensa "Ah, vabe', mare, isola, ragazza nera," in verità dietro c'è tanto lavoro che si origina da concept e idee che nessuno saprà mai veramente. Lui ha sempre fatto così almeno, e prima dell'LP aveva una mezza idea di aprire una label che a ogni uscita vedesse la collaborazione tra musicisti, designer e scrittori. Bisognava prendere una storia, illustrarla e tradurla in musica. Un po' ambizioso, ma come risultato sarebbe molto figo.

Un'ultima cosa, che font è quello che usi di solito?
Brandon Grotesque, lo stanno usando tutti ultimamente.

Spacca. Grazie milla Kae!
Grazie a te!

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