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Musica

L'evoluzione di Dr Dre

Seguiamo i passi di uno che ha cambiato davvero la storia della musica.

Illustrazione di Dan Evans

Andre Young, meglio conosciuto come Dr. Dre, ha cambiato per sempre il volto dell’hip hop. Uno dei padri fondatori del Gangsta Rap—essenziale agli N.W.A. e alla nascita del sound che avrebbe definito la West Coast, il G-Funk—Dre non è solo uno dei più importanti produttori nella storia dell’hip hop, ma anche un individuo dotato di una considerevole influenza, sostanziale nelle carriere di Eminem, Snoop e 50 Cent.

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Dre non ha semplicemente fatto fronte alle innumerevoli trasformazioni dell’hip hop in quanto artista solista, ma vanta anche una formidabile discografia di produzione che va dal rap all’R&B, fino alla composizione magistrale di colonne sonore per lungometraggi.

Ecco una cronaca di alcuni dei momenti salienti nella storia di Dr. Dre.

WORLD CLASS WRECKIN' CRU

Andre (primo da sinistra, credeteci) venne battezzato Dr. Dre dopo essersi fatto le ossa come DJ al club losangelino The Eve After Dark, dove si autodefinì “Master of Mixology”. Ispirata dall’onnipresente influenza di Grandmaster Flash, la World Class Wreckin’ Cru divenne per un breve periodo la star dell’electro-hop dei primi anni 80 nella West Coast, con la traccia “Surgery” che fece da ode a Dre ai piatti, vendendo 50.000 copie nella sua cittadina di origine, Compton. Sebbene il gruppo ebbe un discreto successo, Dre riuscì a liberarsi dalle catene del mixaggio, incontrando il rapper che rispondeva al nome di O’Shea “Ice Cube” Jackson.

N.W.A. E LA NASCITA DEL GANGSTA RAP

Non si esagera quando si dice che Straight Outta Compton ha cambiato indelebilmente il panorama dell’hip hop. Nel 1986 Dre si era unito ad Ice Cube, che era già pienamente integrato nella fiorente scena rap della West Coast. Insieme iniziarono a lavorare con Eric “Eazy-E” Wright—uno spacciatore di Compton che aveva ai tempi tirato fuori di prigione Dre—all’etichetta costituita dallo stesso Eazy, la Ruthless Records. La prima fatica da produttore di Dre fu “Boyz In The Hood”, che venduta a livello locale gli guadagnò repentinamente notorietà a L.A.

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Il trio formò il nucleo originario di Niggaz With Attitude e furono in seguito raggiunti da Arabian Prince, DJ Yella ed MC Ren. L’album di debutto, Straight Outta Compton, produzione grezza e immediata di Dre, fece incazzare i pulotti, scioccò la stampa musicale e ammaliò i fan dell’hip hop, con la sua triade di tracce anti-autorità infarcite di sproloqui: "Straight Outta Compton", "Fuck Tha Police" e "Gangsta Gangsta". Nonostante la sua stessa nomea lo costringesse al di fuori dei principali media- nomea alimentata dall’FBI, che mandò una lettera d’ammonimento opponendosi al contenuto del testo di “Fuck Tha Police”-l’album fu un successo senza precedenti, vendendo oltre 500.000 copie in poco meno di due mesi, senza alcun passaggio in radio o promozione televisiva.

L’album dei N.W.A. fu allo stesso tempo demonizzato per aver dato una patina glamour alla criminalità tra afroamericani ed elogiato da critici e fan per aver ritratto la realtà delle gang nella West Coast con irrefrenabile onestà. Ma all’interno della feroce energia dell’Lp c’era la traccia “Express Yourself”, per la quale Dre assunse il ruolo da protagonista sia nella produzione che nella composizione del testo, campionando l’omonimo pezzo di Charles Wright & the Watts 103rd Street Rhythm Band, la quale predicava la libertà d’espressione e, soprattutto, non conteneva alcuna imprecazione.

Con l’arrivo del 1990, Cube aveva non proprio amichevolmente lasciato il gruppo, e sebbene i N.W.A. continuarono a fare musica, l’entusiasmo dei critici era ormai scemato. Tuttavia nel 1991 i N.W.A. scrissero ancora un po’ di storia, portando la loro seconda opera, EFIL4ZAGGIN, alle vette delle classifiche, pur essendo stati banditi da una serie di catene di vendita. Il calato interesse di Dre nei confronti dei N.W.A., sommato al rapporto conflittuale con Eazy, lo spinsero però a ripartire per la propria strada poco tempo dopo.

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DEATH ROW RECORDS E SNOOP DOGG

Dre si separò dai N.W.A. e dalla Ruthless per co-fondare la Death Row Records con Marion “Suge” Knight, incoraggiato dal rapper The D.O.C. Nel 1992 la Death Row pubblicò il suo primo singolo, “Deep Cover”, traccia composta da Dre per un film omonimo. Nella produzione della traccia a Dre fu affiancato a un rapper che era stato caldamente raccomandato dal fratellastro Warren G, con il quale costituiva, insieme a Nate Dogg, un altro gruppo di Compton, i 213. Questo rapper era chiamato Snoop Doggy Dogg.

Sebbene tutti i 213 si sarebbero dimostrati prominenti nell’ascesa di Dre, fu Snoop a giocare un ruolo importante nell’album di debutto che cementò la sua carriera. The Chronic, del 1993, vede Snoop fare la sua comparsa in nove dei pezzi del disco, con il suo laissez-faire caratteristico a fare da punteggiatura al campionamento enciclopedico di pezzi funk da parte di Dre, con un effetto sconvolgente, non ultimo il singolo di immediato successo “Nuthin’ But A ‘G’ Thang”, che notoriamente campionò la sexy "I Wanna Do Something Freaky To You" di Leon Haywood.

The Chronic andò ben oltre le aspettative, beccandosi un triplo disco di platino e regalando a Dre il suo primo Grammy per la Miglior Performance Rap Solista, con il singolo “Let Me Ride”. In un’intervista con la rivista VIBE, Dre ricorda:

“Prima di finire alla Interscope, ho registrato tutto l’album, ho sistemato l’illustrazione di copertina e sono andato da quasi ogni casa discografica. Tutti mi sbattevano la porta in faccia, dicevano: “questo non è hip hop, usi strumenti live.” Mi hanno fatto dubitare di me stesso. Ricordo che una sera ero sul balcone con Nate Dogg, ascoltavamo il mio disco e gli chiedevo: “ma sta roba è bella o cosa?”

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Più avanti in quello stesso anno, Snoop incise il suo primo disco solista, Doggy Style, con Dre a capo della produzione. Pur gravitando nella scia del successo incontrollato di “The Chronic”, “Doggy Style” non fu da meno, piazzandosi in cima alle classifiche con oltre quattro milioni di copie vendute e dando i natali ai classici della produzione di Dre “Who Am I? (What's My Name)" e "Gin and Juice".

L’ascesa di Dre proseguì, quando divenne capo della produzione della Death Row Records, riconciliandosi con Ice Cube per produrre “Natural Born Killaz” e conquistando la prima posizione con Tupac Shakur—rappresentato dalla Death Row—e la sua “California Love” (che inizialmente avrebbe dovuto essere un pezzo solista per Dre) e componendo infine le colonne sonore di Murder Was the Case, Above The Rim, nonché la traccia principale di Friday, “Keep Their Heads Ringing”.

A quel punto però i rapporti con il co-fondatore della Death Row, Suge Knight, e con la sua nuova star, Tupac Shakur, avevano iniziato ad inasprirsi, mentre Snoop era imbrogliato in un processo per omicidio. Dre se ne chiamò fuori, mentre le tensioni crescenti con i rivali della East Coast, i rappresentanti della Bad Boy Records, iniziavano a gettare ombra sulla musica e il dubbio approccio di Knight alla gestione degli affari gettava l’etichetta nel discredito.

L’assassinio di Shakur nel 1996 segnò un esodo di massa degli artisti dalla Death Row Records e la conseguente fine di quest’ultima. Ma Dre aveva già trattato la sua uscita dalla compagnia per formare il nuovo marchio della Interscope, Aftermath.

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L’ALBA DI AFTERMATH

La compilation Dr. Dre Presents: The Aftermath uscì nel Novembre 1996 e includeva pezzi dello stesso Dre, così come di un circolo di nuovi artisti, freschi di contratto con la Aftermath Entertainment. Il disco ebbe un’accoglienza deludente, ma la cupa e originale “Been There Done That” ci rivela un Dre più riflessivo e un chiaro distacco dal gangsta rap.

Dre continuò a far crescere la compagnia, arruolando il produttore Mel-Man, l’ex cantante degli En Vogue Dawn Robinson e Eve—allora conosciuta come Eve Of Destruction. Questa nuova prospettiva musicale sviluppatasi alla Aftermath lo portò addirittura a collaborare con il newyorkese Nas sul disco “Nas Is Coming”. Fu proprio quest’unione inaspettata tra Est e Ovest che portò al nuovo progetto The Firm, con la collaborazione della rapper emergente Foxy Brown. L’astuta produzione di Dre in tracce quali “Phone Tap” fu elogiata, ma, come Dr. Dre presents: The Aftermath, il progetto deluse le aspettative.

La debole performance commerciale di Aftermath prospettava un futuro incerto. Ma nel 1998 l’uomo della Interscope Jimmy Lovine inoltrò a Dre la cassetta di un giovane rapper di Detroit chiamato Eminem. Una mossa che avrebbe totalmente rianimato la sua carriera.

IL MONDO CONOSCE EMINEM

Dopo i dovuti convenevoli, Dr Dre ed Eminem iniziarono a lavorare insieme quasi immediatamente e tutto l’impegno del rapper di Compton si riversò nella produzione del debutto di Em sul grande mercato. Nel 1999 The Real Slim Shady Lp vide la luce in un vortice di controversie e plausi della critica, sostenuto dal singolo di punta “My Name Is”, prodotto da Dre. Un punto di partenza minimalista rispetto alla produzione precedente di Dre, nel quale un beat ridotto all’osso faceva da vetrina allo stile caustico di Eminem, consentendogli di diventare uno dei debutti più sbalorditivi nella storia dell’hip hop.

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Parlando a XXL del loro rapporto, Dre disse:

“Credo che se non avessi incontrato Em, o se non fossimo mai entrati in contatto, avrebbe comunque trovato il successo, prima o poi. Perché ha così tanto talento. Ho avuto semplicemente la fortuna di incontrarlo prima di altri e di aprirgli la mia porta. Per quanto riguarda tutta la questione della “razza”, quando ho sentito Em per la prima volta, non sapevo nemmeno che fosse bianco. Sapevo solo che volevo lavorare con lui. E questo elemento mi ha in un certo senso reso più facili le cose…in quanto innovatore e creatore, nulla può battere una cosa del genere.”

IL RITORNO DI DRE

Sulla scia del successo di Eminem, Dre pubblicò il suo secondo album da solista agli sgoccioli del 1999, intitolato “2001”. “2001” non solo segnò un borioso ritorno al G-Funk e un cenno d’assenso a The Chronic, ma rivide anche Dre affiancarsi di nuovo ad artisti del calibro di Hittman, Kurupt, Snoop e Nate Dogg, così come agli emergenti Eminem e Xzibit. La sfarzosa produzione del singolo di punta “Still D.R.E.” era indicatrice delle nuove sorti della Aftermath, e vantava tra i crediti per il testo Jay-Z e Scott Torch, mentre Dre combinava un talento quasi preternaturale per gli accordi foschi con un rinnovato appetito per la liricità impertinente, in perfetto stile N.W.A. Il G-Funk era tornato.

Seguirono “Next Episode”, che campionava la traccia del 1967 di David McCallum “The Edge”, e “Forgot About Dre”, che ottennero un successo simile nelle classifiche, superato solo dall’incoronazione di Dre come Produttore dell’Anno ai Grammy e dall’acclamato tour Up In Smoke.

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THE MARSHALL MATHERS LP E IL CORTEGGIAMENTO DELLE CLASSIFICHE

Deciso a non dormire sugli allori, Dre indietreggiò dai riflettori dopo “2001”, per concentrarsi sulla produzione di altri artisti. Si riunì ad Eminem in occasione del suo secondo album, The Marshall Mathers Lp, che finì per diventare l’album dalle vendite più rapide nella storia dell’hip hop e il singolo “The Real Slim Shady” vinse un altro Grammy.

La fortuna continuò a girare per Dre nei primi anni 2000, quando ingaggiò il cantante Truth Hurts per la Aftermath, registrò una serie di successi produttivi, tra cui “Let Me Blow Ya Mind” di un’ormai affermata Eve, il singolo da prima posizione “Family Affair” di Mary J Blige, “Break Ya Neck” di Busta Rhymes e una dose di classico sound à la Dre in “Bad Intentions”, singolo che fu incluso nella colonna sonora di The Wash, nel quale recitava lo stesso Dre.

50 CENT E DETOX

Prima di venire assorbito in quello che sarebbe diventato il suo impero di cuffie, Dre ascese di nuovo al trono musicale, stavolta in occasione dell’album di debutto del rapper del Queens 50 Cent, presentatogli da Eminem. La sinuosa produzione di “In Da Club” intrigò un’altra volta i critici con la sua semplicità à la “My Name Is” e segnò il distacco di Dre dal campionamento. Lanciato dal singolo, l’LP Get Rich or Die Tryin’ vendette più di 800.000 copie durante la sua prima settimana.

Sebbene l’impero di Beats By Dre si sia dimostrato onnicomprensivo, Dre non ha completamente abbandonato la produzione musicale. Ha infatti lavorato a Only Built 4 Cuban Linx… Pt. II di Raekwon nel 2009 e ha stretto una forte amicizia con la nuova guardia della costa Ovest, i Black Hippy. Il grande quesito sulla bocca di tutto il mondo dell’hip hop riguarda però la prossima uscita solista di Dre, Detox. I piani per questo disco risalgono infatti al 2001 e a un certo punto il lancio era stato fissato al 2005. Nel 2008 Snoop sostenne che Detox fosse pronto, ma a causa del lavoro di Dre per Relapse di Eminem e Before I Self-Distruct di 50 Cent l’uscita venne nuovamente posticipata al 2010. Nel 2009 Dre scelse curiosamente di presentare in anteprima un frammento di Detox in una pubblicità della Dr Pepper, spalleggiato da Eminem, secondo cui almeno una dozzina di tracce dell’album sarebbero state complete. Nell’aprile 2010 venne diffuso il singolo “Under Pressure”, con la collaborazione di Jay-Z, che venne però accolto freddamente. Successivamente “Kush” con Snoop e “I Need A Doctor” con Eminem andarono incontro a una ricezione migliore, con “Kush” che si piazzò al numero quattro della Billboard 100.

Ma ad oggi ancora nessuna traccia di una data ufficiale per l’uscita di Detox.

Dunque, mentre Detox diventa una leggenda metropolitana della comunità hip hop, possiamo perlomeno trarre conforto dall’inimitabile discografia di Andre Young.