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Musica

Mash machine

Anche tu puoi giocare a mettere Enya sopra i Prodigy ora.

Non molto tempo fa vedevamo i primi aggeggi bizzarri animare il mondo della musica. Nel 2003, quasi 10 anni fa, è stato inventato il Reactable, una superficie interattiva su cui le forme posate rappresentano potenziometri in grado di creare o modificare, ognuno a suo modo, le forme d'onda. Ovviamente su questo oggettino ha messo subito le mani una signorina strana tanto quanto lui, parlo di Bjork al Coachella del 2007. Nel frattempo, la sperimentazione tra musica e gioco evolveva, l'anno successivo i Notwist sono partiti in un tour featuring i telecomandi della wii (mi ricordo che una grande gag durante il concerto era rispondere ai colpi di wii tennis di Martin Gretschmann).

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Da sempre, in ogni caso, la musica e il gioco sono sempre stati indissolubile, come se avessero la stessa matrice (assurdo, in inglese ce l'hanno!!!11!), solo che giochini come i potenziometri del reactable e l'interazione tra wiimote e Max MSP è sicuramente roba divertentissima e giocosissima per chi sa come farlo, un diveritmento elitario, insomma.

Un paio di giovani italiani emigrati in Estonia (perché) si sono inventati il corrispettivo democratico di questi giochi per nerd, e si chiama Mash Machine. Pensavo fosse solo un giochetto, prima di conoscere Ottavio, il responsabile dell'esistenza di questo aggeggio, che mi ha spiegato un po' come funziona, perché funziona, quando funziona, dove e anche come funziona, e la cosa si è fatta interessante.

Noisey: Ciao Ottavio, raccontami com'è nata la Mash Machine.
Ottavio: Io e un mio amico suonavamo come Dj in Estonia, a un certo punto a me viene l'idea di provare a creare un'interfaccia tangibile. Casualmente il mio amico è un ingegnere elettronico, e casualmente io inizio a parlare un po' in giro di questo oggettino con cui avevamo giocato un po' di volte. Un altro nostro amico, che ora fa parte della società, ai tempi lavorava in un'azienda che ci ha dato i primi fondi per sviluppare il prototipo.

Da lì è nato un processo in cui abbiamo perfezionato quella specie di pezzo di vetro con cubettini di cartone che avevamo. La prima campagna in Estonia è andata molto bene, da lì a un certo punto ci siamo resi conto che avremmo potuto sviluppare ulteriormente il nostro progetto con un marchio e con una finalità precisa per il nostro prodotto.

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Abbiamo iniziato a fare eventi con nostre invenzioni, sempre a tema musicale. Tipo muri che fanno musica, biciclette controllate che creano giochi audiovisivi, altre gag con la realtà aumentata, c'era questo evento in cui abbiamo creato controller con cui la gente potesse comporre una band virtuale. Questo principio di interattività e modularità è lo stesso di Mash Machine. Infatti a un certo punto ci siamo trovati a un bivio: continuare a produrre prototipi diversi, a seconda dell'evento, o concentrarci su un solo prodotto, la scelta è caduta sulla nostra Mash Machine.

In che anno è nata?
Nel 2011.

A livello tecnico, dal prototipo originale come si è evoluta? E come funziona?
Il funzionamento della macchina è abbastanza semplice, nel senso che questo tipo di interfaccia tangibile funziona con una telecamera che riconosce gli oggetti, ognuno di questi oggetti ha un codice per la realtà aumentata. La telecamera riconosce un oggetto quando questo entra nel suo campo, sincronizza i campioni ad esso collegato e li suona, di volta in volta, secondo le coordinate in cui vengono posizionati sulla superficie. Il principio di base è relativamente semplice, poi l'interfaccia tangibile esiste da un sacco di anni, il Reactable per esempio…

Sì, pensavo al Reactable infatti. Solo che quello strumento è abbastanza complicato da usare, ci sono potenziometri, effettistica, è un vero e proprio synth, mentre la Mash Machine è uno strumento molto meno complesso.
Esatto, il Reactable è uno strumento per musicisti. Se sai fare musica e hai confidenza con campionatori, sintetizzatori, filtri, sai già più o meno come muoverti, anche se non è detto. Mentre noi abbiamo voluto partire dal procedimento diametralmente opposto, ovvero togliere tutto il superfluo e lasciare solo l'indispensabile per suonare. Anche il nostro target è diametralmente opposto, noi vogliamo permettere a una persona di suonare subito, immediatamente, mentre se metti qualcuno che non ne sa nulla davanti al Reactable, prima che tiri fuori un suono passano settimane.

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Parlami dell'aspetto interattivo di cui mi dicevi.
Se pensi al mondo del djing come a una realtà in cui quantomeno bisogna avere un po' di esperienza, un po' di manualità e comunque confidenza con la musica, ti rendi conto che è un mondo di pura fruizione passiva, noi invece abbiamo voluto creare qualcosa che chiunque, dal ragazzino al signore che non ha mai toccato uno strumento, riuscisse a usare facilmente, senza possibilità di errore. Per dirti, abbiamo progettato Mash Machine pensando a un russo ubriaco che nonostante tutto riesce a tirar fuori qualcosa.

Hahaha ottimo… Comunque ci sono alcuni Dj imbarazzanti. In ogni caso credo che un oggetto come questo, che si dichiara democratico e pensato per gli inesperti sia molto più onesto rispetto a proporre, che so, consolle pacco da Dj che servono solo ad aumentare il numero di Dj pacco in circolazione. È un modo per delimitare l'area di chi gioca con la musica rispetto all'area di chi ci lavora, per dire.
Esatto, soprattutto è nata per puro scopo ludico.

Per robe così, insomma.

Torniamo all'aspetto tecnico: spiegami come funzionano i sample di Mash Machine.
Abbiamo diviso tutto in 4 categorie, una parte ritmica, una vocale, una melodica e una di basso. Poi sui lati ci sono gli effetti, cioè man mano che sposti i cubetti dal centro ai lati l'effetto va aumentando.

Quindi è una specie di quadrato semiotico.
Non l'ho mai pensata così…

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Lo puoi fare anche con le frasi!
Ma sai che è una cosa che volevamo fare… Sperimentare con i contenuti, con le parole, con le frasi.

Quindi state iniziando a prendere questa vena pedagogica?
Be' noi abbiamo dei progetti speciali per questo interfaccia, in questi giorni stiamo lavorando a un progetto per mettere Mash Machine in ospedali in cui ci sono bambini che hanno problemi abbastanza grossi, per sviluppare un'attività di intrattenimento audiovisivo che possa coinvolgerli in maniera divertente e facendoli sentire a proprio agio.

Però comunque il prototipo si può ampliare in diversi campi.
Sì, vorremmo collegarla a luci, video. Vedremo.

Ora che eventi state facendo?
Ne abbiamo fatti un po', qualche tempo fa la nostra agenzia italiana, Milano Music Consulting, ha curato la parte musicale dei BEA e per la prima volta la Mash Machine ha interagito con una band dal vivo, chiaramente però in quel caso era manovrata da un Dj professionista.

Quindi vedi che se uno vuole ci può fare anche musica "seria"?
Sì in realtà il modo in cui la macchina si presterebbe di più sarebbe poter far interagire il pubblico con la band live.

Ti dà una percezione diversa della musica anche, cioè la vedi più dall'interno, capisci la struttura di quello che fai.
Infatti la parte pedagogica, l'intento di dare una diversa prospettiva sulla musica, la possibilità di sperimentare la musica in prima persona è forse la cosa più interessante di questo progetto.

Se volete vedere la Mash Machine in azione, potete andare a trovarla da oggi a domenica allo spazio Ex Fornace di Milano o in via Savona 25.