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Musica

Il video "40 Years Of Goth" ripercorre la storia della sottocultura dark

Abbiamo parlato con la regista Liisa Ladoucer di teschi, pipistrelli, cimiteri, e tutte quelle robe lì.

La filmmaker canadese e guru dell'heavy metal Liisa Ladoucer è letterlamente un'enciclopedia del dark, nel senso che ha scritto un libro chiamato The Encyclopedia Gothica nel 2011. Da allora si è tenuta occupata facendo la giornalista, la poetessa, la produttrice per Banger Films e parlando in pubblico. Il suo ultimo progetto dimostra che la mela avvelenata non può cadere tanto lontano dall'albero degli spiriti. "40 Years of Goth Fashion" è una divertente parodia di tutti quei video sulla storia dei canoni di bellezza che si trovano a centinaia su YouTube, ma con un approccio un po' più oscuro, che ripercorre le tante sfumature di nero del dark nei quarant'anni di storia di questa sottocultura.

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Noisey USA ha ottenuto il video in anteprima, e noi ve lo presentiamo qua sotto insieme a una breve intervista a Ladoucer in cui abbiamo parlato di musica dark, moda dark e che cosa significa dark nell'epoca delle streghette da Etsy.

Noisey: Che cosa ti ha spinta a girare questo video?
Liisa Ladouceur: L'ispirazione è stata duplice. Sono una fan del video originale "100 Years of Fashion", e sono affascinata da come tanta altra gente ha preso questo concetto e lo ha adattato ad altre storie di bellezza. Visto che io sono cresciuta con il punk e il dark, non avevo ancora visto un video in cui mi potessi riconoscere. Stavo anche cercando un progetto artistico da intraprendere con alcuni amici di Toronto, che per coincidenza sono anche loro dei dark (o, come mi piace definirli, dark in via di guarigione), quindi ci è parso un buon modo di mettere insieme un gruppo di creativi e produrre qualcosa per celebrare una storia della moda alternativa. Un'altra cosa importante: mi ero davvero stufata di vedere titoli tipo "Celebrità Tal Dei Tali diventa dark" ogni volta che una modella/modello o attrice/attore si presentavano su un tappeto rosso con il rossetto nero. C'è molto di più, e ho tentato di dimostrarlo.

La moda dark è cambiata molto nel corso degli anni, ma l'oscurità di base è rimasta. Qual è la tua epoca preferita?
Nel video abbiamo evidenziato dieci diversi look dark, e trovo qualcosa di bello e meravigliosamente bizzarro in ognuno di loro, anche l'epoca pastello, che non viene considerata da molti dark tradizionalisti. Personalmente, è stato il look pipistrellesco di inizio anni Ottanta ad attirarmi—grandi cotonature, calze a rete strappate, accessori bondage. Si giocava molto con l'androginia, dovevi creare i tuoi vestiti da sola perché nessuno produceva ancora roba così. Ma penso che il picco della moda dark sia stato a metà anni Novanta, quando diventò molto più sontuosa—abiti da sera di velluto, corsetti in broccato, mantelli e cose del genere, prendendo dal romanticismo vittoriano e dall'estetica vampiresca della letteratura e del cinema gotico, e vestendosi in modo appariscente anche al di là dell'uscita speciale nel weekend. Ciò detto, mi piacciono molto anche gli stili neo-dark di oggi ispirati all'occulto e allo stile boho.

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Hai visto una progressione simile anche in quella che consideri musica dark, o deriva sempre tutto dai Bauhaus?
Ah, be', molte band dark aspirano ancora a diventare i nuovi Bauhaus, che dio li benedica. Ma la musica dark è sempre stata molto più di uno stile, e si è sicuramente evoluta nei decenni. Qualche anno fa ho cercato di ripercorrerla con un Albero Genealogico Dark (che potete vedere qui)) per mostrare come c'è il goth metal e il synthpop e la darkwave e lo psychobilly, e mentre molta di questa è influenzata dai gruppi inglesi anni Ottanta, c'è molto di più.

Quale pensi che sia il luogo comune più sbagliato su questa sottocultura?
Ce ne sono due: che i dark siano depressi e suicidi, e che sia una fase che riguarda solo gli adolescenti. Ci sono molti esseri umani perfettamente sani e adulti, anzi, anche anziani, che amano ancora ascoltare la musica a luce di candela, vestiti soltanto di nero.

Parliamo della musica che hai usato: perché hai deciso di includere proprio quelle canzoni?
Tutta la musica di "40 Years of Goth" viene da artisti indipendenti della zona di Toronto, e tutti hanno cantanti o musicisti femmine, due cose che per me era importantissimo sostenere. Volevo che la musica rispecchiasse il video, muovendomi musicalmente dai tardi anni Settanta a oggi, ma usando gruppi contemporanei, tuttora attivi. Gli Amy's Arms sono un giovane gruppo dark e il loro nuovo disco My Dear Violet ha il suono di chitarra post-punk che mi serviva per dare il via al video, qualcosa di energico ma che non spaventasse lo spettatore casuale non-dark; abbiamo usato due loro canzoni, "Breathless Heart" e "Kisses". Arrivando ai tardi anni Novanta, volevo mostrare l'influenza della cultura rave e della musica dance elettronica, che ha trasformato un bel po' i locali dark e anche il vestiario. C'erano un sacco di bei remix della canzone "Devil's Night" di Johnny Hollow, cosa che ci ha aiutato nella transizione, e abbiamo anche usato "Bloodsuckers", che è un pezzo più ballabile con un divertente pianoforte tipo cabaret, e questo ci ha portati all'evoluzione verso gli stili più femminili e frivoli tipo Lolita e steampunk. Infine, volevo chiudere con qualcosa di moderno, e la traccia di dreampop cupo di For Esme "Be a Light" mi è parsa perfetta. Ci sono anche molti riferimenti nel testo che si adattano perfettamente alle modelle, se ci fai caso.

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Che cosa rende la musica "dark"? Quali band contemporanee pensi siano le più rappresentative della sottocultura?
La musica dark per me dev'essere sexy, drammatica e un po' spaventosa. Non sono una musicologa, ma penso anche che le cose migliori siano quelle con più frequenze basse e con molti spazi vuoti. Sinceramente, la band più rappresentativa rimangono ancora i Cure, nonostante l'età. Il mio gruppo dark preferito al momento non è considerato tale dalla maggior parte dei dark, ed è un peccato. Perché le Savages non sono soltanto la Seconda Venuta di Siouxsie and the Banshees, sono anche il miglior gruppo rock che tu possa vedere dal vivo; sono cupe e arrabbiate e poetiche e artistiche e hanno ogni caratteristica per attrarre dark come vampiri verso il collo di una vergine. Band come Grave Pleasures e Eagulls suonano classico post-punk bene, il sedicente "cholo-goth" dei Prayers è molto interessante, e mi piacciono le streghette neo-dark come Chelsea Wolfe, Zola Jesus, Bat for Lashes, Austra, eccetera.

Quanto è importante l'aspetto esteriore nel dark? E, di conseguenza, quanto lo è l'aspetto musicale? Bisogna amare la musica dark per essere veri dark? Ci sono dei confini rigidi?
Il dark è una sottocultura con la sua colonna sonora. Sì, vuole anche dire apprezzare la letteratura e la storia e l'arte, ma in fondo viene da una scena musicale, e la definizione principale di dark per lungo tempo è stata una persona che ascolta musica dark. Oggi, è più una questione di moda—ci sono dark Lolita e steampunk che non hanno mai sentito i Joy Division o Marilyn Manson. E non c'è nulla di male, la cultura si trasforma.

Qual è lo stato del dark al momento? Sembra che la cosa più fica al momento siano i mantelli e il post punk e i teschi; pensi che un rinnovato interesse nelle cose inquietanti sia un segno positivo per la sopravvivenza di questa cultura?
C'è una vecchia barzelletta che dice: il dark non è morto, lo sembra solo. Sinceramente, non è mai scomparso fin dagli anni Settanta. Ma ciclicamente, ogni tanto, emerge dall'ombra ed è più facile trovarlo sulle passerelle o nei centri commerciali, e sì, in questo momento il neo-dark è fico e si trova su Instagram e su Etsy, eccetera. Sono curiosa di vedere dove lo porterà questa nuova generazione di stilisti e modelli e artisti, prima che torni sottoterra di nuovo.

Noisey Italia