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Musica

Che fine hanno fatto i vincitori dei talent italiani?

Un articolo che è anche un quiz per vedere quanti vincitori di talent vi ricordate.

Buongiorno amico che vuole tanto, tanto sfondare nella musica.
Come va?
Malino, eh.
I locali ignorano il tuo gruppo o il tuo progetto parallelo solista preferendoti l'ennesimo gruppo di cover di Vasco o Ligabue e al solo sentire nominare "contest per band emergenti nel comune di ______ (inserire località a piacere sotto i 30mila abitanti)" una lieve malinconia si incastra nel tuo sorriso.
Lo sappiamo cosa stai pensando: nessuno mi capisce.

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E intuiamo cosa stia iniziando a germogliare nella tua testa, un'idea prima vaga poi sempre più concreta fino a trasformarsi in un piano preciso: "non mi resta che partecipare a un talent".
Amico, prima di prendere una qualsiasi decisione che possa compromettere per sempre la tua vita artistica, fatti due semplici e veloci domande.

Domanda uno: Ma se Red Ronnie è contrario ai talent show, non è un buon motivo per iscriversi immediatamente a tutti i talent show possibili?

Gabriele Ansaloni, aka Red Ronnie, sta parlando con te!!!

Domanda due: Ma che fine hanno fatto i precedenti vincitori dei talent show?

Alla prima domanda non sappiamo rispondere (se scrivi per più di tre volte nello stesso articolo "Red + Ronnie" il computerone di Noisey fa saltare in aria l'articolo), ma possiamo lavorare sulla seconda. Prima che ti sacrifichi, quindi, è meglio che ripercorriamo assieme le gesta e i destini dei vincitori dei talent italiani anni dopo il loro momento di gloria.

THE VOICE OF ITALY, fu STAR ACADEMY, fu OPERAZIONE TRIONFO (RAI DUE)

Quando la Rai ha mollato X Factor per via dei costi e del fatto che in Rai sanno riconoscere un buon investimento, s'è deciso di puntare forte su Star Academy, un talent cominciato non esattamente nel migliore dei modi—era già un ricalco della non fortunatissima Operazione Trionfo, alla cui prima edizione aveva partecipato un giovane Federico Russo (uno che non ha mai realmente voluto mollare, tanto che ora presenta The Voice). Ma ancora peggio della sua fondazione è andata la seconda e ultima edizione del talent, conclusasi con un ammutinamento da parte dei concorrenti che ha impedito la proclamazione di un vincitore, tanto che la finale della trasmissione non andò mai in onda.

Ma erano altri tempi, e i talent show erano ancora forse troppo incentrati sui talenti, e forse proprio questo principio eccessivamente democratico ha portato al collasso del format. Nell'epoca d'oro dei talent, infatti, l'asse si sposta decisamente verso una sorta di totalitarismo dei meccanismi televisivi, che non lascia più così tanto spazio ai concorrenti. Vediamo se adesso avete il coraggio di ribellarvi.

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Siccome non c'è due senza tre, per il talent di casa Rai si è scelto di importare in Italia il format originale "The Voice", con l'aggiunta di "of Italy", caso mai qualcuno avesse il dubbio di trovarsi in Albania.
Rispetto a tutti gli altri talent i giudici sono voltati di spalle quindi hai fondati motivi per sperare di essere giudicato solo per la tua voce senza tutte quelle questioni secondarie che con la musica non c'entrano nulla. Finalmente una trasmissione incentrata sulla voce e non su caratteristiche secondarie del personaggio, tipo la sua storia, la sua provenienza e la sua parrocchia di riferimento.

Ah no?

Se nemmeno l'idea di fidanzarti con Dio ti ferma pur di coronare il tuo sogno, allora sappi che potresti fare la fine del vincitore della terza edizione, Fabio Curto, che oltre al danno si ritrova la beffa di dover ringraziare la famiglia Facchinetti. Ma nemmeno Suor Cristina se la passa da dio, dal momento che, finito l'hype (il suo provino è stato uno dei video più cliccati di YouTube nel 2014) e dopo aver ricevuto un disco d'oro in Francia, la sua massima aspirazione temporale è prende parte ai numerosissimi musical che le consentono di andare in scena mantenendo comunque l'abito talare.

Oppure potrebbe succederti quello che è successo alla prima vincitrice di The Voice of Italy, l'albanese Elhaida Dani (allora lo vedi che è un attimo che uno si confonde e pensa di essere a The Voice of Albania?).
Tornata a casa dopo la vittoria, ha vinto il Festivali i Kenges, che è tipo Sanremo ma con i fiori veri, e poi si è classificata diciassettesima su 26 all'Eurovision Song Contest. Un fallimento? Un successo? L'unica cosa certa è che se vuoi fare carriera dopo aver vinto The Voice of Italy devi emigrare. Pensaci: l'Albania non è così male.

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X FACTOR (SKY UNO)

Era il lontano 2008, l'Italia era ancora campione del Mondo e la grande crisi era appena iniziata. Quell'anno la Rai decideva di portare in Italia il franchise del talent musicale di tutti i talent musicali: quello con la grande X.
Il talent arriva in Italia e con lui la torbida domanda — "Tu, ce l'hai l'XFactor?" — che ha comportato nella popolazione indigena ancora più scompiglio rispetto a quella volta che il Re si era presentato in piazza senza abiti ma tutti gli riconoscevano che, nonostante le malelingue, indossava in realtà uno splendido travestimento da Gianroberto Casaleggio.

Quello che è certo è che se hai davvero l'"XFactor" solchi i palchi di mezzo mondo, tipo il centro commerciale di Landriano o la sagra della porchetta di Siderno.
Non ci credi? Non hai fiducia in noi? Se Jovanotti passa le sue serata twittando su XFactor, deve essere una cosa per cui vale la pena vivere!

#masterpiece ha l'x factor!

— Lorenzo Jovanotti (@lorenzojova) 17 novembre 2013

Aspetta…

Tralasciamo il talent di libri del buon Coppola, e torniamo al format di Simon Cowell, che ha mietuto vittime su vittime, giovani che riponevano tutta la speranza di diventare delle pop star in brevi passaggi sul palco, cantando brandelli di cover, col terrore di essere giudicati da quattro giudici esperti che negli anni sono spesso cambiati ma che hanno sempre dimostrato di essere impeccabili e soprattutto lucidi.
Senza dimenticare che le prime quattro edizioni sono state condotte da Francesco Facchinetti, uno che si è fatto da solo e che, dal nulla, ora è lo Steve Jobs italiano e anzi sta addirittura per fondare il suo MoViMento. Che fosse lui il tizio travestito da Casaleggio?

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Se non bastassero gli ammonimenti di Red Ronnie, a cui ha fatto eco Charlie Brooker che dopo aver visto il suo video si è immediatamente adoperato per scrivere una puntata di Black Mirror ispirata all'universo teoretico di Ansaloni, vi sarà utile passare in rassegna i fortunati vincitori di XFactor.
I primi sono stati gli Aram Quartet, un gruppo vocale molto amato da Mara Maionchi, che si è sciolto come un Mottarello nell'estate del 2010.
E come tutti ben sappiamo, i gruppi vocali vanno fortissimo in Italia, ne ricordiamo a decine, a centinaia… uno.

Ora anche nella sua versione 2.0. Teghedum™.

E chi invece ha dimenticato il vincitore della seconda edizione, Matteo Becucci, il Claudio Baglioni di Livorno, il Ralph Supermaxieroe del Tirreno?
Il ragazzo, nonostante lo scarso successo in seguito alla sua vittoria (malamente sotterrata dal successo reale della quarta classificata Noemi) ha pensato che fosse il caso di non mollare il mondo dei talent e di riprovarci con l'edizione del 2014 di Tale e Quale Show.
In cui è arrivato terzo.

Beccucci che imita la sua rivale Noemi.

La terza edizione, probabiolmente anche grazie allo sprint dal programma conferito dalla giudice Claudia Mori, ha visto il suo primo vincitore fortunato, Marco Megoni. Il successo però è una cosa effimera, soprattutto per i talent, tanto che l'anno successivo il gioco cambia drasticamente, e con lui i giudici, e della successiva edizione tutti ricordano l'uscita minacciosa di Anna Tatangelo e nessuno ne ricorda la vincitrice, tale Nathalie. Male, perché invece la ragazza, nel luglio 2015, ha vinto addirittura il Premio Lunezia Menzione Speciale per il valore letterario-musicale della canzone "L'Essenza".
Non sappiamo se sia colpa di Anna Tatangelo o della povera Nathalie, fatto sta che dopo quell'edizione la Rai tira i remi in barca e il programma finisce nelle mani di Sky.

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Ovviamente, appena le cose escono dalla TV nazionale iniziano a funzionare meglio, e con un format rinnovato, più aderente alla versione inglese, iniziano i fuochi d'artificio, e arrivano vincitori come Francesca Michielin, Chiara Galiazzo, Michele Bravi e Lorenzo Fragola che hanno avuto i loro quindici minuti di enorme successo, dopo i quali sono comunque riusciti a mantenere una discreta fama, soprattutto su Facebook e alla festa del cincillà di Budrio.

Francesca Michielin, vincitrice nel 2011 a 16 anni, dopo due anni di semi-anonimato dovuto anche alla sua giovane età (se non sei maggiorenne è difficile entrare nel mondo delle metanfetamine per uscire dal vortice dei talent), nel 2013 canta la bellissima (no) "Cigno Nero" insieme al rapper (no) Fedez, esperimento che si ripete nel 2014 con la hit "Magnifico" (no).
Nel mentre canta nella colonna sonora di Amazing Spider-Man e partecipa all'edizione del Festivàl del 2016, dove arriva addirittura… seconda! È proprio vero che i concorsi non finiscono mai, tant'è che rivedremo la Little Miss Sunshine della musica italiana anche all'Eurovision di quest'anno—non si sa perché nessuno se l'è sentita di avere come volto nazionale quei bellocci degli Stadio.

Un fan degli Stadio.

Anche Chiara Galiazzo, ruspante padovana vincitrice di XFactor 6, non se la vede un granché bene.
Dopo una vittoria annunciata sin dalla prima puntata, il futuro nello star system musicale per lei sembrava segnato. E invece, ben sappiamo quanto la vita sia dura in generale, figuriamoci per un vincitore di un talent. A Verissimo, una cosa che va in onda su Canale5 condotta dalla moglie del figlio del fondatore di Canale 5, Chiara confessò di essersi sentita abbandonata dopo i fasti di XFactor e di aver perso 20kg per colpa della tensione dovuta alle critiche sui social. Povera. D'altronde se la dieta dell'odio funzionasse davvero la redazione di VICE sarebbe tutta XXS e Mario Adinolfi dovrebbe avere il fisico di Roberto Bolle.

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Ma Chiara non molla, e rinasce nel 2014 pubblicando il singolone "un giorno di sole" e nel 2015, udite udite, partecipa come giurata a "Ti lascio una canzone", altro talent, ma dedicato ai bambini che un giorno canteranno nei ristoranti di Little Italy.

I cantanti e il proprietario del ristorante a Little Italy.

Uno che l'ha presa bene, invece, è Michele Bravi, vincitore del 2013, che sembrava l'uomo più dolce e dimesso del mondo e invece… E invece a un certo punto è scomparso completamente—forse il sequestro è un'altra delle pratiche barbare con cui i talent massacrano i ragazzini—ma non ci è rimasto male. No no. Dopo aver rilasciato un album indipendente dal titolo I Hate Music ha dichiarato a Vanity Fair quanto la vita gli abbia sorriso dopo la vittoria di XFactor («Mi sono affidato a persone che hanno sparso le loro taniche di benzina sulla mia vita e hanno dato fuoco a tutto»).

Discorso diverso per Lorenzo Fragola, bravo ragazzo catanese che, dopo essere stato scartato ai provini del 2013, ha vinto l'edizione del 2014 finendo da subito nelle mani del rapper (no) Fedez che l'ha plasmato, vestito e prodotto a puntino per uscire nel mondo reale e strapazzare i cuori deboli di tutte le teenager di fascia 12-14 anni. E poi ci ha litigato. Proprio come una teenager di fascia 12-14 anni.

Due partecipazioni al Festivàl, in cui ha ottenuto un decimo e un sesto posto (2015-2016), e un ultimo disco appena pubblicato: Zero Gravity. In cima alle classifiche perché, si sa, le classifiche le fa sempre quella stessa fascia che è la stessa che litiga e che devi stare attento perché son gli anni caldi in cui si perde la verginità ed è un attimo che ci scappa il punto Fragola.

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Non sappiamo quale sarà il futuro dei fortunati vincitori delle edizioni di Sky, ma quello che possiamo sicuramente fare è sederci in poltrona, fumare la pipa, accarezzare il nostro bassotto e aspettare di essere assaliti da una domanda: ma Giosada?

AMICI DI MARIA DE FILIPPI (CANALE 5)

Inizialmente si chiamava Saranno Famosi, poi per una davvero inspiegabile querelle sui diritti d'autore si è trasformato in Amici di Maria De Filippi. Questo programma poco autoreferenziale che ad alcuni malfidenti potrebbe sembrare un soft-porno pensato per anziani interessati unicamente a vedere ragazzini a petto nudo che si strusciano, è in realtà il talent show della gente, la vera gente, quella che non si può permettere Sky e ha un orecchino sul dente o sull'unghia.

È chiaro che la Grande Madre della televisione italiana stia facendo il possibile per fagocitare elementi che (più o meno) funzionavano in altri talent show per creare una sorta di macro-talent omnicomprensivo fuori dal quale non sia più concepita nemmeno l'idea stessa di talento.
Ma in questa sede non ci preoccupiamo del format, ci preoccupiamo di te, giovane amico cantante, e della domanda che più ti preme di questi tempi: mi conviene iscrivermi alla scuola di Maria de Filippi e concorrere per la squadra blu o bianca, fare in modo di avere una relazione (vera o faceta) eterosessuale con un altro concorrente e sperare di finire a fare il giudice in una futura edizione del talent della De Filippi in cui lei starà in un angolo tipo Jabba The Hutt e davanti a lei tanti nuovi giovani a petto nudo si dimeneranno per il piacere di grandi e piccini? Se sogni il palco del Coachella o il premio Tenco, magari no, ma se la tua ambizione è entrare nell'industria dell'intrattenimento, hai fatto centro. Siamo ingenerosi, dirai mentre stai compilando il form per partecipare alle audizioni di settembre: Amici ha portato alla ribalta nomi che sono rimasti come Emma Marrone, Alessandra Amoroso, The Kolors (aspettiamo il 2017) e – come dimenticarlo? — Marco Carta.

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Solo Amici? Però… ora ti facciamo un elenco degli altri vincitori e vediamo quanti di questi sono nella tua playlist di preferiti di Spotify: Dennis Fantina, Giulia Ottonello, Federico Angelucci, Niccolò Davini, Virginio Simonelli, Moreno Donadoni e Debora Iurato. Ti dicono qualcosa? Il fatto che uno di questi nomi ce lo siamo inventato di sana pianta e tu non sappia dire quale sia senza Wikipedia non ti suggerisce niente?

Comunque, alcuni successi enormi, tipo Lady Gaga ma di più, ci sono stati. Ad esempio il vincitore della prima edizione, Dennis Fantina, è stato scartato dalle blind auditions di The Voice (vedi sopra) oppure Antonino Spadaccino, in arte Antonino (vincitore della quarta edizione) ha partecipato come coach (!!!) nel reality show di RAIUNO condotto da Flavio Insinna "La pista".

Grande Flavio, bel nome!

E DOPO I TALENT?

Saremmo comunque ingenerosi a dire che per chi vince un talent il destino ha in serbo solo l'oblio, l'anonimato e la disperazione. Infatti, potrebbe andargli peggio: potrebbe vincere Sanremo e vedere il suo buon nome accanto a quello di un complottista di Facebook, o vedersi costretto a concedere un'intervista a Vincenzo Mollica.
Quello che ti consigliamo, quindi, se non vuoi godere di cinque minuti di celebrità e un'eternità da CD a 8.99 nel cestone dell'Autogrill, è quello di trovarti un serio lavoro da cantante che piaccia alla gente, con cui riempire locali e piste da ballo.
Dicci un po': ma con l'imitazione di Vasco, te la cavi?

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