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Musica

Cosa abbiamo ascoltato davvero questa settimana

Oltre a fare finta di ascoltare musica, ascoltiamo anche musica davvero. Ecco con cosa ci siamo trastullati questa settimana

Buon venerdì e benvenuti tutti nella più nuova rubrica di Noisey del 2015 (finora). Dato che in questo sito di musica si parla tendenzialmente di musica, ci pareva il caso che anche questa rubrica parlasse di musica, nello specifico di quello che ognuno di noi si è ascoltato davvero durante la settimana, a prescindere da quello che millantiamo per fare i fighi, dalle nuove uscite, dai dischi di rilievo per il mondo, quelli di non-di-rilievo da portare a galla etc. etc.

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Pertanto, da oggi in poi, ogni venerdì ciascun membro della redazione vi racconterà cosa gli è passato per le orecchie durante la settimana, come fosse un amico vostro che condivide informazioni non richieste.

FRANCESCO BIRSA ALESSANDRI

Questa settimana è iniziata all’insegna di una scimmia che mi stavo portando dietro dalla settimana scorsa: a causa dell’articolo su Björk che ho scritto non sono riuscito a levarmi di dosso Nearly God di Tricky (che poi sarebbe un side project ma anche no). Lo stesso bisogno fisico di narcotici vintage l’ho poi iniziato ad appagare ripescando Hex dei Bark Psychosis, ovvero il secondo miglior disco post rock di sempre. Se non sapete qual è il primo siete dei poveracci.
Per il resto ho deciso che era il caso di ripassarmi un po’ di uscite relativamente recenti di label che non avevo mai cacato troppo negli ultimi tempi, per cui mi sono andato a spulciare il catalogo Crazylegs e quello di Tectonic in cerca di grime accelerazionista (per dirla alla Mattioli) che non venisse da Mumdance & Logos. Di figo ci ho trovato soprattutto Acre e Gage, mentre Bloom è bravo ma dopo un po’ mi ha scassato il cazzo, a conferma che per piacermi tanto questa roba deve picchiare e contenere reminescenze jungle/rave belle ruvide. Poi c’è Von Tesla che fa fatto un disco nuovo e ci sto in fissa ma ve ne ho già parlato, mi sono fatto un sacco di sviaggioni con The Spiritual degli Art Ensmble Of Chicago e ieri il mio amico Nate Ritter mi ha mandato il promo del nuovo album dei suoi Kinit Her, che è ovviamente incantevole e l’ho ascoltato tutta stamattina.

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CLAUDIO BIAZZETTI

Ho dedicato l'intera settimana al rispolvero di un vecchio amore che da poco ha compiuto 10 anni. Il disco è Ashes Of the Wake dei Lamb Of God, manifesto del groove metal americano o qualsiasi cosa facciano quei cinque tranquilloni di Richmond, Virginia. L'avranno poi assolto Randy Blythe da quell'accusa di omicidio in Repubblica Ceca? Spero di sì perché mi sempre sembrato un tipo docile e mansueto.
Poi, per sostenere chi mi accusa di essere un 60enne intrappolato nel corpo di un 80enne nato 25 anni fa, ho ascoltato un botto di delta blues di nonno Robert Johnson.
Se volete roba nuova! insisto sull'album strumentale dei Death Grips (Fashion Week) e su Piñata di Freddie Gibbs & Madlib

MATTIA COSTIOLI

La cosa più importante che ho fatto questa settimana è stato andare ad ascoltare Laska di Mecna e la cosa che ho ascoltato di più è 31/08, prodotta da Yakamoto Kotzuga (l’abbiamo scoperto noi). Purtroppo voi non potete ancora ascoltarla, però potete ascoltare questa. La cosa più bella che ho ascoltato questa settimana è la canzone embeddata quassù.
Il resto del disco lo ascoltate qui e lo scaricate gratis qui. Si chiamano Phantom Posse e sono un collettivo di cui, tra gli altri, fa parte anche ILoveMakonnen. La cosa che ho continuato ad ascoltare è l’EP 80 UA dei ragazzi di Bad Panda, e niente, questa è la settimana in cui le mie orecchie possono sentire solo roba fatta da Giacomo. Avevo già parlato del progetto qui e posso solo aggiungere che mi piace perché ogni volta mi ricorda quanto mi mancherà pisciare la mattina nel momento in cui morirò. Per restare in tema Panda: la cosa più R'N'Bindie che ho ascoltato questa settimana è Kaitlyn Aurelia Smith, che recentemente si è occupata del sound design di “Boys Latin” di Panda Bear. Questo martedì è comparso su SoundCloud il nuovo singolo tratto dal suo album, che esce il 20 gennaio, però l’altro singolo che era già uscito, a me piace di più.

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SONIA GARCIA

La sorte ha voluto che gli unici strumenti con cui ascolto musica—iPod e computer—siano messi di merda, cioè stiano per crepare entrambi di vecchiaia, quindi tutta la musica che ho ascoltato ha risentito di questo latente senso di vuoto. In questo preciso istante, come testimonia il video qua sopra, sto ascoltando gli Orchid. A parte la scesazza screamo, questa settimana ho ascoltato tanta roba naturalmente bellissima, e i generi non sono così distanti tra loro, ma di certo distanti dallo screamo. Ditemi voi se Tommy Four Seven vi sembra screamo.

L’esperienza sviscerante della settimana è stato ascoltarsi Dark Pool dei Black Rain in università, il non luogo per eccellenza dove se non altro posso buttarmi in un angolino dell’aula, appendere il cervello al chiodo, e disegnare ad Autocad con addosso la sensibilità di un elastico per capelli. Pure Spectre di Eomac ha regalato i suoi onesti momenti di bene e dissociazione, in particolare la title track, nonostante molto spesso venisse sovrastata dal suono delle ventole del mio computer, che, se ve lo state chiedendo, sono comunque molto industrial. Il disco che ieri mi ha sconquassato il pomeriggio però è stato Verstorung dei We Will Fail, scegliere una traccia significativa è vergognosamente difficile, ma qualcuno doveva pur farlo.

In realtà mi sono ascoltata un botto di altre cose che non ho voglia di catalogare quindi spiattellerò qui di fila senza spiegazione alcuna: Ancient Methods—che sabato prossimo suona a Venezia, grazie soldi per non esistere mai—Coil, Mobb Deep, e canti folklorici peruviani.

Sì canti folklorici peruviani. Se sapete lo spagnolo, piangete con me.

VIRGINIA W. RICCI

Stamattina mi sono svegliata in vena di romanticherie e, dopo tanto che non lo facevo ho riascoltato Investigate Witch Cults of the Radio Age di Broadcast And The Focus Group (tra l’altro sono passati quattro anni e due giorni esatti dalla morte di Trish Keenan, ma di questa coincidenza temporale mi sono resa conto solo dopo). Di solito la mattina sono più positiva e mi ascolto il reggae perché sì, fanculo amo il reggae. Questa settimana mentre salutavo il sole e aprivo i chakra ho ascoltato i Congos parecchio, ma anche un po’ dei miei sempre preferiti Toots And The Maytals.
Su consiglio del mio amico Federico ho ripescato Brown Rice di Don Cherry, più o meno lo stesso giorno, siccome ero vestita come la cugina stronza degli Inti Illimani, ho trovato molto appropriato l’ascolto di Amansara, meraviglioso album di Chancha via Circuito.
Per quanto riguarda la musica un po’ più attuale e giovane, ho molto apprezzato il nuovo del mio amico Von Tesla. Ho visto il video di un altro mio amico, Anthony, che fa parte del duo Anthony Laszlo e ho ascoltato questo singolo che mi è piaciuto. Poi. Mi sono anche riascoltata Byetone, questo EP dei First Hate, poi quest’altro EP che mi piace moltissimo e ovviamente ho fatto un pieno della discografia dei Sottotono perché ci dovevo scrivere un articolo.
Una sera ero autolesionista e ho ascoltato gli outtakes dei Beatles perché dopo aver visto il film sulla loro segretaria ci sono un po’ tornata in fissa.
Ho riascoltato questo pezzo dei Broken Social Scene che pure non sentivo da ANNI.
Ho sentito un paio di mix simpatici dal canale di Rob Booth, quello di Powell e uno vecchio di di Rudi Zygadlo, che tanto mi piace. Ah, ho ascoltato un po’ di volte “Gennaio” dei Diaframma perché la mia dolce metà ci sta in fissa, tantissime volte “No Type” di Rae Sremmurd e ho COMPRATO il singolo dei Verdena che definisco “ballabile”.