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Musica

Il disco di The Internet in cui non c'entra niente Bill Gates

Ho ascoltato Feel Good mentre facevo lo slalom tra le zanzare, ma non è servito da insettorepellente.

Quando sono nati, a fine 2011, da una costola R'n'B apparentemente gay-friendly di OFWGKTA, mi sono interessato da subito a The Internet, ma solo perché mi piaceva il nome. Poi è successo che ho comprato il loro primo LP e scavallato il secondo, e credo che questo faccia di me il loro fan n°1 in Italia. Però se qualche altro fan vuole reclamare il primato glielo cedo volentieri, non mi offendo.

Di fatto da quando Hodgy Beats ha provato a picchiarmi e a non farmi entrare al concerto degli Odd Future ho smesso di avere un buon rapporto con le produzioni di suddetta crew, ma il mio cuore vuole credere che Syd The Kyd non avrebbe mai provato a picchiarmi, in più al concerto sono entrato e sono uscito dopo 20 minuti quindi suca Hodgy e benvenuti The Internet.

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Anche se dopo il trattamento di Hodgy e sapendo che gli amici si giudicano dagli amici che hanno, mi chiedo se questi due siano davvero il lato più friendly e dolce di OFWGKTA o siano come quelle ragazzine apparentemente catechiste che ti portano a fare un picnic sui monti sudtirolesi e poi ti infilano un dildo godzilla nel culo a tradimento.

Grazie al mio approccio dubbioso ma fiducioso a questo LP ho capito 2 cose importanti: la prima è che a Milano, ad ottobre, ci sono ancora le zanzare. L'ho capito bene perché per entrare davvero nell'atmosfera di Feel Good sono andato al parco Solari in bicicletta con le cuffie ed ho pedalato per tutti i 63 minuti e 57 secondi della durata del disco e adesso mentre scrivo mi gratto dappertutto, non perché il disco mi abbia mandato in robba ma perchè sono pieno di bubboni.

La seconda è che Sade è la mia cantante preferita e me la sono immaginata nel pieno degli anni mentre canta le canzoni di The Internet sotto la doccia e le gocce d'acqua scivolano lungo tutto il suo corpo, dalle labbra fino al collo, sfiorando i capezzoli leggermente turgidi, poi verso la pancia e dolcemente in discesa lungo le cosce… Alla fine però nel mio sogno ad occhi aperti è arrivato Prince e ha rovinato tutto.

Questo per dire che il sound di The Internet non è arrivato al suo climax, anzi non si è evoluto quasi per niente rispetto al lavoro precedente, il che potrebbe anche essere un buon segno, nel senso che potrebbe significare che il duo ha trovato una propria dimensione fin da subito e che la stia percorrendo senza badare troppo a quello che succede al di là dell'Internet, tipo pareri tutti barzotti sulla loro produzione, ma potrebbe anche voler dire, invece, che hanno fatto uscire questo disco senza sbattersi troppo e senza cercare di offrire all'ascoltatore qualcosa in più rispetto alla prima uscita. Fai anche che quello prima era in free download, il che poteva giustificare questo mood menefreghista, quando le cose sono gratis uno abbassa la testa e non fa troppo il pulcioso. Oppure potrebbe voler dire che io non l'ho ascoltato bene perché magari invece loro hanno pubblicato un disco “molto più maturo” rispetto al primo, ma ero troppo occupato a schivare stormi di zanzare assassine per rendermene conto.

Io propendo più per la prima ipotesi, non perché sia convinto che siano dei geni, ma più per il fatto che alla fine, al di là dei fuochi artificiali intorno a questa produzione per vari motivi (perché è una produzione OFWGKTA, perché Syd è una donna, è una lesbica, è una che non gliene frega un cazzo di niente e bla bla bla) quando il fuoco si spegne rimanga una linearità che è quasi un piattume. Solo che quando si fa un'eccezione alla regola bisognerebbe farla bene, in grande stile, non sedersi sul fatto che di per sé è un'eccezione e quindi solo per questo dovrebbe essere specialissima. Mi aspettavo di più, ma non voglio dirlo troppo forte perché ho paura che Hodgy Beats mi riacchiappi.

In ogni caso, di buono c'è che questa è esattamente la musica da ascoltare se si ha una vita sessuale, oppure se si è tristi perchè non la si ha oppure se si vuole provare ad averla seducendo il seducibile inviando a lui/lei/loro un po' di canzoni ammiccanti che traboccano sensualità e lussuria–ma anche un po' di amore, quindi se avete finito tutte le tracce di Barry White avete ancora un po' di carte da giocarvi grazie a questa uscita.

Sono sicurissimo di una cosa però: se vi piace andare a pedalare al parco non fatelo ascoltando questo disco perché l'ultimo pezzo dura 10 minuti che sembrano 1000. Adesso però basta Internet, uscite e moltiplicatevi. Tu no Hodgy.