Lo aspettavamo al varco più o meno dall'uscita di Cactus / Porcupine, cioé da quando Tj Herz AKA Objekt ha iniziato a dimostrare il potenziale per essere considerato il più brillante in mezzo a una cricca (Hessle Audio) che già di suo lo era parecchio. Era già u piccolo passo oltre la future garage e tutti bombardamenti di basse post-dubstep in cui era cresciuto. Le uscite seguenti hanno decisamente acuito la cosa, fino allo split con Dopplereffekt di qualche mese fa, mostrando sempre più efferatezza nello spezzare i beat e una fissa per i pad siderali. Nel frattempo i suoi DJ set, quasi per contrasto, diventavano sempre più scuri e sbilanciati verso la techno.Poi è uscita pure la notizia che avrebbe finalmente fatto un album—a quanto pare ci stava lavorando da due anni—e che sarebbe uscito su PAN. Né TJ né il capoccia dell'etichetta Bill Kouligas sono noti per fare le cose a caso, per cui non c'è mai stato motivo di pensare che, per quanto inaspettata, questa scelta non avesse un suo senso. Del resto, l'obiettivo dichiarato di Bill è quello di tenere la label sempre a capo delle evoluzioni musicali più intelligenti e rappresentare quante più facce possibile del linguaggio elettronico sperimentale corrente. Ecco allora che sta per arrivare (20 ottobre) Flatland, costruito su elementi apparentemente contraddittori, con quelli più familiarmente bass che finiscono triturati da una decostruzione totalmente nevrotica ma sempre emotivamente intuitiva. Se cercavate da qualche parte una sintesi tra l'hardcore continuum e il riflusso IDM, sta tutto qua, con qualche rimando electro piovuto direttamente dal passato e reso irriconoscibile dal viaggio. Per ora potete ascoltare solo "Second Witness", uno dei pezzi più ambient del mucchio, in cui i suoni percussivi non si muovono nel tampo ma rimbalzano da un angolo all'altro dello spazio. Se siete già convinti, comunque, potete sempre preordinare l'album.
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