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È proprio vero che Ibiza è diventata una merda, o ha solo qualche problema di immagine?

Ibiza Shore non fa nulla di nuovo, sono anni che la TV rovina l'immagine di Ibiza nel mondo.

Questa settimana MTV ha annunciato l'imminente commissione di Ibiza Shore, l'ultima di una lunga serie di amenità tipo Jersey Shore, Gandia Shore, Acapulco Shore nonché l'intramontabile Geordie Shore. Lo show vedrà la partecipazione di un gruppo di vecchi partecipanti di diverse versioni internazionali della serie, le cui avventure sessuali a Ibiza verranno documentate per intero, condilomi genitali compresi. È roba pesa amici, anche con il mio battutone sui condilomi, sto un po' rispondendo e un po' perpetuando il gioco di Ibiza Shore: mantenere più salda che mai l'immagine da bordello di alcol, promiscuità, pizza maleodorante e collassi sui marciapiedi, storicamente associata a Ibiza.

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Il gioco in cui si dicono le prime parole che vengono in mente quando si pronuncia "Ibiza", in questi casi, può rivelarsi interessante, specie per i risultati. Sicuramente, una minoranza di persone gli associano "Balearic", "Amnesia", "Alfredo", o "Carl Cox"; la maggiorparte però, sempre che il gioco venga svolto con gran parte della popolazione di questo mondo, sceglierà "addio al celibato", "vomito", "gonorrea", "coma etilico".

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Nessuno ha torto, sia chiaro, ma questo scenario insegna molto della percezione che si ha da fuori dell'Isola Bianca, ora ben più vicina all'immagine di uomini o donne con tatuaggi inguardabili che alle sue terrazze baciate dal sole. Parte di tutto ciò è indubbiamente dovuto agli stravolgimenti culturali che sono avvenuti nell'isola negli ultimi due decenni, ma non solo. È anche il risultato di una dura lotta che ha combattuto contro se stessa e l'immagine di sé che viene diffusa. Fin dagli anni Novanta sono circolate svariate rappresentazioni filmate dell'isola che hanno spinto parte di essa a degenerare verso ciò che è diventata adesso. Non che quanto diffuso non rispecchi la reale condizione dell'isola, ma, a causa di queste pressioni, l'immagine di cui sopra è subito saltata in prima pagina.

Con l'annuncio di MTV, i politici di Ibiza hanno reagito pressando telefonicamente la produzione della serie per bloccarla. La sezione ibicenca del partito spagnolo di sinistra Podemos si è dichiarata pubblicamente contraria alla realizzazione dello spettacolo, sostenendo di non volere ulteriori programmi televisivi che promulghino gli stereotipi degradanti associati all'isola. Non è la prima volta che il franchise di Shore si trova davanti a questo tipo di ostacoli. Già la sua prima incarnazione, Jersey Shore, ha riscontrato obiezioni da parte dell'allora governatore del New Jersey, Chris Christie, che aveva definito lo show "negativo per l'immagine del New Jersey", e considerando che nessuno del cast proveniva effettivamente dallo stato, l'impressione era quella del programma che "prende un mucchio di gente di New York, li molla a Jersey Shore e cerca di convincere gli Stati Uniti che si tratta del vero New Jersey. L'esatto analogo di quanto sta succedendo in Spagna con Ibiza Shore.

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Ma i problemi di Ibiza hanno radici ancora più profonde. Fin dalla messa in onda di Ibiza Uncovered nel 1997, le rappresentazioni televisive dell'Isola Bianca sono sempre state limitate alle sue caratteristiche più deviate. Questo si può circoscrivere geograficamente alla parte Ovest dell'isola – l'infame striscia di San Antonio, epicentro delle happy hour e delle magliette umoristiche. Circondata da una massa di hotel che ospitano principalmente comitive con pacchetti tutto compreso, è la parte dell'isola che è divenuta simbolo della "bella vita", arrivando ad assomigliare molto a destinazioni meno blasonate come Zante o Magaluf.

Non c'è dubbio che Ibiza Uncovered fosse un programma divertente e non si può mettere in discussione la veridicità delle storie narrate, essendo un documentario in senso molto più puro. Il mondo delle agenzie di viaggi, degli addii al celibato e al nubilato rappresenta una fetta considerevole della cultura dell'isola. Questo è un aspetto di cui i puristi delle Baleari si lamentano da anni, osservando le radici hippy della cultura di Ibiza che vengono lentamente corrotte da, senza giri di parole, gli inglesi. Eppure il risultato di Uncovered fu di impacchettare questa parte di visitatori e imprimerla nella coscienza collettiva mainstream, deviando in maniera significativa la percezione di Ibiza delle persone che non la conoscevano bene.

Ibiza Uncovered non fu sola. Kevin and Perry Go Large è un altro esempio, pur trattandosi di fiction, di una Ibiza ridotta allo stereotipo di eccessi e edonismo idiota. Sì, è una commedia, per cui va per forza in direzione della caricatura, eppure alla base della satira di questo film c'è il culto caotico del consumismo. Il piano di Kevin e Perry di andare a Ibiza e diventare DJ per fare finalmente sesso è una bella allegoria di come gli ideali dell'isola si siano modificati nella cultura odierna.

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I problemi che Ibiza Shore sembra destinata ad affrontare sono attuali. ITV2 ha trasmesso Ibiza Weekender, un programma praticamente uguale a quello nuovo di MTV, per non parlare della saga ancora in corso di Sun, Sex, and Suspicious Parents. Forse il problema più grosso sono i personaggi stessi. Perché queste serie abbiano successo servono sesso, eccessi e drammoni. Di conseguenza le persone che vi partecipano sono a Ibiza apposta per distruggersi. Mentre Ibiza Undercover dava spazio sia ai cretini ubriachi che ai proprietari di locali, nessuna di queste nuove variazioni sul tema sembra interessata a legittimare la club culture. Questa tendenza è controproducente per tutti, perché non solo le qualità positive dell'isola rimangono nell'ombra, ma gli aspetti più stronzi e stupidi della moderna cultura giovanile inglese vengono esaltati dal programma.

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Il problema è che, alla fine, questi racconti diventano profezie che si avverano da sole. Se la TV trasmette solo immagini di Ibiza come di un posto dove far cagare e comportarsi da deficienti, la gente che non vuole altro dalla vita la identificherà come casa sua. Nel tempo, la fama da terra del party estremo di Ibiza l'ha trasformata esattamente in questo.

Naturalmente, si può sostenere che il problema risalga a molto prima, ai pionieri delle Baleari, e che loro stessi siano stati responsabili della messa in moto del meccanismo che ha rovinato la reputazione di questo posto originariamente idilliaco. Eppure se consideriamo solo la scena dei club a Ibiza, non c'è dubbio che dall'opinione pubblica manchi completamente il riconoscimento dell'isola come patria di alcuni dei migliori club del mondo, e della continua presenza di alcuni dei migliori DJ del mondo. Ovviamente, se prendi sul serio il clubbing, o perlomeno sai come muoverti in questo campo, saprai che Ibiza non è una merda, ma nella percezione di gente come i tuoi genitori, i giornalisti del Daily Mail, gente che pensa che il clubbing equivalga a vomitare nei vicoli, gente che si riferisce alle paste dicendo "pillole di ecstasy", la distorsione dell'immagine di Ibiza ha fatto grandi danni.

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Ibiza non è un paradiso, e la si deve criticare, documentare, discutere e analizzare senza ipocrisie. Ma il racconto si è spinto troppo in là nella direzione sbagliata. La sfida di oggi è ricordare alla gente che Ibiza offre ancora un'esperienza di clubbing fuori dal comune, dove la musica dance può ancora portarti più lontano che in qualunque altro posto. Se storie come questa potessero penetrare nel mainstream più spesso, allora forse l'Isola Bianca assomiglierebbe un po' di più a Padilla e un po' meno a Pauly D.

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