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Musica

Blue Daisy - Psychotic Love EP

Un disco che riscatta i disadattati, gli eremiti e i folli innamorati.

Certa musica è fatta per essere ascoltata in solitudine, sgravata da cornici sfarzose e superflue, dalle atmosfere caotiche dei club. Un tu per tu col suono, cuffie in testa, qualsiasi pensiero ti stia vorticando nella mente improvvisamente scompare e tutto ciò che ti resta è assaporarti il suono, in ogni sua sfaccettatura, il dispiegarsi delle melodie, le curvature sinuose delle voci.

Torni a casa dopo il lavoro, sei troppo stanco per pensare, metti l’ultimo EP di Blue Daisy, Psychotic Love, e zittisci tutte le paranoie che ancora si azzardano a balenarti in testa. Niente ansie, niente menate, chiudi gli occhi ascolta quei bassi indugianti, le morbide melodie, i sussurri distorti di Kwesi Darko (il nome dietro al progetto) che accarezzano i recessi più dimenticati del tuo inconscio.

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Blue Daisy è una realtà che ha già qualche anno, a dire il vero. Nel 2009 Darko fa uscire per la Black Acre la sua prima traccia “Space Ex”, che finisce dritta dritta tra le Best New Tracks di Pitchfork. Il suo album di debutto, The Sunday Gift, esce nel settembre del 2011, confermando con grande facilità quello che si era già palesato come talento naturale. Il nuovo EP arriva a ribadire forse con più audacia, con più definizione uno stile di elettronica che abbraccia elementi di grime, di hip hop e di quel soul rivisitato che sta impazzando tra i producer britannici, un ricco tessuto che veste le sembianze della nativa Camden.

Darko presenta i suoi lavori come musica per disadattati, per gente che non si vuole amalgamare, che vive pacificamente la propria solitudine, che anzi ne assapora ogni minuto. Sostiene che la musica debba essere influenzata dall’ambiente in cui è stata partorita, dunque non sorprenderà scoprire che il ragazzo è, per sua definizione, un eremita. Non si ritiene un artista dubstep se non in riferimento alla conformazione originale del genere, prima che cadesse vittima di un'aggressiva mercificazione.

È stato paragonato parecchie volte a Flyling Lotus, somiglianza che lui accetta onorato, dato che riconosce la matrice comune in J Dilla, sebbene preferisca non essere necessariamente ingabbiato in definizioni innaturali e similitudini artificiose. La sua idea di arte è libera, senza etichette e senza forzature. E forse è proprio questo che permette all’EP Psychotic Love di articolarsi con una simile scioltezza, dall’apparato sonoro riccamente strutturato di “Cries of The Beast”, alla visceralità e al lirismo delle voci in “Devil’s Pie”, passando per la dubstep genuina di "Fallin Circles", tra riverberi, echi e rullanti. Approdando infine nel racconto grottesco che è “Psychotic Love”, in cui ogni elemento, che si tratti di testo, di melodia, di effetti o di ritmo, contribuisce a raccontare, a creare l’immagine di un amore disturbato ma stranamente ammaliante, la voce mormorante di Darko che culmina gradualmente in accessi affannosi, i farneticamenti di un folle innamorato. La perfetta serenata dark per il prossimo San Valentino, se è questo il vostro genere di cose e se vi attira l’idea di essere portati via dai carabinieri subito dopo averla cantata sotto il balcone della vostra amata (che probabilmente non era nemmeno a conoscenza della vostra esistenza).

Un disco potente, che ha sostanza, a livello di mente e di pancia, e che nella sua libertà strutturale porta avanti un dialogo diretto e senza mezzi termini con l’ascoltatore. Musica nera come la notte, atavica, un flusso di coscienza da ascoltare senza preconcetti.

Un ultimo consiglio: se avete ancora dieci minuti a disposizione date un'occhiata all'EP collaborativo con Tokimonsta, USD.