Lunedì. Giorno di capocciate contro il muro, di risvegli svogliati, di sofferenze tipo "guarda che sole che c'è fuori, cazzo ci faccio al lavoro/in aula/ancora sepolto dai postumi". Vabé, noi speriamo almeno che abbiate passato il weekend ad ascoltare i bei dischi usciti alla fine della settimana scorsa, ma se non lo avete fatto sapete già che questa rubrica giunge in vostro soccorso per farveli almeno godere durante quella corrente. Se volete evitare le schifezze, quindi, buttate un ascolto alle bellezze contenute qui di seguito:
Ital Tek - Hollowed
Onestamente, qua non se lo aspettava nessuno che avrebbe fatto un album così figo. La prima volta che lo abbiamo messo su ci aspettavamo una serie di pseudo-bangeroni ancora incapaci di liberarsi dallo spettro della dubstep che fu, una serie di ritmi ciccioni a caso tutti uguali nel loro cercare di essere tutti diversi. E invece, niente di tutto ciò Alan Myson ha fatto un album come si deve: completo, vario, profondo. I ritmi ciccioni ci sono ma non sono a caso, c'è un uso dello spazio e dei droni di sottofondo bello suadente, e parti ambientali davvero gustose. Certi beat vanno un po' più dritti del solito ma in generale i groove sono sempre interessanti. Bella prova!
Baauer - Aa
Ecco, l'altra sorpresona arriva praticamente dagli antipodi esatti della sfera "conseguenze globali della dubstep" rispetto a Ital Tek. A noi Baauer sta pure un po' sul cazzo, ma ci sarebbe stato ancora più odioso se avesse passato il resto dei suoi giorni a fare il DJ Bobo e scialaquare i milioni dell' "Harlem Shake". Ecco, a sua volta, pur restando coatto dentro (e se avesse provato a non esserlo sarebbe stato ben ridicolo), lo zio è riuscito a fare un disco che spacca più o meno dall'inizio alla fine. Del resto ci sono dentro tre pezzoni con dei featuring talmente lussuosi—Pusha e Future, Novelist e Leikeli47 e, soprattutto, M.I.A. e G-Dragon— che per sbagliare qualcosa ti ci dovevi proprio mettere d'impegno.
L/F/D/M - Crocodiles in the Ceiling
Questo EP è uscito per la Ecstatic di Not Waving, che ultimamente sembra parecchio lanciato a fare quante più uscite da paura possibili. L/F/D/M—chissà che vorrà dire e in quale bizzarro modo dovremmo pronunciarlo—alias Richard Smith, ha qualcosa in comune col suo padrone di casa, ma più influenzato dalla techno di Den Haag degli anni Novanta, dagli Unit Moebius e da tutto quell'ambiente di mangiapasticche electro con la fissa per la distorsione, ma anche del miglior Richard D. James, quello acido e incazzato di Caustic Window.
AA.VV. - Wayfaring Strangers: Cosmic American Music
Questa stranezza qua ci ha fatto davvero sognare. Praticamente chi ha curato questa compilation si è messo in testa di andare a pescare un po' di classica musica country e folk americana degli anni sessanta e settanta, per ripotare a galla una scena di musicisti dallo spirito fricchettone e psiconauta ma con un sound più ancorato alle tradizioni che alla droga. Tutti figli "di provincia" di Dylan, di Townes Van Zant e di Gram Parsons, un po' per dimostrare che il mito del vagabondaggio romantico c'era già prima e ci sarebbe stato ancora poi.