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Musica

Da Ibiza ai festival: sulle tracce dei techno-turisti

Il Time Warp di Mannheim è il posto migliore in cui scoprire qualcosa in più su chi viaggia in cerca della festa perfetta.

La pallida luce delle nove di mattina filtra dalle finestre di plastica che danno sul palco più piccolo del Time Warp a Mannheim, Germania. Performer di casa come Sasch BBC, Alle Farben e Kölsch stanno buttando su techno da undici ore, e la star croata Petar Dundov sta per chiudere l'ultima mezz'ora del suo live, lanciando segnali di synth dalla sua console MIDI Drehbank alle poche decine di festivalari ancora in piedi nella tenda mezza vuota.

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Una ragazza mora di circa 25 anni cattura la mia attenzione grazie a una canottiera con scritto sopra "Einstein Was a Refugee". Quando le faccio i complimenti, mi dice di aver stampato la canottiera quel giorno stesso apposta per indossarla al festival. Avendo notato il suo accento australiano, le chiedo da dove viene. "Siamo di Sydney", dice, indicando il suo ragazzo che ondeggia pericolosamente dietro di lei con gli occhi chiusi e un braccio attorno alla sua vita. "Ma viviamo a Dubai, e siamo stati a Berlino per un weekend alcolico. Quindi era obbligatorio venire anche al Time Warp". Si gira e guarda il suo ragazzo, ridendo. "Ok, ha la faccia di uno che sta per morire", dice. "Lo porto a fare una passeggiata". E scompaiono nel sole del giorno.

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Anna, Australiana arrivata al Time Warp dopo giorni di devastazione a Berlino. (Foto dell'autrice)

Gli australiani—che non mi hanno detto i loro nomi e quindi chiamerò Anna e Tom—sono esempi perfetti del moderno techno-turista. A differenza dei viaggiatori più convenzionali, i techno-turisti non vanno in città straniere per vedere musei polverosi e mausolei, ma per fare festa, puntando direttamente a discoteche, festival e altri eventi di musica elettronica.

In quanto uno dei più grandi e più longevi festivaloni techno del mondo, il Time Warp di Mannheim è un posto perfetto per incontrare questo tipo particolare di turisti del rave, che ogni anno si recano in pellegrinaggio nella cittadina nel Sud-Ovest della Germania da quando il festival si è trasferito lì per la sua seconda edizione, nel 1995 (fu fondato nel 1994 a Ludwigshafen, sulla sponda opposta del Reno).

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Dato che di solito si tiene tra fine marzo e inizio aprile (questa edizione è caduta sabato 2 aprile), Time Warp è uno degli eventi più grossi che danno inizio alla stagione dei festival estivi. La lineup del 2016 è praticamente un elenco di tutti i big del giro, con pesi massimi come Nicole Moudaber, Nina Kraviz, Adam Beyer, Pan-Pot, Apollonia, Ricardo Villalobos, Carl Cox b2b Joseph Capriati, e molti altri, distribuiti su sei palchi dalle 19.30 alle 14 del giorno dopo—con un after party privato pieno di celebrità che prosegue dalle 14 fino a tarda serata in una discoteca poco lontano.

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Richie Hawtin al Time Warp 2016 (Foto Carsten Ka/Time Warp)

L'espressione "techno-turista" ha preso piede tra accademici e giornalisti nei tardi anni Duemila, particolarmente grazie al libro pubblicato nel 2009 dal giornalista tedesco Tobias Rapp intitolato Lost and Sound: Berlin, Techno and the Easyjetset. Rapp ha coniato l'espressione "turismo EasyJet" per indicare come la crescente popolarità delle compagnie aeree low cost nei tardi anni Novanta e primi Duemila abbia favorito la nascita di una nuova specie di guerriero da weekend, attratta dalla scena techno anarchica della Berlino post-muro.

In un'intervista con Resident Advisor, Rapp individua il momento esatto, nel 2004, in cui si è reso conto che la categoria demografica della nightlife berlinese era cambiata irrevocabilmente: "Ero in fila per entrare in un locale, e mi sono reso conto che attorno a me tutti parlavano lingue diverse. Nessuno parlava tedesco. In questa fila c'è gente da tutto il mondo, e io sono l'unico tedesco."

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(Foto Chris Flako/Time Warp)

Ovviamente il fenomeno delle persone che attraversano confini per andare a un rave non è nulla di nuovo. Come ha spiegato il giornalista di musica elettronica e professore universitario Luis-Manuel Garcia ha spiegato a THUMP via email, "il turismo techno può essere visto come una branca di turismo focalizzato sulla nightlife che ha una lunga storia". Secondo Garcia, che ha scritto più volte riguardo a questo argomento, ragazzi come Anna e Tom sono la versione contemporanea dei raver che andavano a Ibiza o a Goa negli anni Settanta e Ottanta per prendere parte alle scene dance controculturali. Con una grande differenza: il turismo techno negli anni è diventato un grande giro di affari, crescendo da movimento radicale a industria globale, ripulita e aziendalizzata.

"Queste erano mete turistiche relativamente di nicchia e informali, che inizialmente non avevano un'infrastruttura turistica professionale", dice Garcia, riferendosi all'abitudine dei raver negli anni Novanta di buttarsi in macchina, in autobus o in treno e andare a feste underground nelle città vicine. "Pochi di questi eventi si potrebbero definire festival secondo la definizione odierna".

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People from Ibiza, anni Ottanta (Foto Derek Ridgers)

Garcia e Rapp indicano entrambi un fattore determinante per la rivoluzione dell'industria techno tra gli anni Novanta e oggi: l'ascesa delle compagnie aeree low cost come Ryanair e EasyJet, che improvvisamente hanno reso possibile coprire lunghe distanze per andare a una mega festa anche per chi non ha molti soldi ma ha molto tempo libero, come gli studenti universitari e i giovani lavoratori dell'industria creativa. Secondo Garcia, "[il turismo techno] è diventato un segmento riconoscibile (e sfruttabile) dell'industria del turismo nei primi anni Duemila", permettendo a gente come Anna e Tom di partire per i loro weekend di distruzione all'estero.

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Ed è strano constatare come questi turisti raramente si identifichino come tali, perlomeno non in senso convenzionale. Questo è perché, spiega sempre Garcia, questa parola è associata a stereotipi negativi—portando alla mente immagini di consumatori maleducati, culturalmente insensibili, di cattivo gusto, diretti a Cancún o Mallorca. Di conseguenza, "la gente continua a utilizzare schemi di viaggio identificabili come forma di turismo, ma descrive se stessa con termini che abbiano connotazione meno negativa", come "viaggiatore" o "visitatore", dice Garcia.

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Tedeschi in tutine emoji. (Foto dell'autrice)

Le sue osservazioni concordavano con la mia esperienza nel dialogare con il pubblico del Time Warp. Dai raver in tutine con le emoji alle coppie hippie cinquantenni, i frequentatori del festival erano entusiasti di dirmi da quale città erano partiti—ma mi lanciavano regolarmente occhiate stupite quando chiedevo se fossero turisti.

A prescindere da come si etichettino, questa nuova specie di turisti techno ha avuto un impatto significativo sul tessuto economico e culturale di Mannheim. Quando il Time Warp è arrivato in città nel 1995, Mannheim aveva già una piccola ma vitale scena elettronica, grazie in parte alla leggendaria discoteca Milk!, aperta nel 1990. Secondo Robin Ebinger—co-fondatore di Cosmopop, la compagnia di promozione e produzione che sta dietro al Time Warp—il Milk! è stato uno degli incubatori più importanti per la breakbeat e la jungle, contribuendo a elevare la città al livello di "porta d'ingresso della Germania per questo tipo di suoni". A parte il Milk!, la città era anche piena di feste più piccole, ma Ebinger dice che molte di queste hanno visto soltanto un'edizione "a causa della mancanza di strutture e professionalità dei tempi".

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Quando il boom della techno conquistò la Germania nei primi anni Novanta—specialmente a Berlino, grazie alle feste di strada come la Love Parade e locali come l'UFO e il Tresor—"un sacco di gente ha cercato di salire sul carrozzone techno", prosegue Ebinger. "Il Time Warp era uno degli unici due eventi nella regione che riusciva a unire le diverse scene e stili musicali di allora, e creare un punto d'incontro".

Ebinger dice che il festival ha sempre attirato molti visitatori dall'estero e, di questi tempi, il pubblico è composto al 45 percento da tedeschi e al 55 percento da stranieri, principalmente da Regno Unito, Francia, Italia, Svizzera e Olanda. Nel corso degli ultimi due decenni, il Time Warp è cresciuto da evento locale a gigante internazionale, con varie edizioni in città come Praga, Vienna, Milano e Berlino. Nel 2014, il festival ha festeggiato il suo ventesimo anniversario con un tour di diverse città, in partnership con la compagnia di produzione di New York TCE e con il pezzo grosso sudamericano Martin Gontad per debuttare in Nord America e in Argentina (nel 2015 il promoter olandese ID&T è diventato partner del Time Warp per il Nord America).

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Mannheim (Foto Pixabay)

Ma Mannheim è la base del Time Warp da molto tempo. Per essere precisi, è un enorme hangar coperto chiamato Maimarkthalle ad aver ospitato ogni edizione del festival in Germania dal 1995. La storia ventennale del festival e la reputazione della città come mecca per i fanatici della dance music sono intimamente legate. Nel 2007, quando Mannheim ha compiuto 400 anni, il festival è stato addirittura inserito ufficialmente nelle celebrazioni, lanciando un nuovo festival di cultura e musica elettronica di una settimana, chiamato Jetztmusik, che comprendeva seminari gratuiti con producer come Martin Buttrich, un raro concerto di Underground Resistance e una festa in ricordo del Milk! con i DJ originali del locale.

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I rapporti del festival con la città non sono sempre così rosei; quest'anno, molti media tedeschi, tra cui i nostri colleghi di THUMP a Berlino, hanno riportato che le autorità locali avrebbero perquisito un numero senza precedenti di raver mentre lasciavano il festival, risultando in un numero da record di sequestri di droga. Ma Ebinger insiste che "siamo in ottimi rapporti con le autorità di Mannheim. Apprezzano il nostro lavoro e la nostra professionalità".

Il sindaco della città, Dr. Peter Kurz, fa eco a questi sentimenti calorosi, avendo dichiarato al blog musicale tedesco The Underground nel 2014 che il Time Warp "ha fatto un'ottima pubblicità a… Mannheim", che in effetti era stata ufficialmente insignita del titolo di "Città della Musica" dall'UNESCO l'anno precedente (al contrario, l'edizione newyorkese del Time Warp è incorsa in molti problemi con la polizia locale; il festival è stato anche cacciato dalla sua location originale a Brooklyn in seguito alle proteste dei residenti).

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La techno sembra ormai intessuta nella vita quotidiana di Mannheim, esce dai finestrini di ogni macchina che passi per strada; durante il mio viaggio in taxi di prima mattina verso il festival, "Energy Flash" di Joey Beltram è passata alla radio, con i suoi inconfondibili sussurri "ecstasy, ecstasy…" che uscivano dalle casse. L'autista mi ha detto, nel suo inglese stentato, che a tutti gli abitanti piace andare al festival: lui ci è stato due volte, nel 2013 e nel 2014, e ci tornerebbe anche quest'anno se non dovesse lavorare.

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I tassisti sono soltanto una delle categorie lavorative della città che trae beneficio dall'arrivo del Time Warp. Oltre a portare un certo vento di novità culturale, il festival è anche una manna per l'economia cittadina, che fa guadagnare considerevolmente alloggi, locali notturni e ristoranti, e sempre di più, visto che il numero di visitatori è cresciuto dai duemila del primo anno ai diciottomila del 2016, secondo un portavoce del Time Warp.

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Techno-turisti che se la sciallano (Foto dell'autrice)

Il successo del festival è il risultato della sua abilità nel rimanere al passo con la crescente professionalizzazione dell'industria della musica dance. Garcia ipotizza che il "lungo percorso storico dei festival di larga scala e professionalizzati si sia intersecato con la cultura musicale elettronica underground" non prima della fine degli anni Duemila. Il risultato, dice, è che nel corso degli ultimi cinque o sei anni, l'industria esistente del techno-turismo si è orientata verso i festival musicali di grandi proporzioni. "I recenti problemi finanziari di SFX"—che ha acquistato il partner nordamericano di Time Warp ID&T nel 2013—"pongono alcune domande riguardo a quanto durerà tutto questo", aggiunge.

Oltre a infondere nuova linfa vitale (finanziaria) nelle attività locali, festival come Time Warp hanno creato un mercato fertile per imprese completamente nuove. Una di queste imprese è la agenzia di viaggi The Techno Tourist. Questa compagnia, con base a NYC, è stata fondata da Mike LaGrotta e Sarah Belaidi, che costruiscono itinerari su misura, prenotano aerei e organizzano alloggi per la propria clientela di raver (che include anche DJ e membri dell'industria musicale), offrendo addirittura servizi quali chef privati e noleggio di apparecchiature da DJ.

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LaGrotta e Belaidi sono loro stessi techno-turisti, e hanno avuto l'idea di fondare The Techno Tourist nel 2011, dopo essere stati al Festival BPM in Messico. "Abbiamo avuto un'esperienza eccezionale all'after, culminata in una session sul nostro tetto privato", racconta LaGrotta a THUMP. "Mi sono guardato attorno e c'erano tutti i miei amici che si stavano divertendo come pazzi, e mi sono detto: 'è fantastico, tutti dovrebbero provare questa cosa'. Ho immediatamente scritto a mio padre, che è avvocato, fondato la compagnia e iniziato a formulare la nostra strategia". Uno dei loro primi clienti, racconta LaGrotta, è stato un newyorkese di nome David conosciuto sulla message board di una famosa discoteca, che voleva andare al Time Warp di Mannheim.

Rispecchiando la teoria di Garcia che il turismo techno di oggi sia un'industria sempre più professionale, LaGrotta racconta che il tipo di persone che si muovono per eventi di musica dance è significamente cambiato dal 2011, quando hanno iniziato a lavorare nel settore: "La sensazione [allora] era grezza e sincera, a differenza di quello che viene offerto oggi". Mentre Garcia caratterizza il tipico techno-turista dei primi anni Duemila come studente universitario o giovane lavoratore dell'industria creativa, oggi LaGrotta sostiene che i suoi clienti riflettono una popolazione più adulta, tra i 30 e i 55 anni, e sono professionisti in vari ambiti.

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(Foto Carsten Kal/Time Warp)

Ma pur diventando sempre più aziendalista per portata e tipo di pubblico, gli organizzatori del Time Warp insistono che il festival non sarà mai sputtanato, perché il suo successo si basa sul creare un'atmosfera intima e familiare tanto per i DJ quanto per i fan. "Non siamo soltanto un'azienda il cui modello di business è la produzione di rave. Anche se il Time Warp ha grande successo ed è diventato famosissimo, siamo ancora considerati e consideriamo noi stessi un evento dance underground", rimarca Ebinger.

Anche se questo può sembrare il tipico linguaggio-marketing da promoter, ci aiuta anche a gettare un po' di luce sul come il festival sia riuscito ad attirare alcune delle superstar più inafferrabili del panorama elettronico, come Ricardo Villalobos e Laurent Garnier, nei propri spazi. (Villalobos ha interrotto il suo boicottaggio degli USA che durava da tredici anni per suonare al Time Warp New York, come favore personale per il co-fondatore Steffan Charles. "Lui sa da dove provengo—dal dancefloor", ha detto Charles al New York Times.) Vale anche la pena di notare che il Time Warp rimane una compagnia indipendente, mentre molti dei suoi concorrenti sono stati incorporati da SFX. In fondo, la longevità del Time Warp—e di tutta l'industria dei festival, nonostante la sua aziendalizzazione—dipende dalla sua abilità di dare ai techno-turisti quello che cercano quando si sbattono per viaggiare da una parte all'altra del mondo: un senso di appartenenza, di essere arrivati a casa.

Noisey Italia