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Musica

Mogees trasforma ogni oggetto in musica

Abbiamo parlato con Bruno Zamborlin, inventore di Mogees, il sensore che vi permetterà di trasformare tutto ciò che vi circonda in strumenti musicali nuovi e unici.
Mattia Costioli
Milan, IT

Quello che vedete qua sopra è il video di presentazione per la raccolta fondi volta a finanziare Mogees, lo strumento musicale che vi permetterà di suonare di santa ragione anche quel vigile che vi sta facendo la multa, semplicemente applicandogli un sensore sul caschetto. Funziona in maniera piuttosto semplice: si attacca il sensore a un oggetto a proprio piacimento, lo si collega ad uno smartphone con sistema operativo Android o iOS e si inizia a "interagire" con l'oggetto come fosse un vero e proprio strumento, scoprendo quali note corrispondono a determinate vibrazioni.

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Il progetto è stato sviluppato da Bruno Zamborlin, che vive a Londra e ci lavora già da qualche tempo, con la campagna fondi su Kickstarter punta a commercializzare Mogees e permettere a chiunque di ottenere musica dall'ambiente circostante. La produzione comincerà una volta raggiunta la cifra necessaria, potete supportare il progetto (ed essere tra i primi a ricevere un Mogees, ovviamente) a questo indirizzo. Nel frattempo Bruno ha ottenuto la benedizione di Warp Records.

Ho parlato con Bruno per scoprire se potremo davvero trasformare il ferro da stiro in uno Stradivari.

Ciao Bruno, come sta andando la raccolta fondi su Kickstarter?
La raccolta fondi è strana, perché questo supporto piace un sacco, stando a quanto dicono i commenti e i messaggi che ricevo in giro per internet, ma credo che la differenza tra negozio e Kickstarter si senta. Ad esempio i miei amici che vivono al di fuori di Stati Uniti e Inghilterra a volte mi dicono “Bellissimo, ma come faccio per averne uno?” Non c'è familiarità con questa piattaforma.

Forse alcuni, non conoscendo la piattaforma, pensano addirittura sia una cosa che nasce con Mogees, si trovano un po' spiazzati.
Anche quel grosso pulsante verde, forse non si capisce bene a cosa serve e che premendolo si può davvero comprare un Mogees, oltre a supportare il progetto, magari pensano sia un apprezzamento per il video, come quando si mette un like su Facebook. Noto un po’ questa discrepanza, però direi che sta andando bene.

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Tra l'altro arriva in un momento in cui tra suonatori di salsicce e altri dispositivi, come MaKey MaKey, sembra esserci un interesse del pubblico verso questo genere di tecnologie. Tu come sei arrivato a questa idea?
Io ho sempre fatto il ricercatore in ambito di computer music e penso che questo interesse sia reale: ci sono altri progetti, tecnicamente più semplici, che a volte vengono anche confusi con Mogees. Stiamo lavorando a dei video che facciano capire bene qual è la grande differenza tra Mogees e altre periferiche, ad esempio MaKey MaKey, si tratta di un sensore acceso/spento su una singola nota midi. Se suono la prima salsiccia ottengo un do se suono la seconda un re. Con Mogees il concetto è molto diverso, quando attacchi il sensore a un oggetto il software studia le proprietà acustiche e fisiche di quell’oggetto e le trasforma in musica in maniera continua. Tambureggiare quindi non è l’unica opzione disponibile, si può strofinare o scratchare ottenendo diverse note con un solo oggetto. Toccando con le unghie o con i polpastrelli i suoni sono diversi, è molto più complesso di un circuito acceso o spento che restituisce una singola nota già impostata. Mogees ti lascia la libertà di suonare un’intera melodia con un solo oggetto riconoscendo anche il gesto, il sistema è costruito in modo che ci sia un’ampiezza di espressività molto ampia nelle mani dell’utente accanto a un’interfaccia molto semplice.

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All'inizio del progetto avevi in mente il pubblico di fornire un nuovo strumento ai musicisti professionisti o la volontà di creare un device con cui i novellini potessero giocare e imparare le proprietà del suono sperimentando?
Diciamo entrambe le cose, l’interfaccia è molto semplice: si tratta di una periferica plug & play, però può essere apprezzata anche in ambito professionale, come abbiamo visto collaborando con Plaid.

A proposito di Plaid, loro come hanno scoperto il progetto? Ho visto online dei video dello scorso anno in cui suonate insieme.
Ci siamo incontrati la prima volta un anno e mezzo fa al Beam di Londra. Originariamente doveva trattarsi di una collaborazione esclusiva per quella serata, però quando hanno visto il video di presentazione di Mogees sono rimasti molto incuriositi e hanno deciso di integrarlo nei loro live set, rendendo l’interazione tra il gesto del performer e il suono superiore alla vecchia dinamica uomo-macchina. Una sorta di aggiornamento del loro live set; da lì abbiamo iniziato a suonare insieme: siamo stati a Barcellona, a Parigi e poi ci siamo messi a lavorare a un pezzo strutturato e non improvvisato. Il risultato è stato pubblicato su Warp e l’idea attuale è quella di andare in tour insieme, senz’altro le prime date le faremo insieme, tra maggio e giugno indicativamente.

Per cui le possibilità offerte da Mogees sono creativamente valide, anche in ambito professionale.
Questa collaborazione dimostra che è utilizzabile a livello professionale, ma il peso maggiore è lasciato sempre all’utente, alla fine l’interfaccia del device si può considerare secondaria rispetto ai gesti e agli oggetti a cui viene applicato, la vera parte creativa è affidata al performer, non alla macchina.

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Io penso che alle elementari sarebbe stato bello poter utilizzare Mogees per l'approccio alla musica, anziché il solito piffero, e a livello di costi non mi sembrano così lontani.
Durante il mio dottorato ho fatto degli studi in una scuola elementare e ho lavorato con dei bimbi da 7 a 11 anni per ottenere dei dati su come Mogees potesse essere utilizzato nelle scuole per insegnare i fondamenti della musica e più in generale la fisica del suono: come si crea una melodia, eccetera. È stato un successo incredibile, i genitori sono venuti a scuola il giorno dopo per scoprire dove poterne comprare uno. Qui in Inghilterra c’è una cosa che si chiama National Curriculum, ed è una linea guida che spiega come le diverse materie dovrebbero essere insegnate nel successivo anno scolastico. Ho letto quello del prossimo anno e la sezione su musica e nuove tecnologie (la trovate qui, pagina 163, ndr) sembra scritta da me mentre pensavo alle possibilità offerte da Mogees: è tutto incentrato sull’interazione con l'ambiente e le vibrazioni, sul perché alcuni oggetti restituiscono un certo suono e non un altro; ci sono molti riferimenti all’interattività, senza troppi astrattatismi, c'è la volontà di far toccare ai bambini con mano le teorie che gli vengono spiegate, di modo che se ne rendano conto concretamente.

In linea con ciò che succede in Italia. Torniamo a Kickstarter, partendo dalla tua esperienza quali pensi che siano le potenzialità di questa piattaforma?
Io credo che Kickstarter sia potentissimo, ti permette di scavalcare banche e investitori, che fino a poco tempo fa erano le uniche due opzioni disponibili, però bisognava accettare da un lato l'indebitamento (nel migliore dei casi) e dall’altro la cessione di una quota della propria società. Con Kickstarter invece si arriva direttamente alle persone ed è la maniera più economica per avere un capitale iniziale e cominciare un progetto, in maniera totalmente democratica. Sto notando che negli Stati Uniti è una cultura che ha già attecchito, in Inghilterra ci siamo quasi, mentre nel resto del mondo è ancora una novità.

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Forse c'è un salto più lungo da compiere, dopotutto credo che storicamente qui da noi la cultura dell'impresa sia molto inquadrata e schematica, le startup hanno iniziato a diffondersi solo ultimamente.
Vero, ma anche il meccanismo che ti porta a pagare un prodotto oggi per riceverlo solo dopo lo sviluppo è più inserito nella mentalità americana. Infatti, se avrà successo il Kickstart, stiamo già pensando a come creare una rete per venderlo al dettaglio, anche tramite Warp. In quel modo avremo accesso a un tipo di pubblico ugualmente entusiasta del progetto ma non familiare con il mondo del crowfunding.

Quale ti piacerebbe che fosse il pubblico di riferimento di Mogees?
Io spero che ai musicisti, ai dj, ai produttori, ma anche solo agli smanettoni che giocano con Ableton arrivi l’idea che Mogees può essere utilizzato professionalmente per creare suoni e melodie, con un prezzo molto basso e una estrema facilità di utilizzo. Mi piacerebbe che le persone che entrano in contatto con Mogees abbiano chiara questa unicità di Mogees, perché la parte estetica dell’oggetto che stanno usando è completamente una loro scelta, ogni sensore è diverso dall’altro. Mogees offre molte più possibilità di ogni altro device, perché non si tratta soltanto di avere dei circuiti MIDI accesi o spenti, anche nella “Song Mode,” che potrebbe sembrare simile a ciò che offre MaKey MaKey, le vibrazioni vengono convertite in musica, solo che la tonalità è data dal file MIDI preventivamente caricato. Però non si tratta dello stesso ritorno che ti può offrire una tastiera, si possono ottenere suoni continui strisciando le dita o altri oggetti. Noi abbiamo suonato “Per Elisa” con un fornello…

Credo che tu mi abbia convinto, mi toccherà ordinare un Mogees.
Devi premere il pulsante verde, mi raccomando!

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