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Musica

Fabri Fibra non è più quello di Turbe Giovanili

Sono un fan degli artisti che fanno i conti con il passato e si fanno a pezzi da soli, ma 'Squallor' è un disco da cui stare alla larga, e lo ripete per 90 minuti.
Mattia Costioli
Milan, IT

Ci sono alcune cose che non riesco a collocare nella linea temporale, tipo il 2002. Io facevo la quinta elementare e non ho ricordi chiarissimi di quei giorni, se non quei due pomeriggi in cui ho imparato gli affluenti del Po a memoria, ordinati in base alla riva di destra e di sinistra. Visto che è una delle poche che ricordo, immagino sia questa l'attività che occupava il mio tempo nei giorni in cui è uscito Turbe Giovanili. Sono sicuro che Fabri Fibra non sia minimamente riuscito a scalfire il mio immaginario di quel periodo, composto da un misto tra Edoardo Bennato, PFM e Litfiba (grazie padre).

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Eppure, nel corso di un numero di anni che non sono in grado di calcolare, ma comunque molto basso, ero in grado di pronunciare a memoria la maggior parte dei testi di quel disco, il che, insieme agli affluenti del Po, costituisce tuttora il punto forte del mio curriculum. La parte divertente di questa storia è che non mi sentivo una specie di autistico ad aver imparato a memoria un disco composto durante gli anni in cui io scoprivo come ci si fanno le seghe, anzi, sembrava una cosa normale. Tutte le persone che frequentavano erano in grado di fare lo stesso, e vi assicuro che erano quanto di più lontano dall'ambiente hip-hop si potesse immaginare.

Probabilmente era il prezzo di un'adolescenza senza quartiere, nel senso che vivevo in periferia e studiavo in centro a Milano e l'unica cosa in cui mi sia mai identificato è una specie di giardinetto appoggiato al Cavalcavia Bussa, incastrato tra due edifici e rialzato a tre metri da terra, su cui mi arrampicavo con gli amici salendo uno sulle spalle dell'altro. Da là sopra si vedevano i binari della Stazione Garibaldi, ma la verità è che non li ha mai guardati nessuno, ci andavamo per ascoltare la musica e scoprire se il tragitto verso casa era sufficiente per far tornare gli occhi bianchi.

Qui

Penso sia lì che mi sono reso conto per la prima volta di quanto fosse potente il modo in cui venivano comunicate le storie del rap. Devo ammettere che scriverne fa sembrare tutto più figo di quanto non fosse, anche perché ci sparavamo delle dosi di Two Fingerz così letali da farmi pensare che l'unico motivo per cui nessuno di noi è diventato Fedez è che eravamo (e siamo) brutti come il demonio.

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Questo lunghissimo preambolo mi serve a capire chi o cosa sia Fabri Fibra, cosa rappresenti la sua musica e che significato dare a Squallor, che probabilmente è la fine di un percorso in cui il filo rosso è ben più sottile di quanto sia possibile seguire. A essere sincero non è sempre stata una storia d'amore, quella tra me e Fibra, anche se Turbe Giovanili e Mr. Simpatia hanno viaggiato su qualsiasi walkman (di quelli che dovevi tenere dritti o il disco si girava, sono giovane), lettore MP3, iPod e smartphone che ho posseduto.

Ho questo ricordo di me sul tram che ascolto il CD2 di una compilation di XL, uscita in allegato al numero la cui copertina era dedicata a Tradimento. Nel CD1 c'era una selezione insensata di rap americano, che partiva con "Candy Shop" di 50 Cent e finiva con Nas e i De La Soul. Sul CD2 capeggiava un inedito di Fibra, registrato apposta per l'occasione, e circondato da una selezione di hip-hop italiano ancor più scriteriata di quella americana, su cui non mi accanisco perché insomma: era il 2006 e a me quella compilation sembrava la figata del millennio (ciao Othello, tu non lo sai, ma è proprio per quella canzone che andrai all'Inferno).

Quel numero, piazzato in tutte le edicole di tutte le fermate delle metropolitana di Milano era un piccolo riconoscimento: quello che mi stava a cuore era diventato importante, era diventato di tutti. Inutile dire che nel momento stesso in cui ho respirato quella copertina, qualcosa si è irrimediabilmente spezzato.

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Foto via Flickr

Il mio disco preferito di Eminem è globalmente riconosciuto come il più inutile della sua discografia. Sono un grande fan di quel momento in cui l'artista che amo deve fare i conti con il suo passato e farsi a pezzi da solo, accettare di non essere più in grado di segnare una generazione. Non c'è ironia, penso davvero sia l'ultimo tratto umano che ti resta quando raggiungi un certo tipo di successo, quello con cui puoi trovare da scopare su Twitter. Per come la vedo io se riesci a scopare con Twitter è arrivato il momento in cui di te e della tua musica non frega più un cazzo a nessuno, tranne che a te. Magari i tuoi vecchi fan si scanneranno sui forum per difenderti, ma i giudizi verrano espressi in una scala che va da fa schifo a non è Turbe Giovanili. Fibra ha raggiunto quel genere di successo quando Twitter doveva ancora andare online, e il successo legittima tutto, anche una recensione in cui ignorare l'esistenza di Youssoupha e scriverlo su internet, invece di farsi un giro su Wikipedia, diventano cose accettabili. Una volta che hai avuto successo, ti devi sucare tutto il resto, e la musica diventa l'ultima delle tue occupazioni.

Allora perché sbattersi? Per chi organizzare la promozione e mobilitare un ufficio stampa se il livello di discussione medio tra gli appasionati di hip-hop che ti seguono è oh, senti quel beat di Hit-Boy, sembra proprio un beat di Hit Boy, che cosa poco originale. Posto che non è una mossa inventata di sana pianta da Fibra, è davvero questo ciò di cui si dovrebbe parlare? Esiste davvero una controversia da risolvere dietro un disco di Fabri Fibra che esce nel 2015 all'1 di notte?

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Esiste, ed è legata alla sensazione che abbiamo provato tutti (e se state leggendo davvero questa frase, anche voi siete tutti) nel momento in cui la penna che ha scritto l'album più bello di Neffa è diventata di proprietà di uno che vende i dischi e i biglietti dei suoi concerti, oltre ad essere perfettamente consapevole e cosciente di quale successo abbia raggiunto e di ciò che comporta, ovvero la rinuncia a buona parte dei diritti sulla propria musica.

Personalmente il mio primo pensiero davanti al disco è stato cazzo quello è Gel? Seguito da quei 30 secondi in cui devi prendere coscienza della preesenza di Gemitaiz e Madman su un beat che costa come un appartamento in centro a Roma, anche se Google non è stato molto utile nel fornire un prezzario, per cui è una stima approssimativa.

È una moda questa di far uscire i dischi senza dire niente a nessuno? No, è semplicemente il modo più facile di comunicare un disco che sta già raccontando tutto quello che ha bisogno di dire, e questo può essere un pregio o una condanna, non ho alcuna intenzione di provare stabilirlo.

Il successo cos'è? / È quando tutti indicano la stessa cosa [da "Alieno"]. Davvero, è tutto qui, in due barre. Hit Boy è perfetto, la base è esattamente quello che deve essere una base di Fabri Fibra nel 2015, se vi aspettate qualcosa di diverso il problema è vostro, nel senso che siete proprio voi il problema.

Squallor parla del successo, parla dei soldi, parla della gente che parla e in un boomerang di meta-critica parla anche di questo articolo. La title track del disco spiega tutto ciò che ho provato a raccontare, ma con una facilità disarmante, ed è la storia del successo di Fabri Fibra, qualcosa che mi tange fino a un certo punto. Un po' mi spiace per chi ha il coraggio di scandalizzarsi dell'esistenza di Moreno, immagino i loro faccini mentre ascoltano Rapper, non li vedo, non li temo / Cento mila euro con Moreno e pensano ma come, no: così non vale, io dovevo combatterti su questi temi. ¯\_(ツ)_/¯

Ho letto su internet che è uscito un disco di Jovanotti ed è lungo 7000 tracce, se arrivi alla fine puoi passare direttamente allo stato di Bodhisattva. Ecco, io ho la netta sensazione che quel disco non sia fatto per me (in realtà, credo non sia fatto per gli esseri umani, in generale), eppure non ne ho la certezza, perché non ho alcun interesse ad ascoltare più di quanto le radio e la pubblicità non mi infilino a calci nelle orecchie. Al contrario ho scelto di ascoltare Squallor di Fabri Fibra, che ha impiegato 19 tracce per consigliarmi di lasciar perdere, di andare a sentire qualcosa d'altro, che questo disco non faceva per me. Non è una metafora, è il tema del disco.

I colleghi di Rap Burger, che pure si sono beccati una specie di elaborato (e forse immeritato) vaffanculo da Fibra hanno sostenuto che questa uscita a sorpresa non abbia goduto della giusta rilevanza mediatica. In realtà penso che ciò che è mancato sia stata l'hype attorno a questo progetto, smorzata forse proprio da quel successo a cui tutti ci siamo abituati, che nel corso degli anni ha logorato il nostro affetto con quattrocentocinquantamila in store. Tanto per esplicitare: nel bene o nel male quando è uscito ORCHIdee di Ghemon tutti hanno sentito l'esigenza di formarsi un'opinione, da chi aveva effettivamente qualche competenza per farlo a chi ne era totalmente privo, mentre Squallor è passato in sordina, come se fosse una cosa che riguarda gli altri. Ecco, in fin dei conti penso sia proprio così, perché Fibra sta saltando sopra le nostre opinioni, non sopra il potere di una news data o non data; per le news c'è Vevo, Sony e Universal l'hanno ideato apposta. Questa sensazione che alla stampa con le palle stia sfuggendo è assolutamente concreta e reale.

"A Volte" è una delle tracce più belle che Fibra abbia mai messo insieme nella sua carriera e più in generale una delle tracce più belle che l'hip-hop italiano abbia mai prodotto, ma questo è un disco che non ci riguarda in alcun modo e con cui non saremo mai in grado di relazionarci, anche se ne abbiamo intuito l'importanza, perché questa volta la scala di valutazione va da fa schifo a Squallor.

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