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Tecnologia

Arriva la banda ultra larga, ma in Italia non va il telefono

L'idea di estendere la banda larga è una cosa bellissima, ma nel nostro paese ci sono ancora posti in cui persino usare il cellulare è un'impresa impossibile.
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Recentemente lo Stato ha affidato a Enel il compito di rivoluzionare la copertura di rete. Vinto l'appalto, la società energetica porterà—entro il 2020—la fibra ottica fino all'ultimo miglio, ovvero fino ai modem di casa, rottamando i precedenti macchinari in rame degli anni Sessanta.

"Era ora", diranno in molti. Infatti, stando ai dati, l'Italia è ultima nell'UE per accesso della popolazione alla banda ultra larga: appena il 21% degli utenti naviga a più di 30 Mbps. Una chiave di svolta, per dirla con il tweet del premier Matteo Renzi, un "obiettivo strategico", nonchè "il futuro."

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Eppure, prima di investire milioni in un progetto come questo, forse il Presidente del Consiglio dovrebbe sapere che solo il 64% delle famiglie italiane dispone di un 'normale' accesso a internet, a fronte di una media europea che supera l'80 per cento. A Sequals, in Friuli, ci ha pensato Federico Morello, il 17enne prodigio appassionato di computer che qualche anno fa, grazie alle sue idee, è diventato un vero eroe digitale. Lui ha sfondato la barriera del digital divide convincendo—nonostante la giovane età—pubblica amministrazione e aziende TLC a introdurre la banda larga non solo nella città di Primo Carnera, ma anche in sei comuni limitrofi.

"Internet non è una strana dimensione parallela—spiega Federico—ma una realtà presente a tutti i livelli di ogni singolo aspetto economico e sociale: dalla scuola al lavoro, dalla sanità alla crescita." La sua opera però, almeno in teoria, non si è ancora conclusa. Secondo Open Signal infatti, in quella stessa zona ci sarebbero altri paesini 'dimenticati da Dio'… o semplicemente dai trafficanti della rete.

Il telefono fisso funziona quando gli pare, mentre non c'è copertura di rete per i servizi di telefonia mobile

Sparse per l'Italia esistono ancora centinaia di realtà dove anche soltanto telefonare è un'impresa quasi impossibile. A Piandispino, provincia di Forlì-Cesena, il telefono fisso funziona a singhiozzi, mentre la copertura per i cellulari è praticamente inesistente. Un problema con cui gli abitanti della frazione del comune di Meldola sono abituati a convivere, anche se il disagio resta notevole. Tutta colpa della linea Telecom, obsoleta e fatiscente su cui la società che si occupa di telefonia non ha alcuna intenzione di investire. Forse perché il problema riguarda poche decine di utenze: gli abitanti di Piandispino-Valdinoce non arrivano a un centinaio. "Il telefono fisso funziona quando gli pare, o squilla da solo oppure non squilla per niente—dice Johnson Enrico a La Voce di Romagna—mentre non c'è copertura di rete per il servizio di telefonia mobile, se non in alcuni punti ben precisi della strada e secondo i capricci del ripetitore".

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"Anni fa—continua—un abitante del luogo è stato colpito da infarto e per avvisare il 118 ha dovuto raggiungere Meldola in auto. La settimana scorsa invece un signore, dopo un malore e inutili tentativi di chiamare i soccorsi, è rimasto a lungo steso in mezzo alla strada dove il cellulare non 'prendeva' fino al provvidenziale passaggio di una delle rare auto che transitano in zona. Così spostandosi di soli 500 metri ha raggiunto un'area coperta dal segnale ed è riuscito a telefonare allertando il 118. Dopodichè è stato portato con urgenza in ospedale dall'ambulanza. Va sottolineato che a Piandispino non vivono solo persone con patologie gravi, ma anche anziani che, in caso di emergenza, non possono chiamare i soccorsi. Sia per la modesta copertura di rete, sia perchè le case non sono vicine, ma sparse nel territorio della frazione".

Gli abitanti, stanchi di promesse disattese hanno acquistato l'antenna di tasca propria

"Mi faccio portavoce del disagio di tutti—conclude Enrico.Tutti devono sapere cosa succede fuori della piazza principale e farò sentire la mia voce su Facebook". Proprio sul social ha risposto l'assessore Cristina Bacchi, delegata alle politiche per le frazioni e, peraltro, originaria proprio di Valdinoce-Piandispino. "Conosciamo molto bene il problema ma l'amministrazione comunale non non può fare altro che segnalarlo alla Telecom come abbiamo fatto più volte, sollecitando un intervento. Il Comune non può intervenire direttamente sulla linea e sul ripetitore. Sono molto dispiaciuta per tutti gli abitanti di Piandispino che conoscono la situazione e ne soffrono."

Le proteste avanzano, e numerose, un po' da tutta Italia. E se nel bresciano ha fatto scalpore la rimostranza delle monache di clausura del Buon Pastore, stanche dopo due anni di pagare la bolletta senza poter usufruire del web causa disservizio Telecom ("Noi non possiamo uscire e il mondo ci arriva attraverso i giornali, la tv e internet"), assai più clamore ha suscitato la vicenda di Giuseppe Galbiati, alpinista morto in Val di Mella durante un'escursione in una zona priva di rete. "Se tutto avesse funzionato, forse si sarebbe potuto salvare" hanno fatto presente gli amici che erano con lui. La rabbia monta anche in provincia di Sondrio: le piccole valli—Val Masino, Val di Mello, Val Fraele, Val Grosina, Val di Rezzalo—sono insorte contro il silenzio dei telefoni cellulari. Stessa storia anche sui passi Gavia e Stelvio, in Valmalenco e in Valchiavenna. Così come nel Lecchese (alta Valsassina e Valvarrone) e nel Comasco (Val d'Intelvi). Poi c'è il caso accaduto in alta Valtellina, alla diga di Cancano nel comune di Valdidentro, dove gli abitanti stanchi di promesse disattese hanno acquistato l'antenna di tasca propria "così almeno il telefono funziona".

Conclusione. Il digital divide nel 2015 è ancora un voragine, che sembra essere destinata a diventare abisso con l'arrivo della banda ultra larga. E forse è giunto il momento da parte degli imprenditori di andare anche a Canossa, non necessariamente scalzi e vestiti con un saio stile Enrico IV, per fornire al paese dell'Alto Reggiano, tuttora senza copertura di rete, un servizio adeguato ai tempi. Altrimenti non si potrà mai dire che l'era dei secoli bui è davvero terminata.