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Le difficoltà di un San Valentino da single in Corea del Sud

Non me ne è mai fregato niente di San Valentino. Ma da quando vivo in Corea del Sud, essere single nei mesi di festeggiamenti dedicati all'amore è diventato piuttosto deprimente.

Non me ne è mai fregato niente di San Valentino. Da pansessuale con tendenze asessuali quale sono, e senza la minima voglia di essere amato da qualsiasi cosa o persona che non sia un cheeseburger, il 14 febbraio per me è un giorno come un altro. Detto ciò, riconosco che è una ricorrenza che fa felici tutti i miei amici fidanzati, e in occasione della quale mia madre mi manda sempre una scatola di cioccolatini (un velato messaggio del tipo "ti vorrò bene per sempre, anche se morirai solo e single!"), quindi di per sé non ce l'ho con la festività.

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Questo finché non mi sono trasferito in Corea del Sud. Forse in tanti pensano che i coreani non attribuiscano a San Valentino tutta quell'importanza che assume dall'altra parte del mondo. Si sbagliano. Per i coreani la vita di coppia è tutto, e non c'è niente di più spaventoso di una coreana insoddisfatta della propria relazione.

Per quelli di voi che non conoscono la Corea, è importante chiarire che negli scorsi decenni la celebrazione del romanticismo si è espansa fino ad arrivare a occupare svariate settimane: si inizia con San Valentino, il 14 febbraio, quando solo le donne comprano cioccolatini e regali per i fidanzati, per poi passare al Giorno Bianco, il 14 marzo, quando è il turno degli uomini. Se un ragazzo fa un regalo alla stessa ragazza che lo aveva fatto a lui il mese prima, a quel punto praticamente la coppia vivrà per sempre felice e contenta.

E se rimani a secco a febbraio e marzo puoi sempre sperare nel 14 aprile, chiamato anche il Giorno Nero. In quel giorno, i single si commiserano in gruppo mangiando jajangmeyeon, ovvero noodles in salsa di fagioli neri, mentre riflettono sulle loro tristi vite da single.

Segretamente, però, tantissimi single si affidano al Giorno Nero proprio nella speranza di incontrare qualcuno, anch'esso single e anch'esso intento ad affogare i suoi dispiaceri nel cibo. Non so se succeda davvero. L'unica volta che sono riuscito a stabilire una connessione con una persona attraverso il cibo in Corea è stato con un membro della mafia coreana che, da ubriaco, mi ha tirato addosso delle patatine. Ma l'amore ha molte forme.

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Comunque, se sei single il fatto che San Valentino duri essenzialmente un quarto dell'anno è abbastanza terribile. E come qualsiasi espatriato con amici o colleghi coreani vi potrà confermare, non siamo esentati dall'atmosfera che circonda quei giorni.

Il ricordo più sensato che ho del mio primo Giorno Bianco in Corea riguarda una conversazione particolarmente imbarazzante avuta con un coreano di per sé pure simpatico.

"Allora, perché non hai la ragazza?
"Be' sto bene da solo!"
"Ma non ti senti solo?"
"Ho un sacco di amici, mi va bene così."

Era una bugia, ma una bugia molto importante per la credibilità della mia tesi. La conversazione è andata avanti:

"Dai, ti aiuto a trovare una ragazza."
"No, sto bene così. Mi piace stare solo. Senza nessuno. Solo con me stesso. Nessuna compagnia. Nessun essere umano."

Mi fissava perplesso.

"Sì, tutto solo. Niente ragazze!"

Continuava a fissarmi.

"Però mi piace un sacco il Kimchi!"

È stata la fine della nostra potenziale amicizia interculturale.

Non voglio far passare l'idea che tutti i coreani godano a ficcare il naso nella vita sentimentale degli espatriati. Sono sicuro che ai più non frega assolutamente nulla della nostra situazione sentimentale. Piuttosto, si preoccupano di sapere che stiamo facendo un buon lavoro come insegnanti di inglese dei figli. Ma sei sicuramente di fronte a una cultura diversa, e la tua vita sentimentale diventa argomento di conversazioni informali insieme all'ultimo dramma di Kim Jong-un su al Nord.

Il mio secondo Giorno Bianco in Corea è stato decisamente meno imbarazzante, essenzialmente perché avevo sviluppato l'abilità culturale di mandare al diavolo i miei amici e colleghi quando cominciavano a tormentarmi con domande sulla mia vita privata ("Alex, come va? Ti sei trovato una ragazza? Te ne trovo una coreana!")

Ma il Giorno Nero? Il giorno nero è una festa che sostengo al cento percento. Come i miei fratelli single coreani, ho passato gli ultimi due Giorni Neri a mangiare noodles neri e lunghi come le nostre solitarie vite da single. Il jajangmyeon ha un sapore particolare, molto più forte e deciso di quasi tutti gli altri piatti asiatici a base di noodles. In realtà in Corea passa per cibo cinese (così come succede in America per certi tipi di pollo all'arancia), quindi chi vuole festeggiare il Giorno Nero deve andare in un ristorante particolare. Per i single troppo sconvolti dalla mancanza di un partner restano i piatti pronti del supermercato, da riscaldare e consumare nella confortante desolazione della propria casa.

I noodles servono a ricordare ai coreani la tristezza dell'essere single, e idealmente a spronarli a trovare un partner, ma in realtà io sono molto orgoglioso del fatto che ogni 14 aprile le uniche persone di cui ho bisogno nella mia vita siano quelle che mi preparano i noodles nella cucina di un ristorante. Perché il cibo è l'unica vera dimostrazione d'amore.

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