FYI.

This story is over 5 years old.

neofascismo

Vendere cimeli fascisti in Emilia Romagna potrebbe costarti il carcere

In Regione è stata approvata una risoluzione in cui si chiede "di intervenire nelle sedi opportune affinché il reato di apologia del fascismo sia esteso anche alla vendita e diffusione di gadget e oggetti con immagini del regime."
Foto di Claude37/Flickr

Da oggi, in Emilia Romagna, vendere e diffondere bandiere, magliette, bottiglie di vino o altri souvenir con la faccia di Mussolini potrebbe diventare reato.

In Regione è stata infatti approvata una risoluzione in cui si chiede alla Giunta regionale "di intervenire nelle sedi opportune affinché il reato di apologia del fascismo sia esteso anche alla vendita e diffusione di gadget e oggetti con immagini del regime fascista."

Pubblicità

Hanno votato a favore del provvedimento i gruppi PD, Sel e Altra Emilia Romagna, che avevano presentato la risoluzione in regione lo scorso ottobre. Lega Nord, Forza Italia e Fdi-An hanno espresso voto contrario, mentre il Movimento 5 Stelle si è astenuto.

"La vendita di gadget, beni di consumo e altro ancora che ritraggono immagini e simbologia dei regimi fascisti e nazisti non può essere derubricato a mero fenomeno di costume," aveva spiegato la consigliera PD Nadia Rossi, prima firmataria della proposta regionale.

"Peggio ancora sarebbe arrendersi all'abitudine e vedere certe immagini in vetrina o tra i banchi dei mercatini, senza provare fastidio se non indignazione,"

La dichiarazione, dell'ottobre 2015, era arrivata proprio a pochi giorni da proposte di legge sullo stesso tema avanzate da altri deputati PD: una volta a vietare anche la produzione stessa di gadget fascisti, e un'altra che chiede l'inserimento del reato di propaganda del regime fascista e nazista nel codice penale.

Già a metà luglio, in Emilia Romagna, la discussione del testo recentemente approvato aveva scatenato scontri in consiglio regionale. Il capogruppo di Fratelli d'Italia e AN, Tommaso Foti, aveva dichiarato: "I rigurgiti dei totalitarismi si combattono con le idee e non colpendone i simboli, perché altrimenti si fa mera strumentalizzazione politica."

Leggi anche: Come l'estrema destra italiana sta cercando di manipolare Wikipedia

Pubblicità

Secondo Massimiliano Pompignoli, di Lega Nord, "nell'ordinamento italiano le norme contro il reato di apologia del fascismo ci sono e sono chiare, tanto che non si ravvisa alcuna necessità né di inasprirle né di introdurne di nuove."

L'unico risultato del provvedimento, stando al consigliere, sarebbe quello di mettere in ginocchio l'economia di paesi come Predappio, comune di nascita di Benito Mussolini e popolare meta del cosiddetto "turismo nostalgico" di estrema destra.

Piccolo comune di 6mila abitanti, Predappio (in provincia di Forlì-Cesena) è infatti la città natale di Benito Mussolini. E da quando il corpo del duce è stato tumulato nel cimitero locale nel 1957, la cittadina è diventata meta del cosiddetto "turismo nero" e di migliaia di nostalgici del Ventennio.

Lo scorso anno, il sindaco di Rimini aveva fatto una richiesta simile dopo la denuncia di due turisti americani di fede ebraica che avevano trovato in un negozio di souvenir alcune bottiglie con la faccia di Benito Mussolini e Adolf Hitler.

Leggi anche: Cosa c'è dietro la storia del 'Museo del Fascismo' a Predappio


Segui VICE News Italia su Twitter, su Telegram e su Facebook

Foto di Claude37 via Flickr, rilasciata su licenza Creative Commons