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Politică

Tutti i presunti conflitti di interessi del Governo Renzi

In attesa di una legge che normi situazioni di questo tipo, abbiamo fatto un elenco dei casi in cui amicizie e nomine governative potevano forse essere evitate.
Il governo di Matteo Renzi (Foto via Flickr)

È di venerdì 22 luglio l'annuncio di cospicui investimenti da parte di Amazon in Italia — con l'apertura di un centro per il machine learning e l'intelligenza artificiale a Torino, e di un centro di distribuzione vicino Roma che potrà sviluppare fino a 1.200 posti di lavoro.

L'annuncio è arrivato mentre il fondatore e CEO di Amazon Jeff Bezos e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si incontravano a Firenze, con una "conversazione meravigliosa" tra i due a Palazzo Vecchio, l'ex ufficio di Renzi.

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Buone notizie, quindi. Ma che, messe a confronto con un recente incarico conferito dal Presidente del Consiglio, potrebbero far alzare qualche sopracciglio.

A febbraio, infatti, Bezos ha annunciato che il vicepresidente di Amazon Diego Piacentini si sarebbe messo in aspettativa per due anni e che avrebbe svolto il ruolo di commissario del governo l'ufficio per il digitale e l'innovazione. Un ruolo nuovo, che svolgerà senza ricevere compensi.

Mr. Prime Minister — Jeff Bezos (@JeffBezos)10 febbraio 2016

Crea dunque qualche perplessità il fatto che uno dei manager chiave di una delle più grandi aziende del digitale al mondo possa assumere un incarico pubblico: Piacentini infatti non si è dimesso, ma potrebbe tornare senza alcun impedimento al suo ruolo in Amazon alla fine dei suoi due anni da commissario.

Per non parlare poi delle intenzioni di Amazon di investire in Italia, confermate dall'annuncio di venerdì. Altro fattore che potrebbe essere in odore di conflitto di interessi.

Il tema non è nuovo per il governo attualmente in carica, accusato da più parti di presunti conflitti di interessi in diverse circostanze. La più conclamata è quella relativa all'ex ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, dimessasi a fine marzo 2016 dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni di cui era la co-protagonista.

Nelle intercettazioni, contenute negli atti della Procura di Potenza, l'ex Ministro Guidi assicura al compagno Gianluca Gemelli l'approvazione di un emendamento alla legge di Stabilità che avrebbe favorito gli interessi imprenditoriali dell'uomo. Gemelli voleva infatti l'approvazione dell'emendamento affinché si procedesse alla costruzione dell'impianto di estrazione petrolifera di Tempra Rossa, in Basilicata, gestito da Total, ma su cui le aziende dell'imprenditore avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di euro grazie ai subappalti.

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Ma i dubbi su Guidi erano sorti già all'alba della sua nomina. Infatti la sua azienda di famiglia, la Ducati Energia, può contare tra i suoi committenti diverse partecipate statali come Enel, Poste e Ferrovie dello Stato. Guidi si è prontamente dimessa dal suo ruolo alla Ducati Energia appena nominata Ministro, ma i potenziali conflitti tra le sue priorità in quanto a capo del dicastero per lo Sviluppo Economico e gli interessi della sua famiglia erano difficili da non notare.

Di conflitto di interessi è stata accusata anche il Ministro Maria Elena Boschi: Pierluigi Boschi, padre del Ministro, è l'ex vicepresidente di Banca Etruria, istituto di credito che ha usufruito del salvataggio da parte del governo a dicembre 2015.

Boschi padre è stato nel Consiglio di Amministrazione di Banca Etruria dal 2011 al 2015, quando l'istituto è stato commissariato. È indagato per bancarotta fraudolenta per il suo ruolo nella dirigenza e a marzo è stato multato da Bankitalia per "violazioni di disposizioni sulla governance, carenze nell'organizzazione, nei controlli interni e nella gestione nel controllo del credito e omesse e inesatte segnalazioni alla vigilanza." Il fratello del Ministro Boschi, invece, è tuttora un dipendente dell'istituto di credito.

Nonostante i sospetti (e le richieste di dimissioni) che ha scatenato il ruolo della Boschi nella vicenda di Banca Etruria, l'Antitrust ha stabilito che il conflitto di interessi non sussiste. Su sollecitazione del deputato del Movimento Cinque Stelle Alessandro di Battista, infatti, l'ente preposto alle decisioni su simili circostanze ha riferito che non c'è un conflitto perché il Ministro non era presente alla riunioni decisive sul piano di salvataggio e non ha arrecato alcun danno all'interesse pubblico — le due condizioni per l'esistenza di un conflitto di interessi secondo la legge in merito attualmente in vigore.

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Nel caso di Carlo Calenda, nuovo ministro per lo Sviluppo Economico dopo le dimissioni di Federica Guidi, anche se non si può parlare strettamente di conflitto di interessi, le conoscenze e i precedenti incarichi del dirigente sollevano alcuni dubbi sulla sua autonomia e indipendenza.

Calenda ha lavorato alla Ferrari come responsabile dei diritti televisivi, diventando negli anni "il fidato assistente di Luca Cordero di Montezemolo," con cui è entrato in Confindustria come direttore degli affari internazionali.

Ha seguito Montezemolo anche in politica, diventando coordinatore del movimento Italia Futura e candidandosi alle elezioni nel 2013 Scelta Civica, sostenuta dall'associazione di Montezemolo. Non è statto eletto, ma è entrato nel governo di Enrico Letta come Viceministro per lo Sviluppo Economico.

Dopo due anni viene nominato Rappresentante dell'Italia presso l'Unione Europea, decisione che non è piaciuta ai diplomatici di professione che in 200 hanno scritto una lettera al governo in segno di protesta.

Secondo quanto riportato da L'Espresso, Calenda in Europa "si è trovato subito a occuparsi di dossier che conosce bene. Il quarto pacchetto ferroviario, […] con un'apertura dei mercati domestici e regole di governance e trasparenza finanziaria per i Gruppi ferroviari integrati." L'Italia si sarebbe adoperata per favorire le società ferroviarie private, tra cui Ntv, di cui Montezemolo è azionista.

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Anche ora, che dopo soli due mesi da ambasciatore ha fatto ritorno al ministero per lo Sviluppo Economico, non si esclude che possano capitargli in mano proposte o documenti che coinvolgano proprio Ntv.

Un possibile conflitto d'interessi che è stato poi evitato poteva essere costituito dalla nomina di Marco Carrai, carissimo amico di Matteo Renzi, a capo del nuovo Nucleo per la Sicurezza Cibernetica, che lo avrebbe fatto entrare a tutti gli effetti nell'intelligence italiana.

La nomina era stata ventilata prima a gennaio, poi slittata fino ad aprile e poi abbandonata a maggio — con il Presidente del Consiglio che dichiara che Carrai farà parte del suo staff con un focus su big data e cyber security.

Ma, se il piano originario fosse andato in porto, si sarebbe presentato il problema della Cys4, la società che si occupa di sicurezza informatica - fondata alle fine del 2014 - di cui Carrai è socio. Anche se Carrai si fosse dimesso dal suo ruolo nella Cys4, la situazione sarebbe rimasta ancora poco limpida in quanto il fratello Stefano è nel consiglio di amministrazione.

Pericolo sventato, dunque, ma ipotesi che ha creato un certo scompiglio sia nella stampa che negli ambienti dei servizi, scontenti all'idea che una figura esterna poteva detenere un ruolo così di rilievo nell'intelligence.

Nel frattempo, a febbraio la Camera dei Deputati ha approvato una nuova legge sul conflitto di interessi che ora è all'esame della commissione in Senato. La nuova legge, sostenuta dal PD, ha visto la contrarietà di Forza Italia che la considera troppo restrittiva, mentre Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana la ostacolano in quanto troppo blanda.

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La nuova legge dovrebbe superare la cosiddetta legge Frattini del 2004, classificata come inadeguata dal Consiglio d'Europa già nel 2005 ma mai modificata. Ma, secondo quanto scrive il costituzionalista e Professore dell'Università di Pisa Andrea Pertici, la nuova legge sul conflitto di interessi non è comunque sufficiente.

"Il problema della legge Frattini è la sua inefficacia," ha spiegato Pertici in un'intervista a Radio Popolare. "Si tratta di una legge che può far risaltare il conflitto di interessi, ma che è incapace di prevenirlo."

Per migliorare la situazione, quindi, la nuova norma dovrebbe promuovere la prevenzione del conflitto di interessi — evitando quindi che "un'istituzione pubblica sia coinvolta in "affari privati". Ciò crea la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche."

La nuova norma approvata alla Camera, nonostante rappresenti un passo avanti rispetto alla legge del 2004 "perché tiene la linea fondamentale della prevenzione," secondo Pertici non riesce ad assicurare la completa separazione tra interessi pubblici e privati.


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Foto dal profilo Flickr dell'ex Ministro Maurizio Lupi, rilasciata su licenza Creative Commons