Tecnologia

Elon Musk ha annunciato un piano per 'fondere' il cervello umano con l'intelligenza artificiale

L'ultima azienda di Musk, Neuralink, vuole cominciare a curare i traumi, le malattie cerebrali e prima o poi "raggiungere uno stato di simbiosi con l'intelligenza artificiale."
elon musk neuralink
Elon Musk

Martedì sera, Elon Musk ha annunciato pubblicamente l'obiettivo finale di Neuralink, la sua startup di interfacce cervello-macchina: permettere agli esseri umani di "raggiungere uno stato di simbiosi con l'intelligenza artificiale," aggiungendo che "fondendosi con la IA," gli esseri umani saranno in grado di starle dietro davvero. Musk intende iniziare a sperimentare sull'uomo una prima versione di Neuralink progettata per curare i traumi cerebrali, già il prossimo anno.

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"Possiamo arrivare a creare un'interfaccia completa cervello-macchina," ha detto Musk in un annuncio live in streaming. "Suonerà parecchio strano. Fondamentalmente, possiamo ottenere uno stato di simbiosi con l'intelligenza artificiale. Non è una cosa obbligatoria, è una cosa che puoi scegliere se avere o no. Ma sarà un traguardo molto importante in relazione alla civiltà. Anche considerando uno scenario di intelligenze artificiali benigne, noi resteremo indietro. Con un'interfaccia cerebrale possiamo invece proseguire il viaggio e diventa possibile fonderci con l'IA."

Musk è noto per i suoi progetti a dir poco ambiziosi, le sue promesse vaghe, la sua irascibilità su Twitter e i suoi vari piani per la società intera che non prevedono però mai il consenso del resto di noi. Neuralink ha operato per lo più in segreto da quando è stata annunciata nel 2017, per quanto documenti pubblici ottenuti dalla testata americana Gizmodo abbiano dimostrato che l'organizzazione ha finanziato studi sui primati in varie università della California. Martedì 16 luglio, possiamo dire, è stato il debutto in società dell'azienda.

Gli obiettivi sul breve-medio termine dell'azienda sono creare un chip che può essere impiantato nel cervello per trattare un ventaglio di traumi e malattie al cervello, compreso paralisi, morbo di Alzheimer e demenza. Musk ha detto che il progresso sarà lento, e che l'azienda non svelerà immediatamente un chip che assume il controllo del cervello delle persone. Prima almeno, ha detto Musk, vuole ottenere l'approvazione degli impianti da parte della FDA (Food and Drug Administration).

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"Se abbiamo una sorta di interfaccia cervello-macchina in grado di risolvere qualsiasi disturbo cerebrale, che sia dovuto a un incidente o congenito, o qualsiasi disturbo spinale, possiamo risolverlo con un chip," ha detto. "Per la maggior parte delle persone è una cosa impossibile da capire ora. Ma succederà tutto lentamente. Non è che Neuralink improvvisamente tira fuori dei lacci neurali e prende possesso dei cervelli della gente. Ci vorrà tempo e le persone sapranno quando è il momento."

Tutto questo, ovviamente, è ancora in stadio embrionale e le dichiarazioni di Musk devono essere prese con il giusto scetticismo sia da un punto di vista socio-politico che ingegneristico/scientifico. Musk è diventato bravo a lanciare razzi nello spazio e a creare macchine elettriche, ma il progresso sui suoi progetti secondari—l'hyperloop, Boring Company, il sottomarino in miniatura che voleva costruire per salvare un gruppo di ragazzini intrappolati in una caverna—è stato lento e spesso non proprio recepito ben volentieri. Per esempio, qualche tempo fa, Boring Company ha "inventato" un tunnel stretto in cui le macchine devono viaggiare per forza in fila, e che ha essenzialmente la stessa funzione di un treno della metropolitana, se non che non può chiaramente trasportare la stessa quantità di persone. Per questo progetto, Musk ha ricevuto contratti da decine di milioni di dollari.

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Immagine: Neuralink

Non è chiaro quanto tempo o quali sforzi Musk stia effettivamente dedicando a Neuralink, quanto sia concreto il progetto, se sia d'interesse davvero per qualcuno, e cosa succederà alle persone che non possono permettersene il costo o che non vogliono fondersi con la IA. Detto questo, le interfacce cervello-macchina sono uno strumento promettente per la cura delle persone affette da traumi o malattie cerebrali, e, in questo senso, è un'area di ricerca seria che potrebbe potenzialmente aiutare molte persone.

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Ad ogni modo, Musk ha inaugurato il suo discorso ammettendo in tutta franchezza che l'obiettivo principe della presentazione era arruolare personale, e per questo le informazioni condivise sono state soprattutto dettagli tecnici che interessano neuroscienziati e ingegneri impiegati in campi rilevanti per la missione di Neuralink. Gran parte della presentazione è stata dedicata a spiegare il complicato modo in cui la comunicazione neurale funziona, come l'azienda stia progettando chip per interpretare l'attività cerebrale e come parti specifiche del cervello darebbero al team il tipo di dati di cui ha bisogno per permettere al cervello di comunicare in modo significativo con un sistema informatico.

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Al di là delle questioni tecniche, il team ha fornito alcune informazioni concrete su cosa sta facendo ora, compresi dettagli su che aspetto avrà il primo dispositivo che intende impiantare nel cervello della gente e come funzionerà. In breve, il dispositivo consiste di un largo numero di "fili" (cavi incredibilmente sottili con una manciata di elettrodi all'estremità), che sono inseriti nel cervello in punti dove possono intercettare i segnali elettrici provenienti dai singoli neuroni, un sistema-su-chip che riceve e interpreta tutti i dati provenienti dai fili, e un "pod" indossato dietro l'orecchio che traduce i dati via Bluetooth su un telefono o un altro dispositivo su cui gira il vero software che usa i dati neurali.

Allo stato attuale, ogni chip contiene 1.024 elettrodi più la quantità di fili relativa, che è già una base buona per acquisire 10 volte la quantità di dati possibile con gli strumenti medici attuali, come quelli usati per trattare il Parkinson attraverso la stimolazione cerebrale profonda, ha detto il team. Per via della piccola dimensione del chip—che misura 4mm per 5mm—il team crede che sarà possibile impiantarne fino a 10 in un solo cervello umano, ma intende iniziare con solo quattro chip nel primo giro di test umani.

Per questi primi esperimenti sull'uomo, che, a detta di Musk, cominceranno entro la fine del 2020, Neuralink cercherà di usare il dispositivo per permettere a una persona tetraplegica di controllare un computer. Questo prevede inserire i fili nominati poco fa nella corteccia motoria primaria, che—come il nome lascia intuire—controlla le funzioni motorie del corpo umano; stando al team di Neuralink, questo passaggio permetterà a un paziente paralizzato di pensare di muovere la mano per muovere un mouse, anche se non può fisicamente farlo, e far sì che il dispositivo di interfaccia interpreti quella specifica attività cerebrale per muovere il mouse di conseguenza.

Ovviamente, senza niente al di fuori della parola dei fondatori stessi di Neuralink, è difficile dire con certezza quanto siano realistici i piani dell'azienda.

Questo articolo è apparso originariamente su VICE US.