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Cibo

Due ragazzi italiani hanno lanciato la startup che traduce e racconta i menu ai turisti

Dishcovery è il nuovo salvavita per gli stranieri in difficoltà davanti ai menu italiani. Speriamo che all'estero abbiano la stessa idea a breve.
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Foto di Catherine Heath via Unsplash

Avete presente quel senso di spaesamento, misto a un bel po' di frustrazione, che provate quando siete all'estero e non riuscite a decifrare il menu del posto in cui vi siete appena seduti? E più vi sforzate, più non ci capite nulla. Ma non potete alzarvi e andarvene, anche perché tanto la situazione sarebbe uguale nel locale vicino. E allora via di traduttore. Peccato che il traduttore, magari, vi ricorda una parola, ma non vi spiega l'intera espressione o comunque non vi illumina su quello che vi troverete nel piatto. Della serie che vorreste alette di pollo fritte, e invece vi arriva la coscia bollita, ammesso che abbiate azzeccato la carne giusta. Ed è in questi momenti che ti maledici per tutte le ore di lezione, inglese, francese, tedesco che sia, in cui dormivi.

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Per fortuna, Giuliano Vita e Marco Simonini, due ragazzi italiani, che devono aver vissuto evidentemente la mia stessa esperienza, hanno lanciato una startup che un giorno potrà salvarvi la cena, senza per forza farvi giocare alla roulette: si chiama Dishcovery e traduce i menu dei locali italiani, ristoranti, trattorie, chiunque voglia aderirvi, per aiutare i turisti in difficoltà, perplessi alla lettura dei piatti. I più attenti ricorderanno Smart Hamster, altra startup, che aveva già pensato a degli Smart Menu, tradotti per agevolare i clienti.

Ma la startup modenese si prefigge di fare molto di più: tradurre, spiegare e raccontare la cultura culinaria legata a una ricetta, a una preparazione, o più in generale a una tipologia di cucina. Ingredienti, allergeni ed eventuale abbinamento col vino più adatto per un servizio davvero completo che farà sentire gli ospiti come al bar sotto casa. Belli tranquilli.

E vi dirò di più, questa figata è pure semplice da usare: il che non è proprio banale! Ristoratori e clienti possono fare uno screen o una foto del menu e inviarla al team Dishcovery, indicando in quante e quali lingue serve la traduzione, e al resto penseranno tutto loro.

La startup spedisce un codice QR al ristoratore in questione, con il menu tradotto, e quando ci si siederà nel locale, si potrà accedere al menu nella lingua scelta. Tutto questo con una semplice foto, perché non è necessaria neanche l'app sul telefono.

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Un business utile e intelligente che per espandere le proprie potenzialità ha promosso una campagna di finanziamento collettivo sulla piattaforma 200crowd, supportata dal servizio Kick-ER di ASTER, società della Regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, come si legge dal sito di Modena Today. Raccogliere 50 mila euro è l'obiettivo minimo della campagna di equity crowdfunding di Dishcovery, fino a una soglia massima di 150 mila. "Parte delle risorse verranno utilizzate per lo sviluppo della tecnologia che consentirà ai turisti stranieri di pagare con Dishcovery attraverso lo smartphone all'interno del ristorante" spiega Giuliano, uno dei fondatori.

Il bello è che chi contribuirà alla causa entro il 15 dicembre, offrendo dai 500 ai 15 mila euro, diventerà automaticamente socio dell'attività. Un obiettivo realistico, dato che sono già stati raccolti 39 mila euro!

La Cina e la passione per l'alimentare sono i comun denominatori delle esperienze di Giuliano e Marco: Giuliano racconta a MUNCHIES che "la prima volta, grazie a Intercultura, ho frequentato un anno di liceo in Cina e vissuto a Chongqing con una famiglia cinese. Da lì nasce il mio amore per il mondo asiatico, che mi riporta in Cina, dopo un master in Management, in cui conosco Marco. Con Marco il feeling è stato immediato, perché anche lui come me ha sempre avuto il desiderio di intraprendere un progetto imprenditoriale".

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Lavorando fianco a fianco nel settore agroalimentare, i due ragazzi si accorgono delle profonde differenze fra la cultura culinaria italiana e quella cinese. "Una volta, in un ristorante italiano a Shanghai abbiamo visto un signore cinese ordinare un piatto di pasta e un tiramisù, e una volta arrivati al tavolo, ha mischiato il tiramisù alla pasta, facendo un bel pasticcio."

"Da queste diversità è nata l'idea di creare un servizio capace di divulgare la nostra cultura enogastronomica, quando i nostri potenziali clienti sono più vicini a noi: quando sono turisti nel nostro paese."

I primi mesi di vita traducono in dati rassicuranti l'intuizione dei ragazzi italiani. Dopo l'avvio ad aprile 2018, Dishcovery ha visto l’adesione di 70 ristoranti e registrato più di 15.000 accessi ai menù digitali da parte di turisti stranieri. E, il 98%(!) degli utenti ha giudicato il servizio in maniera positiva.

Insomma una vera e propria manna dal cielo per il futuro di viaggiatori, ma anche dei ristoratori, perché alcuni test, fatti con i locali che hanno aderito, hanno anche rilevato un aumento del guadagno sullo scontrino medio del turista.

Il futuro vede come primi obiettivi Barcellona e Parigi. "L'espansione fuori dall'Italia inizierà a fine 2019 a Barcellona e Parigi. La Spagna e la Francia hanno caratteristiche molto simili all'Italia. Ci sono barriere culturali e linguistiche molto forti, un'importante cultura enogastronomica e un numero di turisti stranieri più elevato di quello italiano" conclude Giuliano, chiarendo i progetti di Dishcovery per lo sbarco all'estero.

Speriamo in fretta, così potrò anch'io salvare le mie cene quando sono in viaggio.


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