Mentre camminiamo per Catania, calpestiamo “la terra” dell’Etna piovuta sui marciapiedi. Per chi è cresciuto qui, è piuttosto normale quando l’attività vulcanica è incessante. Come è altrettanto usuale entrare in un bar e trovare al bancone la “tavola calda”, ovvero specialità rustiche tipiche (cipolline, bombe, patè, cartocciate…) che qualche forestiero incasellerebbe presto nel cluster dello street food—perché costano poco e ci svolti un pasto, anche la colazione salata.
Tra queste specialità però ce n’è una sicuramente iconica a livello mondiale, non solo perché c’entrano Camilleri, Montalbano o recentemente Stanley Tucci, e che potrete trovare in qualunque parte della Sicilia: l’Arancino, un timballo di riso panato e fritto, la cui versione classica ha un ripieno al ragù.
Ora, per evitare fraintendimenti, c’è da introdurre subito una precisazione linguistica che più volte è rimbalzata anche sulle cronache nazionali, e coinvolto la Crusca: è chiamato arancinO nella parte orientale della Sicilia, ma arancinA nella parte occidentale dell’isola. Tant’è che qualche anno fa una nostra amica (ciao Agnese tvb) appena arrivata sull’isola caricò una storia Instagram dopo averne comprato uno, aggiungendo “Arancin*, così non si offende nessuno.”
Arancino al Salmone e ai funghi del Caffè Europa. Più tondeggiati, ma sempre arancinI.
Ma per un turista con poca dimestichezza, c’è un altro escamotage, visivo, per capire se optare per il femminile o il maschile davanti a un bancone: individuare l’arancino al ragù e osservarne la forma. Se è “a punta come un vulcano” tutti gli arancini verranno appellati al maschile dagli autoctoni, se a “forma di un’arancia” tutte le arancine verranno chiamate al femminile. Bisogna specificare però che in qualunque parte della Sicilia tutte le altre varianti di arancini hanno spesso (anche se non sempre) una forma tondeggiante o a volte a palla da football. Quindi non fatevi fregare mai da un arancino al burro o ai funghi, e individuate quello al ragù per andare sul sicuro.
Detto questo, non ce ne voglia nessuno della Sicilia occidentale, ma dato che questa puntata di Food Tour è ambientata a Catania, appelleremo l’arancino sempre al maschile. Per par condicio, prima o poi, verrà realizzato anche il Food tour arancine a Palermo. Stay tuned.
Nell’attesa, specifichiamo anche che la lista qui sotto non è da intendersi come una classifica; non vogliamo mettere in discussione il tuo posto preferito che forse non troverai; piuttosto dare un’idea di quanto un prodotto tipico tra bar storici, nuovi locali e salumerie accoglienti possa raccontare del posto che visiti o in cui sei cresciuto—che è un po’ il nostro caso.
Gli arancini di Prestipino, Piazza Duomo
È normale trovare sempre pochi arancini al bancone. Il motivo è che devono essere fritti (o infornati) in base alla mole di richieste, e serviti caldi per essere croccanti.
Al mattino la nostra prima tappa è Prestipino Duomo. Ce ne sono tanti di Prestipino a Catania, gestiti da diversi componenti di una famiglia la cui storia in cucina si tramanda da metà Novecento, ma abbiamo scelto questo perché ci siamo affezionati, e per la vista. Il bar affaccia sul Duomo e la statua dell’elefante in basalto nero, simbolo della città.
Alcune persone anziane ci hanno raccontato che un tempo era usanza andare a lucidare il sedere dell’elefante quando si era in cerca di un po’ di fortuna. Ma pare che la pratica sia in disuso ormai da decenni.
Arancini, ma anche altra tavola calda: cartocciate, bolognesi, cipolline. Prestipino
Quando entriamo, Stefania ci spiega che è normale trovare sempre pochi arancini al bancone. Il motivo è che devono essere fritti (o infornati) in base alla mole di richieste, e serviti caldi per essere croccanti.
Quindi se vi trovate in un posto con decine di arancini in bellavista vorrà dire che probabilmente il loro sapore non sarà appagante quanto quello state guardando.
Stefania ci propone un arancino al ragù—che tradizione vuole si dovrebbe mangiare dalla base larga e non dalla punta, ma a essere sinceri non lo fa quasi più nessuno.
L'arancino al ragù e l'elefante, detto anche "u liotru".
Poi, tra quelli che definisce “i nati dopo,” uno “alla catanese”—ovvero l’arancino alla norma, vegetariano, con un ripieno di melanzane, ricotta salata, salsa e basilico.
Non sappiamo se è l’effetto del sole cocente che cambia la percezione dei colori o è effettivamente così, ma la panatura di questi arancini sembra tendere all’arancione e non è giallo-marroncina come al solito. Assaggiamo lo stesso, e veniamo subito inebriati dalle piacevoli sensazioni che il fritto insieme a diversi condimenti sa dare.
Ci scusiamo anche molto per non poter allegare una foto dell’arancino alla norma (che è quello che impugna Vincenzo nella foto copertina), ma questo dovrebbe farvi capire che è stato di gran lunga il nostro preferito tra i due.
Prezzo di un arancino: 2,20 euro d’asporto, 2,80 al tavolo.
Pasticceria Spinella
Iole mentre agguanta gli arancini
La Pasticceria Spinella è un'altro pezzo di storia culinaria di Catania. Si trova dal 1936 nella centralissima Via Etnea, una delle principali vie della città, di fronte Villa Bellini. Oggi il suo interno è moderno, ma è stato uno dei grandi "salotti buoni", gattopardeschi se vogliamo, della città.
Gli arancini della Pasticceria Spinella
Massimo ci racconta un po' della preparazione, a noi torna fame e prendiamo un arancino al pistacchio e uno al ragù da portar via.
Quello al ragù è con pezzettoni di carne molto grossi, e troviamo il ripieno nel complesso "dolce" (poco salato) ma ottimo per i nostri gusti. Quello al pistacchio ha un gusto molto delicato, nonostante il ripieno prevedesse una besciamella di pasta di pistacchio di Bronte, cipollotto saltato al brandy e pancetta.
Prezzo di un arancino: 2,20 d’asporto, 3 euro al tavolo.
Pasticceria Savia
L'insegna della Pasticceria Savia
Proprio accanto a Spinella, si trova Savia, altro bar storico e il più citato quando abbiamo chiesto pareri su Instagram per segnare posti per il tour.
Effettivamente è l’unico in cui si è creata la fila fuori (forse anche perché andiamo all’ora di pranzo), ma scorre piuttosto velocemente.
Nella mezz’ora di attesa, notiamo tre cose: innanzitutto l’ambiente interno ricorda ancora i tempi antichi (non ci entravamo da anni); che l’attesa è dovuta al fatto che gli arancini vengano per l’appunto sfornati “a cicli” (quindi un buon segno); infine lo scontrino, dove vediamo scritto “arancinu” e non arancino.
Per farla breve, fino a qualche anno fa Savia usava la dicitura “arancina” ma dopo praticamente una sommossa popolare ha deciso di optare per una dicitura “alla siciliana” che potesse accontentare tutti—un po’ come la nostra amica Agnese di cui sopra.
Riusciamo anche a parlare un attimo con il titolare, Claudio. Ci spiega che uno dei loro “segreti” è l’utilizzo dell’uovo completo per l’impanatura (non solo l’albume, ma anche il rosso che solitamente non viene usato).
Prendiamo un arancino alla norma, e il classico al ragù, d’asporto—perché anche qui si deve attendere per un tavolo.
L’abbondante formaggio filante e il sugo incredibilmente denso—probabilmente un altro segreto è l’aggiunta di un pizzico di besciamella?—di quest’ultimo ci fanno letteralmente volare.
Prezzo per arancino: 2,20 euro d’asporto, 2,85 al tavolo.
Canusciti
Quando ci sediamo da Canusciuti notiamo subito sul menù l’arancino “Il Plebiscito,” il cui nome, ci confermeranno poi, prende ispirazione da Via Plebiscito, la famosa via in cui mangiare carne di cavallo in città.
“Il Plebiscito”—con panatura classica, straccetti di carne di cavallo, svizzero e cipolla alla Giarratana—è uno dei tanti “arancini speciali” che si sono inventati i proprietari quando hanno aperto a gennaio 2020. Al suo interno il locale conserva il pavimento di una vecchia bottega, ma nel complesso è curato nel dettaglio, qualcuno potrebbe definirlo a torto “un po’ radical chic.”
Decidiamo così di ordinare anche:
- “L’ortolano”: opzione vegetariana con panatura corn flakes, verdure di campo, cipolla in agrodolce e provola affumicata.
- “Testa di Moro”: panatura classica, riso al nero di seppia, gambero marinato, crema di fiori di zucca e stracciatella di bufala.
- “L’Asinello”: panatura con pistacchio, mortadella d’asina, crema di pistacchio di Bronte, provola affumicata.
Quando arrivano hanno un aspetto magnifico, e il gusto dolce de “L’ortolano” e il tripudio di pistacchio de “L’asinello” li rendono i nostri preferiti. “Il Testa di Moro,”invece, si colloca all’ultima posizione della classifica interna.
L'Asinello e Il Plebiscito.
L'interno de L'Asinello e de Il Plebiscito.
La panatura corn flaks dell'ortolano.
L'interno della Testa di Moro.
Ringraziamo tantissimo tutti i coetanei che ci hanno consigliato questo locale.
Prezzo di un arancino speciale: 3,00 euro. Se ti siedi al tavolo, paghi in generale un coperto di 1,50 euro.
Caffè Europa
Caffè Europa
Il nostro tour alla quinta tappa sembra essere diventato più un viaggio mistico in cerca di digestione, decidiamo quindi di dirigerci verso il mare e sostare al Caffè Europa. Si tratta di un’altro dei luoghi storici della tradizione culinaria catanese, ubicato alla fine di Corso Italia—dove poco più in là inizia il “lungomare” di Ognina.
Gli interni del caffè sono eleganti come il personale che serve ai tavoli, ci sediamo fuori, e ordiniamo due arancini dal ripieno più chic del solito: uno al salmone e uno ai funghi e besciamella.
La panatura ha un bell’aspetto, e la macchia d’olio sulla carta degli arancini—simbolo di veracità—non manca nemmeno in questo caso. Abbiamo fatto un check:
Il ripieno al Salmone.
L’arancino al salmone si scioglie letteralmente in bocca insieme al riso, quello ai funghi invece riaccende i nostri sensi grazie all’aroma che quest’ultimi sprigionano nella besciamella. A ripensarci, i funghi erano decisamente l’ingrediente più adatto alla situazione che stavamo vivendo.
Prezzo per arancino: 2,20 euro d’asporto, 2,70 al tavolo.
SALUMERIA SCOLLO
La Salumeria Scollo si trova sempre in zona Piazza Europa, è piccola ma con un’atmosfera accogliente e il personale più gentile del tour. Arriviamo lì prima dell’orario canonico (le 17.30) in cui saranno pronti “i tre chili di riso, e non di più” per la sera.
Ma dalla cucina il signor Scollo ci fa sapere che ci tiene davvero a farci assaggiare i suoi arancini d’asporto e anticipa di un po’ la preparazione—è l’unico caso in cui siamo riusciti a vedere un vassoio pieno di arancini al bancone per più di un minuto.
Gli arancini si presentano di dimensione ridotta rispetto al solito, molto curati, e non unti al tatto. La panatura in bocca è croccante ma leggera. È preparata solo con farina e acqua frizzante, ci spiegano. Niente uovo.
Nel ripieno al ragù non mettono la carne a pezzi, solo macinato, con provola e cacio, sempre nella convinzione di preparare una “versione light” dell’arancino senza travisare la trazione.
Ci propongono anche di assaggiare il loro arancino “capperi, mozzarella di bufala e menta,” disponibile solo nel periodo aprile-ottobre. Che alla fine di questo tour sembra quasi un digestivo fresco e di ottima fattura.
Prezzo per arancino: 1,20 euro.
Se osservate bene, si vede un po' di cenere dell'Etna.
-
Ecco, il tour ufficiale è finito. Ma è risaputo che quando esci la sera con gli amici a Catania, vi riducete a orari indecenti, l’ultima tappa praticamente obbligata è il Laboratorio di Via Napoli per un pezzo di tavola calda capace di ‘conciliare’ il sonno.
Vorremo dirvi che dopo la giornata appena trascorsa non abbiamo ordinato neanche un arancino, ma non ci giureremmo. Lasciamo un po’ di suspance, così magari ci pagano prossimamente anche per un “food tour dopo mezzanotte” a Catania.