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I bambini tedeschi non devono più essere solo maschi o femmine

La Germania è il primo paese in Europa dove i bambini nati con organi genitali non esclusivamente femminili o maschili potranno essere registrati come “neutri”.

Foto via Adriano Aurelio Araujo

La tentazione di accogliere tutte le nuove leggi di un paese come passi avanti verso il progresso è molto forte, e dopotutto spesso è così. Quello che può apparire progressista in superficie spesso nasconde però conseguenze più complicate, e il meccanismo secondo il quale a più progresso seguono più problemi è estremamente chiaro se prendiamo ad esempio la nuova "terza opzione" sui certificati di nascita tedeschi. A partire del primo novembre non è più giuridicamente necessario registrare il sesso del bambino sul suo certificato di nascita. Nel caso di bambini i cui corpi non rientrano esattamente nelle categorie fisiologiche di "maschio" e "femmina" sarà possibile lasciare la casella vuota.

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Da questo punto di vista la Germania non sta davvero offrendo una terza opzione, ma ha solo rimosso l’obbligo della scelta all'appartenenza (in Australia invece c'è proprio una terza casella "X" sui documenti). Eppure ha aperto uno spiraglio fra i netti confini tra "maschio" e "femmina”, cosa accolta con favore da quasi tutto il mondo.

I fan della Germania hanno delle buone ragioni per essere contenti. In uno studio commissionato dal governo tedesco nel 2012 circa le esperienze delle persone intersessuali nel paese, un gruppo interdisciplinare di studiosi ed esperti noto come Consiglio Etico Tedesco ha suggerito l'abolizione della registrazione obbligatoria del sesso delle persone. In un comunicato stampa pubblicato il 23 febbraio, il consiglio scrive:

“L’assegnazione medica e irreversibile del genere alle persone dalla sessualità ambigua vìola il diritto all'integrità fisica, alla conservazione dell'identità sessuale e di genere, ad un futuro sereno e spesso alla possibilità di procreare. La decisione deve essere personale."

In altre parole, l'intento della nuova legge è quello di eliminare le pratiche chirurgiche violente e invasive che assegnano un sesso preciso ai bambini che fisicamente non nascono né maschi né femmine.

Illustrazione di J Swindell

Secondo il dottor Frank Fisher, professore di Politica e Questioni Globali presso la Rutgers University, la rivalutazione del protocollo del certificato di nascita e la nuova attenzione ai diritti delle persone intersessuali arriva dopo una lunga attività di lobbying portata avanti da associazioni specializzate. Nell’intervista che mi ha concesso per email, il dottor Fisher nota che "grazie agli sforzi politici che sono stati portati avanti, è arrivato il momento di un nuovo provvedimento umanitario.” Il problema con questo provvedimento è che non esiste un approccio univoco per portarlo avanti. Per esempio, i certificati di nascita possono anche includere una vasta gamma di generi sessuali, ma le altre leggi no. Il matrimonio rimane prerogativa di uomini e donne, le unioni civili di persone dello stesso sesso, e i passaporti riportano ancora le categorie maschio e femmina.

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Emi Koyama è la direttrice di Intersex Initiative, un'organizzazione con sede a Portland, Oregon, che si concentra sullo sviluppo e il sostegno dell'attivismo in difesa dei nati in condizione di intersessualità. Riguardo le leggi che invocano il benessere dei bambini, Koyama è particolarmente preoccupata per––be’, per il benessere dei bambini. “Assegnare il terzo sesso ai bambini senza il loro consenso (anche se con quello dei genitori) non è necessariamente un passo avanti per la loro condizione. In realtà la pratica porta ad un trattamento speciale che li emarginerà inevitabilmente, perché le loro informazioni mediche private diventerebbero di dominio pubblico.

Per comprendere quanto questa situazione possa essere emarginante per un bambino, provate solo a ricordarvi dell'ora di ginnastica alle medie. Ora tornate indietro fino all'asilo e ai bagni separati per maschi e femmine. Cosa deve fare un bambino? E cosa dovrebbero fare quei bambini a cui è stato detto che non sono né maschi né femmine ma che si sentono maschi o femmine?

A tal fine, la sig.ra Koyama suggerisce che "un modo migliore per affrontare la questione è quello di creare una terza opzione (o non opzione) di genere per gli adulti e gli adolescenti che lo desiderano, o quello di abolire definitivamente le categorie giuridiche di sesso." Solo in quel modo la situazione comincerà a migliorare. Anche se questo cambiamento nei certificati di nascita ha portato al centro del dibattito internazionale i problemi legati dall'intersessualità, la signora Koyama ha ancora qualche consiglio da dare. "Le politiche che riguardano i bambini intersessuali devono essere valutate sulla base del loro impatto sui bambini stessi, non sulla base di astratte concezioni sociali di genere." In altre parole, dobbiamo assicurarci che le persone che stiamo cercando di proteggere non vengano utilizzate come pedine, altrimenti non servirà a niente.

Non tutti concordano con la sig.ra Koyama. Tra questi c’è Maya Posch, un'attivista intersessuale riconosciuta a livello internazionale. Attualmente abita nei Paesi Bassi, ma sta pensando di trasferirsi in Germania o in Australia dopo la decennale battaglia contro il governo olandese e la comunità medica per il diritto di essere riconosciuta come donna e avere accesso a cure mediche affidabili e adatte alla sua condizione (per saperne di più, visitate il suo sito). Dal punto di vista della sig.ra Posch, il nuovo protocollo sui certificati di nascita in Germania è un buon passo in avanti, anche se imperfetto. “L’unica cosa che manca alla legge in Germania è la precisazione su chi debba avere voce in capitolo nella scelta: solo la persona coinvolta dovrebbe decidere per sé, non i genitori o i medici. Non potete immaginare la sofferenza psicologica delle vittime di chirurgia genitale infantile.”

Quando le chiediamo che tipo di trauma provino le persone a cui viene assegnato chirurgicamente un sesso e quali problemi logistici e amministrativi si presentino nel momento in cui il sesso riportato sui certificati medici non è uguale a quello sugli altri documenti, la sig.ra Posch ride. "La burocrazia è qualcosa di enorme, aggrovigliato e spinoso. Il problema principale qui, quello che importa veramente, è la parte fisica. La cosa più grave del forzare l'identità di un bambino è che l’intervento chirurgico è irreversibile e permanente. Quando si rimuove un organo, state pur sicuri che non ricrescerà. È una decisione che si può prendere una sola volta nella vita.”

Per quanto riguarda le difficoltà quotidiane che potrebbero incontrare i bambini nella zona grigia dell'identità di genere (e il fatto che i bambini vengano costretti a quella zona grigia), la sig.ra Posch sostiene che non stiamo parlando di niente di nuovo. "La società ha sempre fatto finta che i generi si esaurissero solo con il maschio e la femmina, anche se non è mai stato così. Il problema è sempre lo stesso. Non c'è niente di nuovo. È davvero un'ottima occasione per renderci conto dello stato delle cose e chiederci se abbiamo davvero bisogno di bagni separati."

Per quanto riguarda la Germania, c’è ancora un sacco di lavoro da fare. In quanto leader nei diritti delle persone intersessuali, il mondo la osserverà attentamente mentre cerca di farsi strada attraverso questo terreno instabile e fangoso.