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Tecnologia

Come è andato il primo concerto live del batterista cyborg

Jason Barnes si è esibito con la sua protesi robotica dopo l'incidente che lo ha privato del braccio destro. L'intelligenza artificiale lo ha trasformato in un musicista cyborg incredibile.

Un mese fa abbiamo sentito parlare della protesi robotica utilizzata dal batterista Jason Barnes, e, proprio questo fine settimana, il musicista che ha perduto un braccio si è esibito per la prima volta con una band dal vivo. È stato fantastico.

Il braccio robotico è stato progettato dal team di Gil Weinberg, direttore e fondatore del Georgia Tech Center for Music Technology, per sostituire una protesi precedente che Barnes utilizzava per suonare la batteria. Il dispositivo è una meraviglia, con controlli per un paio di bacchette, una guidata da Barnes stesso e l'altra da una scheda elettronica, soprattutto per i rulli, unita a un algoritmo che può aiutare Barnes a improvvisare i suoi fill.

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Barnes ha spiegato che, dopo l'amputazione della mano destra, ha deciso di combattere la noia attaccandosi una bacchetta sull'avambraccio con del nastro adesivo, per vedere se era ancora in grado di suonare la batteria. Anche se i primi minuti in cui ha suonato gli hanno provocato un "dolore lancinante," ha detto Barnes, l'esperienza gli ha dato l'ispirazione per cercare di continuare a suonare il suo strumento.

Ma una bacchetta incollata al braccio non poteva fare miracoli, dato che suonare la batteria richiede movimenti molto più complicati di quelli permessi all'avambraccio del musicista. Così, Barnes, dopo aver ascoltato il parere del suo maestro di batteria, ha capito che avrebbe avuto molto più controllo utilizzando una specie di protesi robotica.

Il suo maestro di batteria si è imbattuto per caso nel Shimon Project di Weinberg, che è un suonatore robot di marimba in grado di improvvisare. A quel punto, Barnes ha avuto una folgorazione.

Il batterista Jason Barnes. Immagine: Georgia Tech Center for Music Technology

Weinberg afferma che, in quel momento, si è chiesto quale fosse il significato della creatività artificiale per i robot. È una domanda più che lecita; è bello avere un algoritmo che può dare a una macchina la possibilità di improvvisare insieme agli esseri umani, ma, come spiega Weinberg, cosa succede quando un robot creativo e il singolo convergono? Be', se un robot può effettivamente pensare con il proprio cervello, allora la fantascienza fa il suo ingresso sulla scena sfondando la porta.

Quando Barnes ha scritto un'email a Weinberg, la risposta non si è fatta attendere: dovevano connettere una AI creativa al corpo umano. Come potete vedere dal video, Barnes è ora in grado di suonare la batteria con un ampio controllo sulla sua bacchetta principale, che è guidata dai suoi muscoli. Combinandola con la seconda bacchetta, quella controllata dalla AI, il musicista è in grado di riprodurre ritmi multipli in una sola volta e, se necessario, a una velocità superiore a quella di qualsiasi altro essere umano.