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Tecnologia

Noi non moriremo per colpa delle radiazioni di Fukushima

Prima di convincervi che sia arrivata la fine del mondo, assicuratevi che quello che leggete su Fukushima sia stato scritto da gente con un briciolo di cervello.
Immagine: lazlo-photo.

Premessa: io abito in Oregon, ma il fenomeno seguente—e tutte le sue conseguenze assurde—vale anche per voi che vivete in Italia. Se cercate su Google “Fukushima oceano radiazioni,” il risultato è più incasinato di una scena del crimine: forse troverete un unico articolo giornalistico ben documentato per pagina. Quasi tutto il resto è monopolizzato da blog apocalittici, siti da anti-istituzionalismo catatonico che si spacciano come veri siti di giornalismo scientifico—vale per gli USA, ma anche voi non ve la passate certo bene, vedi qui, qui e pure qui. Troverete un paio di articoli del New York Times, un paio di link ai lanci di agenzia della Reuters, ma di solito prima ci saranno un po' di pezzi d'arte del reblogging che semplicemente storpiano le fonti ufficiali e le trasformano in qualcosa di molto più allarmante e complottistico.

Mi spaventa a morte pensare che questo è il modo in cui alcuni colleghi recuperano le informazioni. Le mie notifiche su Facebook mi dicono che molti di loro attingono da questi blog nonostante abbiano frequentato scuole costose e d'élite. Ancora, tra questi bei cervelli ce ne sono molti che selezionerebbero RT o Natural News prima di qualsiasi altra fonte minimamente preoccupata di riportare la realtà dei fatti.

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La catastrofe di Fukushima è come un “secondo avvento” per questi stronzi. Parliamo di radiazioni, e ti ritrovi davanti a una pagina piena di unità di misura che caratterizzano un fenomeno così vario che a malapena ha senso descriverlo con una sola parola. Ditemi, allora, dov'è che una frase del tipo: “Le radiazioni raggiungeranno la costa ovest degli Stati Uniti,” potrebbe avere senso? Be', ha un sacco di significati in un sito catastrofista, ma assolutamente nessuno nella realtà. Trovare i dati specifici o le fonti originali di un annuncio come questo è pressoché impossibile affidandosi solo a Google.

Finalmente mi sono imbattuto in una buona scheda informativa su Deep Sea News, basata su report scientifici seri (con citazioni e tutto) e che descriveva i livelli di radioattività nel Pacifico dopo il disastro della centrale giapponese. L'autore del sito, il dottor Kim Martini dell'Università dell'Alaska, scrive: “In pratica, cosa significano una radioattività di migliaia o milioni di volte inferiore? Significa che questi modelli prevedono che nella costa ovest degli Stati Uniti e nelle Isole Aleutine i livelli di radiazione andranno da 1 a 20 Becquerel per metro cubo, mentre nelle Isole Hawaii potrebbero arrivare a 30 Becquerel al metro cubo,” sostiene citando tre differenti studi pubblicati su Environmental Research Letterse sul Journal of Environmental Radioactivity.

Un altro studio, uscito nel 2012 su PNAS, ha esaminato i livelli di radioattività delle coste giapponesi nel 2011. Il massimo era di 325 Becquerel al metro cubo, fatta eccezione per un potente e anomalo “eddie” (un fenomeno di fluidodinamica che intrappola le correnti).

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Questi erano i dati che stavo cercando sin dall'inizio ma poi sono rimasto risucchiato dagli scarichi. Li stavo cercando in modo da poter fare qualche paragone con la radioattività naturale (sono solo alcune stupide particelle che scaricate da un atomo, come quelle che fanno funzionare il vostro computer in questo momento), cosa che sembra funzioni bene per inquadrarla nella giusta prospettiva. Per farlo ho scelto la famosa metafora della banana. Le banane di solito contengono mezzo grammo di potassio, che è radioattivo. Pensate, contengono tanto potassio—che per effetto del decadimento rilascia radiazioni beta—che si sa di carichi di frutta che hanno fatto scattare gli allarmi di sicurezza.

Voi stessi siete abbastanza radioattivi e in generale lo stesso vale un po' dappertutto in giro per il mondo. In nessun luogo sarete mai al sicuro dalle radiazioni. Un posto simile dovrebbe essere interamente privo di qualsiasi cosa e io credo non esista roba del genere. Ma torniamo alla banana: è l'unica in grado di farti capire come vanno le cose perché, considerata la sua taglia, è davvero radioattiva.

Immagine: katerha/Flickr

Parliamo del peggior caso previsto dal dottor Martini, 20 Becquerel per metro cubo sulla West Coast. Cosa vuol dire? Corrisponde al numero di Becquerel—il numero di decadimenti al secondo di un singolo nucleo—che troveremmo in un metro cubo di acqua sulla costa della Columbia Britannica. Bene, il vostro corpo vale 4.960 Becquerel solo grazie alla quantità di potassio presente nelle cellule. Una banana da sola rilascia circa 15 Becquerel, e Forbes ha fatto il calcolo di equivalenti-banana per quantificare il disastro di Fukushima: fanno 76 milioni di banane.

Ok, ora devo parlare del pesce. Sembra esserci un gran numero di persone convinte che Fukushima sia costata alla Terra un intero oceano di amici con la pinna. Un altro articolo su PNAS ha fatto i conti per noi: mangiando un tonno del pacifico pescato sulle coste della California aggiungereste una mezza banana di radioattività al vostro organismo. Questo calcolo è stato fatto nel 2011 e le misurazioni effettuate nel 2012 registravano già la metà delle dosi dell'anno precedente. Sarebbe a dire l'equivalente di un quarto di banana o di un'intera mela—povera di potassio.

Il punto è questo: preoccupatevi in maniera intelligente. State attenti alle fonti di informazioni—meglio avere presente la differenza tra uno studio pubblicato su Science o Nature e uno su Medical Hypotheses. Alcune fonti sono molto meglio delle altre e alcune sono del tutto inutili. Perlomeno tenete in mente che c'è un intera parte di internet interessata a spaventarvi per fare soldi o convincervi di qualcosa. E non sono neppure sicuro di cosa sia peggio.