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La fashion designer che ha creato il primo abito open source stampato in 3D

Perché aspettare che il vestito ideale stampato in 3D piova dal cielo?

Immagine: courtesy dell'artista.

Se tutti gli utenti di Internet collaborassero al progetto di abito, verrebbe fuori qualcosa degno di una Fashion Week? Anouk Wipprecht—la designer di moda famosa per l'abito con zampe di ragno robotiche e l'abito stampato in 3D che resiste a scariche elettriche 500.000 volt—sta invitando chiunque abbia accesso al web a contribuire alla creazione del primo abito open-source stampato in 3D.

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Per l'abito chiamato Open Source Element Dress, Wipprecht (con la collaborazione di un network crativo austriaco, Polaire) ha chiamato a raccolta “tutti coloro che hanno un minimo di ispirazione” per contribuire con degli elementi chiamati “particelle” di 62mm che verranno riunite per creare il vestito attraverso dei macchinari. Attraverso un template TINKERCAD le persone possono mandare delle particelle personalizzate, tra cui ne verranno scelte 150 per far parte dell'abito che verrà concluso il 13 settembre. Per ora le particelle hanno preso la forma di creature marine tentacolate, gemme preziose e simboli geometrici misteriosi.

Wipprecht ha detto a The Creators Project che sta ricevendo pezzi da persone che vanno dal ragazzino americano di 10 anni agli hacker filippini. Ai suoi occhi è proprio questo che rende l'abito open-source così interessante—mette insieme la sensibilità creativa di centinaia di persone diverse, un progetto impossibile nell'era della moda pre-internet.

“Perchè mai dovremmo aspettare per creare un fantastico abito stampato in 3D che incarna il futuro? Si è chiesta. “Perché non abbiamo ancora creato tutti insieme quell'abito che rappresenta un possibile futuro—non progettato dalle mani di un designer ma da quelle di tutto il mondo?”

“È esattamente quello che vogliamo,” ha detto Wipprecht in una mail “approfondire l'idea della stampa in 3D e del design, per vedere come le cose possono aumentare la connessione reciproca. Credo che una delle cose più interessanti della stampa in 3D sia il fatto che crea un contesto sociale totalmente nuovo…è un messaggio molto personale e intimo, siamo finalmente in grado di disegnare un elemento di un abito o un gioiello, creato da te ma con la presenza di qualcun altro, insita.”

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Per arricchire questa visione profonda della tecnologia, la designer ha iniziato a raccogliere le storie delle persone che mandavano le proprie “particelle”, i cui design erano già peculiarmente umani: “puoi vedere i segni fatti a mano su ogni parte che ci viene mandata. Sono sempre preoccupata che con la stampa in 3D ogni idea che sta dietro al pezzo venga in qualche modo persa, e con essa la passione, i rituali, le decorazioni, l'educazione, le capacità e le sperimentazioni che ne fanno parte.”

I contributor possono o stampare la propria particella e mandarla allo studio di Wipprecht e Polaire a Vienna, oppure possono mandare per email l'oggetto digitale, che la designer stampa di persona. Il contributo personale di Wipprecht è un NeoPixel LED che si illumina con una fantasia al neon blu.

“Credo di voler dire che la stampa in 3D dovrebbe coinvolgere più emozioni, più profondità, significati e personalità. Non ho ancora capito cosa esattamente mi spinga a pensare che questo progetto stia portando in vita qualcosa che potrebbe finalmente rendere il design digitale emozionale. Ma c'è un idea più grande e olistica dietro questo processo che mi piacerebbe esplorare meglio.”

Qui sotto potete vedere un video che mostra la particella di design luminosa di Wipprecht, e alcune immagini di particelle mandate da altri.

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Per mandare la vostra particella, seguite i semplici passi descritti qui da Wipprecht. L'abito sarà completato e presentato il 13 settembre.